Martedì, 05 Maggio 2020 18:58

Cantieri, Romano: "Biondi utilizza atto prefettizio ad uso e consumo politico per colpire il Consiglio comunale"

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"Il prefetto Torraco si è espressa negativamente sull’ordinanza, così come concepita, di riapertura dei cantieri, omettendo però un giudizio di legittimità chiaro e preciso, così come previsto dalla Legge. Si tratta tuttavia di un parere emesso sull’ordinanza che risulta chiaro sin dall’oggetto e che non può riferirsi all’ordine del giorno del Consiglio comunale, così come vorrebbe far credere adesso Biondi [qui, l'approfondimento]".

A dirlo è il capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale, Paolo Romano.

"Utilizzare un atto amministrativo prefettizio ad uso e consumo politico per coprire i propri errori e colpire il Consiglio comunale dà la misura della considerazione che il sindaco ha nei riguardi di tutti i consiglieri, siano essi di maggioranza che di opposizione. Consiglieri che, vorrei ricordare, sono i rappresentanti della cittadinanza aquilana. Il dato ancora più sconcertante sta nel fatto che Biondi abbia assicurato che l’ordinanza era stata condivisa anche con il Prefetto. Una dichiarazione che il sindaco ha ripetuto più volte davanti all’intero Consiglio comunale, invitando lo stesso presidente del Consiglio ad interloquire con la Prefettura per rafforzare le misure restrittive".

Un’ordinanza inefficace che ha prodotto danni. "Purtroppo siamo stati facili profeti nel bocciarla sin da subito: si trattava di un atto che, con la possibilità di screening delle maestranze fino a 14 giorni dopo l’apertura dei cantieri, non garantiva affatto la tutela della salute pubblica e addirittura danneggiava le aziende operanti nella ricostruzione poiché mancante di una cornice normativa di concerto con il governo. Il punto sta qui e noi lo avevamo scritto: ci sarebbe stato bisogno di un piano operativo da parte della regione e del comune, un’interlocuzione del territorio con il governo centrale per costruire una norma in grado di salvaguardare le specificità della ricostruzione dell’Aquila e dei crateri, specificità che imponevano la richiesta di un contributo aggiuntivo alle imprese per i tamponi, un laboratorio in grado di processarli e la previsione di una eventuale proroga della cassa integrazione per gli operai in caso di differimento della riapertura dei cantieri".

Se non dal territorio, dunque dal sindaco del più grande cantiere d’Europa, da chi sarebbe dovuta partire l’iniziativa? "Il prefetto nel parere emesso sull’ordinanza 71 tende a sottolineare proprio l’errore del tardivo intervento della politica locale nel trattare l’argomento dei cantieri e naturalmente l’assoluta mancanza di concertazione tra enti e istituzioni. Ora resta da interrogarsi sul come la città uscirà da questo pantano, sperando che vengano fornite presto e bene informazioni utili a far operare le imprese e a tutelare la salute pubblica. Non può mancare in questo un coinvolgimento della Regione, unica grande assente nel dibattito di queste ore; che almeno intervenga per assicurare nel breve tempo risorse economiche aggiuntive all’attuazione dei piani di sicurezza da CoVid". 

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