A cinque anni dall'insediamento della giunta comunale di centrodestra che, in campagna elettorale, aveva 'cavalcato' la mancata ricostruzione delle scuole facendone - legittimamente - argomento di propaganda politica, siamo ancora all'anno zero, o quasi.
A tredici anni dal terremoto, sia le scuole di competenza comunale che provinciale - almeno, quelle che non sono ancora ospitate nei Musp - continuano a stare negli stessi edifici pre-sisma, alcuni adeguati ed altri da adeguare - e meno male che si era promesso di ricollocare entro settembre (del 2017) i ragazzi delle scuole con indici di vulnerabilità non accertati in altri edifici, "valutando situazioni architettoniche idonee con la ricognizione degli spazi pubblici disponibili"; sono state inagurate soltanto due nuove scuole, l'infanzia e primaria di Arischia e la primaria Mariele Ventre di Pettino, a valle di procedimenti amministrativi messi in campo dalla passata amministrazione di centrosinistra; non c'è ancora un piano compiuto di ricollocazione e di assetto dell'edilizia scolastica e, al momento, non è previsto che vengano realizzati campus né che vengano riportate scuole in centro storico.
Questo il quadro.
Un passo indietro. Ricorderete che a marzo 2020 era stato approvato un programma di ricollocazione e di assetto dell'edilizia scolastica, giunto alla quarta 'variante', che pareva definitivo.
La giunta Cialente aveva dato il via libera al piano, una prima volta, a gennaio 2015: dunque, l’esecutivo Biondi aveva riapprovato il piano a novembre 2018; c'era stata una terza versione, poi, una sorta di aggiornamento di quel documento che, tuttavia, era stata ritirata al momento della discussione in Commissione territorio ad ottobre 2019, con la promessa che sarebbe stato vagliato congiuntamente al piano di dimensionamento approvato su proposta dell'assessore Francesco Cristiano Bignotti. Rispetto al piano che era stato approvato a novembre 2018, la 'variante' di ottobre 2019 aveva fissato la volontà di ricostruire la scuola primaria nella frazione di Bagno, sebbene in un primo momento si fosse previsto di accorparla con il plesso di Pianola. Non solo. Si prevedeva di non ricostruire la scuola media 'Carducci' nell'edificio di via Maiella, com'era intenzione dell'amministrazione, almeno inizialmente: il vicesindaco Raffaele Daniele aveva proposto di localizzarla nella Caserma Rossi, oggetto di un accordo attuativo tra il Comune, il Ministero della Difesa, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Agenzia del Demanio, laddove, però, il sindaco Pierluigi Biondi aveva annunciato di voler localizzare anche le scuole del Torrione e di San Francesco.
Ciò avrebbe impedito, nei fatti, di ricostruirvi la nuova sede dei licei afferenti al Convitto nazionale 'Domenico Cotugno', com'era nei piani della Provincia.
Con l'ultima versione del piano, approvata a marzo 2020, pareva si fosse trovata una quadra: in sostanza, si è stabilito di delocalizzare le scuole De Amicis e Carducci nell'area della collina di Collemaggio; lo storico immobile che ospitava le classi in via San Bernardino, una volta completata la ristrutturazione, dovrebbe ospitare alcuni uffici comunali e, tra le altre cose, la sede dell'Accademia medica. Si è previsto, inoltre, di cedere, a seguito di permuta, l'ex Carducci in viale Duca degli Abruzzi all'Azienda per il diritto allo studio per realizzarvi la nuova casa dello studente; in cambio, il Comune dovrebbe entrare in possesso del sedime dove sorgeva lo studentato in via XX Settembre per realizzarvi un monumento alla memoria delle vittime del sisma.
Inoltre, si è stabilito di 'cedere' alla Provincia l'area dell'ex caserma Rossi per la costruzione del nuovo edificio del Convitto nazionale 'D. Cotugno' con i Licei annessi; allo scopo, era allocato uno stanziamento di 13,1 milioni di euro a valere sulla delibera Cipe 111/2017.
