E' una campagna elettorale sotto tono, in sordina, a tratti anche un po' dimessa, quella che il presidente uscente della Regione Gianni Chiodi sta conducendo per l'appuntamento del 25 maggio, specialmente se paragonata al presenzialismo e al protagonismo mediatico del suo principale avversario, Luciano D'Alfonso, che, da mesi ormai, sta battendo palmo a palmo le quattro province abruzzesi.
Chiodi sta optando per un profilo decisamente basso: pochi appuntamenti elettorali, presenze in tv centellinate, scarsa intraprendenza anche sui social network e, più in generale, sul web (è uno dei pochi candidati a non avere né un blog né un sito ufficiale).
Non si sa fino a che punto questa scarsa visibilità sia una precisa strategia - indotta anche dalla guerra fratricida in corso all'interno di Forza Italia, il partito al quale Chiodi appartiene, e ai vari scandali e scandaletti di questi ultimi mesi, dalla rimborsopoli regionale al "sexgate" dell'hotel Sole di Roma - o se sia dovuta a una scarsa propensione ai tour de force elettorali di una politica divenuta ormai iper-mediatizzata e iper-personalizzata.
Lui, Chiodi, nega di essere in difficoltà e ne fa più che altro una questione di moderazione, di non ostentazione di mezzi e risorse: "Il momento è quello che è" ha detto poco prima di prendere parte a un incontro elettorale organizzato ieri da Gianfranco Giuliante (assessore regionale uscente e candidato per Forza Italia) al Ridotto del Teatro Comunale. "Spendere e spandere significherebbe avere alle spalle grandi finanziatori che poi ti chiedono qualcosa. Io non voglio dover dire sì a nessuno solamente perché sono stato finanziato in campagna elettorale".
Sia come sia, quella di ieri pomeriggio è stata la prima, vera visita del candidato Chiodi all'Aquila: "Fino al giorno della presentazione delle liste sono stato il presidente della Regione e se mi fossi messo a fare campagna elettorale sarebbe venuto meno il mio ruolo istituzionale e questo sarebbe stato un errore. L'Aquila è come se fosse la mia città di adozione. Ho vissuto qui dopo il terremoto, sono stato a fianco degli aquilani nei momenti più difficili della loro storia. Per me è come essere nella mia città, non è una questione di appuntamenti elettorali".
Nella parca campagna elettorale di Chiodi si è fatto notare, finora, anche il silenzio assoluto di Berlusconi, che invece nel 2008 si spese molto per sostenere l'ex sindaco di Teramo (fu lui a sceglierlo come candidato). Chiodi però ha assicurato che a breve "ci sarà una manifestazione nella quale Berlusconi sarà collegato in video conferenza e naturalmente sarà l'occasione per avere quella spinta e quella forza che trasmette Berlusconi ogni volta che compare in televisione".
E' curioso come Chiodi stia incentrando tutta la propria campagna elettorale su un messaggio, quello del rigore finanziario e della sobrietà, che non è mai stato un punto programmatico sventolato, almeno fino a quando sono stati al governo, dal suo partito e da Berlusconi.
Aver risanato i conti della Regione attraverso il ripianamento del debito della sanità è, infatti, il principale risultato rivendicato da Chiodi come obiettivo raggiunto durante sua consiliatura: "Abbiamo restituito speranza all'Abruzzo facendolo diventare una regione virtuosa mentre la coalizione di centrosinistra, quando ha governato, lo aveva reso una regione canaglia".
"La prima regione a essere commissariata nel 2007 per il cattivo stato del proprio sistema sanitario" ha affermato Chiodi "prima ancora di Sicilia, Campania e Calabria, è stata proprio l'Abruzzo. Abbiamo ereditato una sanità allo sbando e l'abbiamo riportata a dei livelli di assistenza molto più alti di quelli del passato".
Per la verità la sanità abruzzese è gravata ancora da molti problemi: una mobilità passiva molto alta (171 milioni di euro a fronte dei 102 di mobilità attiva); una spesa pro-capite di settore superiore a quella di qualche anno fa; cittadini costretti a liste di attesa infinite e una scarsa diffusione dei servizi di assistenza territoriali e di prossimità: "Se mi volete far dire che oggi la sanità abruzzese è la migliore possibile ed è come quella di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia dico di no. Ci sono ancora delle criticità ma le risolveremo. Nei prossimi anni vogliamo fare degli investimenti per arrivare ai livelli qualitativi di altre regioni. Certo la strada è ancora lunga ma ora siamo più credibili".
Altro successo vantato da Chiodi è l'abbassamento dell'addizionale Irpef regionale (per la seconda volta, dopo il 2012), una restituzione pari a 33 milioni di euro. Che però, a detta dei sindacati, è giunta troppo tardi: "Si tratta di chiarire tempi e modi con cui i cittadini potranno beneficiare della riduzione, visto che le dichiarazioni dei redditi sono cominciate dal 31 marzo" ha scritto per esempio la Uil.
Secondo la Cgil, invece, la riduzione delle tasse è un pannicello caldo rispetto alle drammatica situazione dell'economia regionale, afflitta da una disoccupazione superiore al 12%, da oltre 10 milioni di cassa integrazione (di cui il 70% in deroga), da una disoccupazione giovanile al 37%, con punte del 42% nella provincia dell'Aquila.
"La crisi che stiamo vivendo è la più grave di sempre" ha commentato Chiodi "Sei anni di decrescita del Pil non si erano mai visti, nemmeno nel 1929. Siamo in una situazione di grande difficoltà, quello che abbiamo potuto fare è stato contrastare questa situazione con provvedimenti che hanno aiutato nei limiti del possibile le famiglie ad affrontare con maggior serenità la crisi".
Chiodi ha commentato anche la recente decisione del ministero degli Interni di assegnargli una scorta fino al 30 maggio: "Ancora non so il motivo di questa disposizione. Evidentemente ho detto dei no nell'interesse dei cittadini e non ho operato nell'interesse di lobby o gruppi di potere. Non faccio parte di quel mondo. E' un mondo che vuole persone più malleabili e le cerca nel campo del centrosinistra".