Cialente e l'interlocuzione con il governo di D'Alfonso. Non è ancora chiara la composizione del nuovo Consiglio regionale, è chiarissima però la vittoria dell'ex sindaco di Pescara, incoronato governatore dal voto popolare il 25 maggio.
Così, il sindaco dell'Aquila ha iniziato a 'dialogare' con D'Alfonso sulla delicatissima questione delle nomine ai vertici della aziende sanitarie locali. E non solo. Qualche giorno fa, il primo cittadino aveva chiesto un passo indietro ai direttori delle Asl abruzzesi. In particolare, a Giancarlo Silveri - direttore dell'azienda numero 1, L'Aquila - Avezzano - Sulmona - con il sostegno tra l'altro della senatrice democrat Stefania Pezzopane. Evidentemente, i rapporti tra Cialente e Silveri sono precipitati nelle ultime settimane, se è vero che lo stesso sindaco dell'Aquila, non più tardi di qualche mese, aveva trovato un accordo assai vantaggioso con Silveri per rientrare al lavoro in Asl, part time, e con orari particolarissimi.
Sta di fatto che il manager non l'ha presa affatto bene: in sostanza, ha risposto che il suo contratto scade nel 2018. Che non prende ordini da nessuno, nemmeno dal presidente della Regione. E figurarsi da Cialente.
Il primo cittadino si è detto "francamente molto sorpreso" e "anche preoccupato dalle reazioni suscitate dall'intervento nel quale sottolineavo, come riflessione politica (a quanto pare parola troppo grossa) circa il destino e le scelte che dovrebbero compiere tutti coloro che rivestono ruoli regionali di nomina politica, dai direttori della Asl ai presidenti delle aziende regionali, ai direttori incaricati, ai vari commissari, nonché circa le responsabilità, che definirei addirittura etiche, che hanno Luciano D’Alfonso e i partiti della sua coalizione". Poi, ha inteso chiarire la sua posizione: "Gli incarichi conferiti erano incarichi politici, che hanno la stessa valenza, addirittura a volte ancora maggior responsabilità, delle nomine degli assessori. Chiaramente sono stati conferiti, oltre che sulla scorta (spero) delle capacità individuali, anche per applicare determinate scelte politiche della Giunta Chiodi. Non si tratta cioè di professionalità pure, quali devono o dovrebbero essere i dirigenti, ma di personalità chiamate a tradurre in scelte manageriali di gestione, un progetto politico. Se non si capisce questo, non si ha alcuna cognizione degli assetti istituzionali e di funzionalità della Regione come della Provincia, del Comune o del Governo".
Insomma, Cialente sostiene che "a fronte di un cambio di maggioranza politica e di indirizzi, dettati da un voto di dimensioni enormi (che sottendono si fiducia per D’Alfonso, ma anche una pesante bocciatura per il centrodestra abruzzese), gli 'incaricati' dovrebbero (avrebbero già dovuto farlo), rimettere il proprio mandato nelle mani del neo presidente". Anche perché, "se si dovesse pensare ad applicare uno spoil system teso solo a cambiare uomini con vecchie logiche spartitorie da manuale Cencelli, per accontentare sconfitti, mantenere equilibri territoriali, o far quadrare la Giunta, allora non solo daremmo un corpo mortale alla domanda di cambiamento venuta dall’elettorato, ma soprattutto rinunceremmo a far funzionare in modo nuovo e moderno la Regione".
Le nomine sono decisive, incalza il primo cittadino del Capoluogo. Così come le strategie: dunque, plauso alla proposta di Camillo D'Alessandro - già capogruppo del Pd nella passata legislatura, che ha ottenuto la rielezione a consigliere regionale - di costituire una unica Asl, al massimo due (Chieti-Pescara e L'Aquila-Teramo). E plauso alla proposta di varare un'unica società del trasporto pubblico, che dovrebbe nascere dalla fusione di ARPA, GTM e Sangritana, e al ragionamento sulla futura fusione delle cinque ATER e delle sei società di gestione del ciclo idrico integrato.
Cialente, però, sottolinea alcuni aspetti: "Il primo è che la situazione drammatica della nostra Sanità richiede un'analisi molto approfondita, che non potrà limitarsi solo ad un riassetto del numero delle ASL. Occorre finalmente andare a capire le cause vere della mobilità passiva (che esprime la mancanza di fiducia degli abruzzesi nella nostra sanità) indagando, come finalmente il comitato ristretto dei sindaci della Asl dell'Aquila ha cominciato a fare, ospedale per ospedale. Cercando poi di capire quali sono le cause dei dati che emergono: disorganizzazione dell'ospedale, del singolo reparto, dei tempi delle sale operatorie, interessi nascosti e quant'altro. Quali investimenti sono necessari nella sanità ospedaliera e territoriale, quali tagli di inutili spese e risorse si devono compiere. Sarà soprattutto sulla sanità che si giocherà la credibilità del centrosinistra", incalza il primo cittadino.
"Condivido pienamente l'idea della fusione delle tre società del trasporto pubblico su gomma e ferro, mi piace anche l'idea del nome 'Abruzzo in movimento', ma mi chiedo per quale motivo D'Alessandro non citi l'AMA, l'altra grande società pubblica di trasporto, posseduta al 100% dal Comune dell'Aquila, che come è noto è stata abbandonata di fatto al proprio destino, dalla Regione Abruzzo , che le destina oggi, nel 2014, gli stessi finanziamenti del 1982, quando la città era meno della metà per estensione dei centri di servizio essenziale. Tra l'altro vorrei ricordare a Camillo che la richiesta di inserire l'AMA in questo progetto, più volte proposta dal Comune dell'Aquila, è sempre stata fortemente appoggiata anche dai sindacati, provinciali e regionali. Tra l'altro si avvierebbe una razionalizzazione del traporto pubblico in gran parte dell'Abruzzo interno".
Ragionando di altre fusioni, Cialente rivendica il ruolo del Comune capoluogo di Regione: "L'area dell'aquilano (non è una rivendicazione campanilistica, ma un dato politico), ha sempre gestito un 'pochino meglio' le aziende che in essa operano. Prendiamo il caso della Gran Sasso Acqua, pressoché in attivo a fronte dei drammatici buchi delle consorelle abruzzesi. Va bene quindi una fusione ma non potremmo accettare che i nostri sforzi (anche la rinuncia alle facili clientele di altre zone che hanno gonfiato con le assunzioni) venissero dispersi. Non potremmo mai accettare quanto successo con la fusione della ASL. Il centrodestra ha ripianato i debiti della ASL Avezzano - Sulmona con i 50 milioni dell'assicurazione del nostro ospedale. Tutti sanno che la situazione economica della ASL dell'Aquila era discreta. Forse perché si cominciò a risparmiare a partire dalla seconda metà degli anni '90. Quindi bene guardare a creare aziende uniche ma con prudenza, obiettività, e correttezza".