Sono passati poco più di due anni.
Oggi scopriamo che, con una inversione di rotta, alla ex caserma Rossi s'intende realizzare il comando dei Vigili del fuoco. E la nuova sede del Cotugno? Non verrà più realizzata; nonostante i proclami, gli studenti e le studentesse dei licei annessi - compreso il Liceo Classico, storicamente collocato sotto i portici - resteranno nella sede di Pettino.
La vicenda del Cotugno è emblematica: inizialmente, il Ministero dell'Istruzione aveva concesso alla Provincia dell'Aquila un finanziamento da 6,7 milioni per l’adeguamento sismico della sede di via da Vinci; di concerto col Comune, però, la Provincia decise di optare per la costruzione di una scuola ex novo: dunque, rinunciò al finanziamento per accedere ad un altro stanziamento, quello da 13,1 milioni di euro, per la realizzazione del nuovo edificio che, prima, si era pensato di localizzare a Collemaggio e, poi, alla ex Caserma Rossi appunto. Intanto, la Provincia - con fondi del suo bilancio - ha adeguato sismicamente e a livello energetico la struttura di Pettino spiegando che, una volta costruita la nuova scuola, avrebbe ospitato uffici dell'Ente.
E' andata diversamente.
Si è perso, dunque, il finanziamento da 6,7 milioni che, a questo punto, poteva essere utilizzato dirottando le risorse del bilancio provinciale su altri interventi; lo stanziamento da 13,1 milioni, a quanto si è capito, si tenterà di rimodularlo in favore dell'Istituto d'Aosta.
Nel frattempo, a fine novembre 2021 è stato almeno nominato il gruppo di lavoro tecnico che dovrebbe lavorare alla localizzazione, nell'ex Ospedale psichiatrico di Collemaggio, di un nuovo polo scolastico che dovrebbe ospitare 6 sezioni della scuola dell'infanzia San Bernardino, 4 della Scuola primaria De Amicis e 4 della scuola secondaria di primo grado Carducci. In questo modo, verrebbe realizzato un unico polo afferente all'Istituto comprensivo Carducci garantendo la verticalizzazione di tutto il primo ciclo di istruzione attraverso l'aggregazione della scuola dell'infanzia di San Bernardino, della scuola primaria De Amicis e della scuola secondaria di primo grado Carducci.
Il progetto prevede "il recupero e il miglioramento sismico del patrimonio edilizio esistente oltre che il miglioramento delle condizioni di accessibilità all'area". Non è dato sapere, però, a che punto è il lavoro del gruppo tecnico e se il patrimonio edilizio esistente sia entrato effettivamente nella disponibilità del Comune dell'Aquila.
Non solo.
Non si hanno ancora notizie della formalizzazione della permuta con l'Adsu per realizzare lo studentato sul viale. E non è chiaro, tra l'altro, se e dove verranno ricostruite le scuole del Torrione e di San Francesco che il sindaco aveva chiarito di voler portare nella ex caserma Rossi.
Stando alle scuole di competenza provinciale, il consigliere delegato Vincenzo Calvisi ha spiegato sulle pagine de 'Il Centro' che verranno ricostruite ex novo l'ex Itas di viale Duca degli Abruzzi e l'Ipsiasar a Pineta Signorini: l'auspicio è di aggiudicare almeno i lavori per viale Duca degli Abruzzi nel 2023. Tempi lunghi, insomma.
Pezzopane: "Sulla ricostruzione delle scuole è notte fonda; ora, bisogna cambiare rotta"
"I ragazzi delle scuole comunali con indici di vulnerabilità non accertati saranno collocati a settembre in altri edifici, valutando situazioni architettoniche idonee con la ricognizione di spazi pubblici disponibili. Lo prometteva il sindaco uscente, Pierluigi Biondi, in campagna elettorale, nel giugno 2017. Sono passati cinque anni: i ragazzi delle scuole comunali sono ancora negli edifici di allora; in questi anni di mandato, il sindaco ha inaugurato due scuole – soltanto due – l’infanzia e primaria di Arischia e la primaria Mariele Ventre di Pettino, a conclusione di procedimenti che erano stati avviati dalla passata amministrazione. Per il resto, è notte fonda".
