“È paradossale che nello stesso giorno una sentenza del Tar mandi l'Abruzzo in zona rossa e subito dopo il ministro della Salute firmi un'ordinanza per ripristinare, da domenica, quella arancione. Verrebbe da ridere se non si giocasse con la sopravvivenza di migliaia di aziende messe in ginocchio dalla grave crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria”.
Ad affermarlo, in una nota, sono i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Guerino Testa (capogruppo) e Mario Quaglieri.
“Un atteggiamento psicotico, quello assunto dal governo giallorosso” osservano i due “che di fatto soffoca la nostra regione, tra confusi Dpcm e folle burocrazia. L’unico risultato raggiunto è stato quello di riprovocare caos e sconforto tra i numerosi titolari delle attività commerciali interessati da questa assurda altalena governativa. Una chiara ripicca politica che si traduce in una indecente e non tollerabile mancanza di rispetto nei confronti del popolo abruzzese. I soli ad essere contenti del rientro in zona rossa, per 24 ore, sono gli esponenti del centrosinistra con i loro deputati, palesemente fieri di quella folle burocrazia e completamente disinteressati dai reali problemi dell’Abruzzo. Esprimiamo, invece, orgoglio e pieno sostegno per le azioni compiute nell’ultima settimana dal governo Marsilio, frutto di scelte corrette e coraggiose volte ad accelerare la riapertura delle attività commerciali. Solo grazie al grande senso di responsabilità del presidente Marsilio, infatti, abbiamo restituito 5 giorni al mondo del commercio nel periodo più proficuo dell’anno. Sono i dati epidemiologici del report della cabina di coordinamento – in netto e progressivo miglioramento da giorni - a dare ragione a Marsilio , gli unici che hanno valore al fine di assumere provvedimenti sensati ed utili alla collettività. Altro che ‘marsiliate’. Tutti i rappresentanti del centrosinistra si vergognino piuttosto di ciò che (non) stanno dimostrando alla loro gente”.
Febbo: "Ordinanza della Regione certificata dal Cts"
"Se non ci fosse stata per la coraggiosa, ragionata e sicura, perché certificata dal Cts, decisione adottata dalla Regione Abruzzo di anticipare la riapertura di alcune tipologie di attività commerciali e artigianali, saremmo rimasti inspiegabilmente relegati in zona rossa fino ad oggi".
Questo il commento del capogruppo regionale d Forza Italia Mauro Febbo che aggiunge: "L'ordinanza emanata dalla Regione Abruzzo di tornare in zona arancione scaturisce solo dopo aver verificato la diminuzione dei ricoveri, la discesa dell'indice di contagio e, soprattutto, nasce dall'esigenza di alcune specifiche attività economiche di riaprire con l'avvicinarsi delle feste natalizie. D'altronde al contrario abbiamo chiesto un sacrificio anticipando l'entrata nella zona rossa e con altrettanto senso di responsabilità abbiamo invece adottato decisioni che hanno permesso in sicurezza un respiro economico a quelle attività penalizzate. Infatti questo Governo regionale non è rimasto indifferente di fronte al grido di allarme di oltre 36.000 attività tra aziende commerciali e artigianali che occupano circa 110.000 lavoratori al fine di salvaguardare risorse economiche che rappresentano tra il 18 e il 25% del volume d'affari annuale già fortemente compromesso dagli effetti del Covid. Aziende di somministrazione, commercio al minuto di vario genere, servizi alla persona, laboratori artigiani ecc. che nella loro totalità rappresentano quasi 40 % delle imprese attive, ed occupano circa il 25 % della totalità della forza lavoro, dovevano essere "tutelate e garantite" come lo sono tutti i lavoratori pubblici e delle grandi e medie aziende. Questi i motivi che hanno supportato la decisione di riaprire sempre all'insegna della massima attenzione alla sicurezza e con la garanzia rappresentata dai tecnici della sanità e della prevenzione del contagio.
"Non voglio entrare" conclude Febbo "nel merito della 'scontata' decisione del Tar Abruzzo ma reputo grottesco questo accanimento portato avanti da 'nani' della politica. Pertanto noi continueremo a lavorare per il bene dell'economia abruzzese che deve essere salvaguardata e sostenuta a differenza di chi pensa solo a salvare la propria poltrona senza alzare un solo dito a difesa dell'Abruzzo".