Giovedì, 07 Aprile 2022 13:04

Ucraina, Demos: "Stop alla guerra, promuovere il negoziato"

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“Non siamo pacifisti ideologici, non siamo contro la Nato, non giustifichiamo – in alcun modo – anzi condanniamo fermamente l’invasione della Russia e siamo vicini, concretamente, alla popolazione ucraina: tuttavia, la guerra porta altra guerra, è uno strumento vecchio, obsoleto, che non ha mai risolto problemi. Per questo, non condividiamo l’urlo bellicista che si è alzato in queste settimane e chiediamo che la guerra si fermi e si lavori ad un negoziato per la pace, stoppando la corsa al riarmo”.

Parole di Mario Giro, responsabile per i rapporti esteri della comunità di Sant’Egidio, già vice ministro agli affari esteri dei governi Renzi e Gentiloni, presidente nazionale di Demos, partito oramai strutturato a livello nazionale e che, all’Aquila, sta componendo una lista a supporto della candidata di centrosinistra Stefania Pezzopane.

Giro, stamane, ha tenuto una conferenza stampa all’Aquila col coordinatore regionale Alfonso D’Alfonso; location nient’affatto casuale: la sede del Movimento celestiniano. Presenti, tra gli altri, Pierino Giorgi, il consigliere comunale Lelio De Santis e il fotografo Roberto Grillo, candidato nella lista di Demos alle prossime amministrative.

“Ci teniamo a far sentire la nostra voce, netta e chiara”, ha aggiunto Giro; “basta con la guerra. Su questo punto, non siamo disposti e negoziare e, nei prossimi giorni, proveremo ad animare una mobilitazione forte dei cittadini. Mi chiedo: quale guerra ha risolto problemi negli ultimi trent’anni? La guerra porta soltanto altra guerra. Si sta ripetendo il solito copione, cui siamo stati tristemente abituati, dalla ex Jugoslavia all’Iraq, dalla Libia all’Afghanistan: prima, l’urlo bellicista; poi, il fallimento di ogni obiettivo dichiarato; infine, la fuga dalle responsabilità. Non vorremmo finisse così anche stavolta, con un paese, la Russia, che si estende su 11 fusi orari e che non ci possiamo permettere venga destabilizzato fino al collasso come è accaduto in Iraq o in Libia e con l’Ucraina che sta al cuore dell’Europa. La guerra deve finire e deve finire presto”, ha ribadito Mario Giro.

“Noi vogliamo il negoziato”, ha proseguito il presidente nazionale di Demos; “sappiamo che è difficile, ma se la guerra andrà avanti lo sarà ancora di più. Bisogna contenere diplomaticamente la Russia e ci pare che non si stia facendo abbastanza, in questo senso. Purtroppo, la guerra sfugge anche al controllo di chi l’ha scatenata: è urgente, dunque, lavorare ad un negoziato e riprendere il processo di disarmo che, negli anni scorsi, è stato drasticamente interrotto”. E attenzione ai nazionalismi, ha avvertito Giro: “I nazionalismi europei sono bruttissime bestie, dovremmo saperlo. Lo ripeto: non siamo contro la Nato, anzi, personalmente sono felice che l’Italia dal 1949 stia saldamente dentro la coalizione atlantica ma l’Italia ha una tradizione repubblicana di dialogo e mediazione che dobbiamo recuperare”.

“Non abbiamo remore ad esprimere la nostra posizione”, ha voluto ribadire il coordinatore regionale di Demos Alfonso D’Alfonso. “Siamo contrari alla politica di riarmo voluta della Nato: aumentare le spese militari fino al 2% del Pil significherebbe incrementarle per 14 miliardi di euro, la stessa cifra che il Pnrr destina alla sanità. E’ davvero incomprensibile; il Paese avrebbe bisogno di altro: piuttosto, mettiamo in campo uno sforzo concreto per la costruzione di un esercito comune europeo. E’ vero, anche la Germania intende portare la spesa militare al 2% ma va sottolineato che Berlino destina alla sanità il 12,5% del suo prodotto interno lordo, l’Italia è ferma al 9%”.

Nessun imbarazzo, aggiunge poi D’Alfonso, rispetto alla divergenza di vedute con il Pd, perno del campo largo di centrosinistra cui Demos aderisce, anche all’Aquila: “Per noi, il centrosinistra è il luogo del confronto aperto, anche duro se necessario; in questo senso, siamo decisi a far pesare la nostra voce in seno alla coalizione ed a riconnettere il centrosinistra con il sentore profondo del Paese. Che chiede altro, non la corsa al riarmo”.

 

Ultima modifica il Giovedì, 07 Aprile 2022 22:34

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