Si legge in una nota della deputata dem Stefania Pezzopane, candidata sindaca del centrosinistra alle amministrative di giugno.
"E’ un dato di fatto incontrovertibile che soltanto le scuole sotto soglia abbiano iniziato, soltanto iniziato, l’iter di ricostruzione; il risultato è che un bambino nato nel 2017, anno d’insediamento del sindaco Biondi, l’anno prossimo avrà l’età per andare a scuola e lo farà ancora in un musp. Ad oggi, manca un piano compiuto sul futuro assetto del patrimonio edilizio scolastico e, intanto, le scuole superiori restano in edifici vecchi, soltanto adeguati a livello sismico, sebbene ci fosse la possibilità di ricostruire scuole nuove, sicure e moderne. Eppure, in questi anni mi sono battuta con forza, in Parlamento, per ottenere fondi e deroghe che consentissero ai sindaci del cratere di assumere poteri commissariali mai avuti prima per accelerare i processi di ricostruzione. Non è servito a niente".
Ciò che è accaduto negli ultimi giorni racconta della mancata programmazione di questa amministrazione, della totale assenza di una idea di città, l'affondo della deputata dem: "con un cambio di rotta improvviso, si è deciso di realizzare il comando dei Vigili del fuoco alla ex caserma Rossi, laddove era stato annunciato prima un campus scolastico, con la costruzione di nuovi edifici per la De Amicis e la Carducci e, poi, era stata localizzata, almeno a parole, la nuova sede dei licei annessi al Cotugno. Oggi scopriamo che si ricomincia daccapo. Con l’aggravante che è andato perso il finanziamento da 6,7 milioni concesso dal Ministero dell’Istruzione alla Provincia per l’adeguamento sismico della sede dei Cotugno a Pettino avendo deciso, Provincia e Comune a guida centrodestra, di optare per la costruzione di una scuola ex novo, a valere di un altro finanziamento da 13 milioni di euro. Dunque, si è proceduto con fondi della provincia all’adeguamento dell’edificio di Pettino che, si è detto, sarebbe stato destinato ad ospitare uffici dell’Ente non appena si sarebbe inaugurata la nuova scuola. Ed invece, la nuova scuola non verrà realizzata: gli studenti e le studentesse resteranno nella sede di via da Vinci e il finanziamento da 13 milioni verrà dirottato altrove. Un processo amministrativo folle, che dimostra, una volta di più, l’inadeguatezza di questa giunta comunale".
A nulla è servito il grido d’allarme lanciato dal capogruppo del Pd Stefano Palumbo - aggiunge Pezzopane - "che già da ottobre scorso aveva provato a suggerire proposte concrete per scongiurare il rischio di perdere le risorse; ma si sa, quando una proposta viene dall’opposizione è meglio farla cadere nel vuoto".
Ora, è davvero tempo di cambiare rotta. "Se gli aquilani mi accorderanno la loro fiducia, una delle prime azioni da sindaca sarà convocare gli Stati generali della scuola, con la partecipazione di studenti, insegnanti, famiglie e comitati. Va adottato, immediatamente, un piano strategico dell’edilizia scolastica che preveda, tra l’altro, un polo scolastico in centro storico, verticale dall’asilo nido e fino alle superiori. Per farlo, ci vuole un assessorato dedicato che si occupi, a tempo pieno, di edilizia scolastica rafforzando col personale necessario gli uffici comunali dedicati: una vera e propria task force. Servono meno comunicatori per la propaganda del sindaco e più funzionari per far ‘correre’ le carte".