"Viene a galla quanto sosteniamo da mesi, che la Regione guidata da Marco Marsilio agisce, in attacco o in difesa, seguendo esclusivamente l’orientamento della propaganda: la dimostrazione sta nella lettera dell’otto maggio scorso [svelata da newstown con un articolo del 20 novembre, qui] dove sono messi in fila gli interventi necessari per mettere la Asl della provincia dell’Aquila al riparo dalla seconda ondata della pandemia: indicazioni ignorate, con la conseguenza di esporre, come è avvenuto, il sistema sanitario e i cittadini alle gravi conseguenze a cui abbiamo dovuto assistere".
L'affondo è del segretario regionale del Pd, Michele Fina, e del capogruppo dem in Consiglio regionale Silvio Paolucci, già assessore alla Salute nella passata legislatura.
Tracciamento saltato, assistenza in emergenza, sanità allo sbando con effetti sulle cure, anche a coloro non malati di Covid: "non è vero quanto Marsilio furbescamente sostiene, che le inefficienze organizzative derivano da un presunto ritardo di autorizzazione dal governo. Gli interventi elencati per il presidio ospedaliero dell’Aquila, quindi a beneficio di quelle aree interne drammaticamente travolte dalla seconda ondata, hanno il costo gestibile di circa quattro milioni di euro" sottolineano gli esponenti dem.
La Regione, invece, è stata impegnata solo su altri territori, non è stata capace di usufruire dei fondi delle donazioni, si è dedicata a predisporre strumenti dalla dubbia efficacia, per importi ben maggiori, per altri settori. "Allo stesso modo si è deciso di ignorare la necessità di assumere altro personale. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: Abruzzo spaccato a metà, con una parte impreparata, e colpita. Le responsabilità sono evidenti, e sono politiche: di chi non ha voluto ascoltare indicazioni e richieste che non arrivavano solo dal piano Covid nazionale, ma anche dai manager di riferimento. Altro che polemiche dell’opposizione".