All'indomani della riunione con il sottosegretario Giovanni Legnini e con i parlamentari abruzzesi sul testo di legge da portare in Parlamento, la senatrice Stefania Pezzopane prova ad accellerare i tempi.
"Sarà una legge di svolta", promette la democrat. “Il testo di legge dovrà colmare le lacune che tuttora ci sono nel processo di ricostruzione. Dopo la riunione di ieri - incalza - bisogna accelerare l’iter del testo che sarà una legge in sede deliberante. Continuano anche nelle ultime ore a giungermi contributi e spunti interessanti, che saranno recepiti nel provvedimento legislativo".
È chiaro che, anche alla luce delle recenti notizie sulle infiltrazioni malavitose, e a qualche ora dalla missione a L'Aquila della Commissione parlamentare Antimafia proprio su impulso di Pezzopane, bisognerà porre un accento particolare sulla ricostruzione privata. "Il che non equivale a dire che le norme della ricostruzione privata dovranno essere speculari a quella pubblica, né che la nuova legge ingesserà i cantieri", spiega però la senatrice del Partito Democratico. "Al contrario i lavori devono procedere con ritmi serrati, ma anche con maggiori controlli, per evitare ulteriori ombre nella gestione degli appalti. La visita della Commissione parlamentare antimafia e le dichiarazioni dell’on. Bindi andavano in questa direzione".
Dunque, la proposta al governo: "Chiediamo di adottare un testo di legge che dia certezze sul flusso delle risorse, sui tempi e sui controlli. Lo ribadiremo anche a Renzi quando verrà all’Aquila. Sarà quella l’occasione per una verifica puntuale delle nostre richieste al governo”.
Insomma, è necessario un salto di qualità nella ricostruzione. Ne è consapevole il vice presidente della Giunta Regionale, Giovanni Lolli: "L’azione giudiziaria nei confronti del sindaco Cialente, la protesta del sindaco Biondi, la denuncia dei sindacati e delle categorie produttive sui ritardi per la ricostruzione, la rinnovata aggressione sulla vicenda della restituzione dei tributi sospesi: sono tutti segnali che impongono un salto di qualità".
Lolli sottolinea come senta la responsabilità politica di una 'filiera della ricostruzione' che dal Governo, passando per la Regione e fino all'amministrazione del Comune dell'Aquila, è un monocolore del Partito Democratico: "Io e la mia parte politica non sfuggiamo ai nostri doveri. Il grande consenso che ci è stato tributato alle ultime elezioni e i posti di responsabilità che occupiamo in molti comuni del cratere e alla Regione, oltre che naturalmente al governo nazionale, ci dicono che tocca a noi, ricordando sempre che la ricostruzione non ha colore politico e che quindi occorre coinvolgere tutti coloro che si vogliono impegnare. Occorre dare un segno di discontinuità sul metodo, perché una parte delle scelte fatte in questi anni sono state compiute senza ascoltare il territorio, e questo ha prodotto danni ed errori".
Poi, lo sguardo corre di nuovo alla visita di Matteo Renzi, tra agosto e settembre, alle proposte da sottoporre al Presidente del Consiglio: "E’ importante in questa fase che il presidente del Consiglio abbia annunciato una visita all’Aquila. Dobbiamo farci trovare pronti, tutti, e aver istruito per quella data sotto forma di proposte tre grandi capitoli. Innanzitutto va affrontato e risolto con la prossima legge di stabilità il problema posto da Biondi e Cialente, va trovata la soluzione per garantire all’Aquila e al cratere un flusso di risorse adeguato e costante sulla base del quale sia possibile programmare i tempi e le procedure della ricostruzione, risolvendo una volta per tutte il problema dell’autorizzazione da parte dell’Europa al meccanismo delle anticipazioni. Al momento, con gli stanziamenti programmati dal Cipe, non arriviamo a coprire nemmeno l’anno in corso".
Va poi affrontata la questione delle risorse per il lavoro e lo sviluppo, continua Lolli. "Dopo avere conquistato, con il meccanismo del cinque per cento dei fondi per la ricostruzione alle attività produttive, il triplo delle risorse che i fondi comunitari mettono a disposizione per tutto l’Abruzzo, ci troviamo a fare i conti con regole e procedure farraginose imposte dallo Stato, che rendono le risorse di fatto inutilizzabili. Occorre scardinare questo paradosso". Infine, alcuni nodi andranno sciolti sul versante delle regole. "La legge Barca ha determinato una notevole semplificazione e conseguente accelerazione delle procedure, tuttavia vanno ancora migliorati i controlli nella ricostruzione privata (senza ingessarla), va vietata la cedibilità dei contratti e il pignoramento dei contributi e inoltre bisogna procedere a un chiarimento e a uno snellimento di alcune procedure, azioni che chiamano in campo anche la Regione per le sue competenze urbanistiche. Ai precari impegnati nella ricostruzione, forza lavoro vitale che ci sta permettendo di andare avanti con le pratiche e i lavori, va infine dato un quadro di certezze".