“Ormai è diventato un appuntamento fisso: ogni settimana il PD tira fuori dal cappello la vicenda dei soliti 100 milioni di euro di disavanzo della sanità abruzzese, riproponendo allo sfinimento la litanìa della mancanza di programmazione e di governance da parte mia e della giunta regionale. Sta diventando anche imbarazzante e ripetitivo commentare le loro affermazioni, visto che sono stata proprio io a comunicare ufficialmente che nei primi 9 mesi del 2021 le attività Covid avevano provocato quel deficit”.
L’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, risponde così agli attacchi arrivati questa mattina dai consiglieri del PD e dal segretario regionale del partito [qui, l'approfondimento].
“Non è mia abitudine ritornare nuovamente su argomenti già dibattuti e sviscerati sotto tutti gli aspetti – sottolinea Verì – ma il rispetto che ho per gli abruzzesi mi impone di ribadire ancora una volta alcuni concetti, a partire dai meriti che il PD si intesta sulla fine del commissariamento. La verità, e il mio predecessore lo sa benissimo, è che il percorso di risanamento della nostra sanità è stato portato avanti dalla giunta Chiodi, quando la sottoscritta era presidente della Commissione Sanità. Il centrosinistra ha semplicemente concluso quelle procedure perché gran parte del lavoro era stato già fatto”.
Verì respinge al mittente anche le accuse sulla mancanza di programmazione: “il piano di riordino della rete ospedaliera è stato approvato in giunta ed è all’esame del Tavolo di monitoraggio (perché quello delineato nel 2016 da Paolucci, oltre ad aver depauperato dei servizi sanitari interi territori, non è mai approdato allo specifico tavolo ministeriale Dm70); la nuova rete territoriale, dopo la bozza del 2019 validata dal Tavolo a gennaio 2020, è nuovamente in discussione alla luce delle nuove indicazioni nazionali emerse durante la pandemia; il piano operativo 2019-2021 (che forse proprio Paolucci avrebbe dovuto approvare, visto che è rimasto in carica fino ai primi mesi del 2019) rappresenta un falso problema, perché nel frattempo è stato superato dal piano Covid che è stato il principale strumento di governance degli ultimi 2 anni”.
“Spiace constatare – aggiunge l’assessore – che in un momento di emergenza storica come quello che stiamo affrontando da quasi 2 anni, ci siano politici che sembra non si siano resi conto di quello che è accaduto. Allora, forse, vale la pena ricordare che questa giunta regionale ha dovuto affrontare le gravi carenze strutturali del sistema lasciate in eredità dal PD, a partire dal blocco del turn over, che ci ha obbligato a spendere 47 milioni in assunzioni straordinarie per non provocare il blocco dei servizi. Le carenze di personale che si registrano in Abruzzo sono comuni a tutta Italia, tanto che in una delle ultime sedute della Conferenza delle Regioni è stato sollevato il problema della mancanza di anestesisti, medici dell’emergenza-urgenza, specialisti ambulatoriali e persino medici di medicina generale. Vicenda sulla quale si aprirà un confronto con il Governo. Sorvolo sui piani di edilizia sanitaria, delegati dal centrosinistra esclusivamente ad iniziative private che avrebbero devastato i conti delle Asl e che questa giunta ha rimesso in discussione. E anche sul recupero delle liste d’attesa invito i colleghi della minoranza a documentarsi sugli studi degli organismi nazionali, che vedono l’Abruzzo posizionato molto meglio di tante altre realtà del Paese su questo fronte”.
Sullo stato dei conti della sanità, la Verì rimarca come la gestione - al netto dell’emergenza Covid - sia non solo in equilibrio, ma addirittura in avanzo. “Ogni anno il PD – conclude – parte con l’annuncio di disavanzi di centinaia di milioni, riducendo via via ad ogni dichiarazione quella cifra, fino ad essere smentito dai risultati ufficiali di bilancio. Da parte mia difendo le scelte operate per fronteggiare la pandemia, scelte che hanno permesso a tutti gli abruzzesi di avere una risposta sanitaria adeguata all’emergenza, con un efficiente tracciamento dei contatti e una percentuale di tamponi sequenziati per la ricerca delle varianti tra le prime 5 in Italia. E’ questo ciò che conta, non una sterile polemica continua su bilanci e disavanzi (anche questi, putroppo, comuni a tante Regioni italiane), sui quali è sempre stato in corso un continuo e attento monitoraggio”.