Mercoledì, 24 Novembre 2021 17:36

Monastero della Beata Antonia, Lelio De Santis: "un po'di coraggio per restituirlo alla visione"

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In questi giorni, è tornato alla visione dei cittadini ed a mostrare la sua antica bellezza il Monastero della Beata Antonia o del Corpo di Cristo, risalente al 1349, ben visibile dopo la demolizione del fabbricato antistante.

"La riscoperta casuale del Monastero, oscurato per anni da un palazzo incongruo e forse frutto della speculazione, costruito su via Sallustio, deve fare aprire gli occhi al Comune ed alla Soprintendenza ai beni culturali per consentire il recupero e la valorizzazione di questo gioiello architettonico e religioso di grande bellezza", la proposta del consigliere comunale Lelio De Santis.

"Capisco le difficoltà legate alla legittima ricostruzione degli appartamenti del palazzo e va trovata una soluzione abitativa di pari valore, ma l'interesse generale e la difesa del patrimonio storico e culturale della città vanno salvaguardati ora e subito. Questo è il momento per l'amministrazione comunale di avere coraggio e di mettere in pratica il concetto di città nuova, ma in nome del pregio storico, e secondo il motto, declamato e mai attuato 'non necessariamente dov'era e com'era'".

Anche la difficoltà legata alle proprietà abitative può trovare una giusta soluzione ricorrendo ad una permuta con le abitazioni dell'edilizia equivalente, disponibili ed inutilizzati per circa 500 unità. "Per dare un contributo e per affrontare in concreto il problema, ho chiesto la convocazione urgente della Commissione territorio al Presidente, Luca Rocci, che si è subito reso disponibile, alla presenza dei tecnici e del Dirigente del settore ricostruzione privata. Ritengo che sia necessario intervenire con immediatezza per rendere fruibile e godibile il Monastero e per realizzare un'area verde-parcheggio nell'area recuperata. Mi auguro che il Sindaco e la Giunta capiscano l' importanza dell'intervento e che si rendano disponibili a fare gli atti necessari, prima che i cittadini debbano ricorrere ad azioni di mobilitazione per tutelare un bene culturale di grande valore storico".

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