Venerdì, 10 Giugno 2022 14:46

Le casette post-sisma 'incendiano' le ultime ore di campagna elettorale

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Che la convocazione di una conferenza stampa all'ultimo giorno di campagna elettorale, per parlare di legittimazione delle casette realizzate nell'immediato post terremoto sulla base della contestata delibera 58, potesse accendere lo scontro tra le coalizioni in campo era abbastanza prevedibile. 

E così è andata. 

Stamane, il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo ha convocato la stampa a palazzo Fibbbioni; accanto a lui, il sindaco uscente e ricandidato Pierluigi Biondi oltre all'assessore comunale Francesco Bignotti e al consigliere comunale Luca Rocci, presidente della Commissione consiliare territorio, entrambi ricandidati al Consiglio comunale nella lista L'Aquila futura proprio come Roberto Santangelo. 

"Da oggi le casette post sisma autorizzate sono legittimate", si leggeva nella convocazione della conferenza cui hanno preso parte anche cittadini evidentemente interessati alla vicenda. 

Sul tavolo, la così detta 'Legge Santangelo', nello specifico l'articolo 23 della Legge regionale 29/2020 che recita: “I comuni abruzzesi delle aree dei crateri sismici 2009 e 2016, nell’ambito della propria potestà pianificatoria e regolamentare in materia, possono adeguare i rispettivi strumenti urbanistici, anche in deroga al limite di dimensionamento dei piani, al fine di ricomprendere in aree edificabili, i lotti interessati da strutture a manufatti temporanei realizzati a seguito degli eventi sismici, a condizione che gli stessi siano conformi a titoli autorizzativi e/o comunicazioni previsti ovvero alla normativa emergenziale emanata a seguito degli eventi sismici. L’adeguamento in deroga è limitato alle volumetrie effettivamente realizzate”.

Il provvedimento è passato al vaglio della Corte costituzionale, a seguito dell'impugnativa del Consiglio dei Ministri; ebbene la Suprema Corte, con sentenza 92/2022 del 12 aprile scorso, non ha rilevato alun vizio di legittimità costituzionale: "Non si tratta di sanare ma di stabilizzare manufatti legittimamente realizzati nel rispetto della delibera 58", hanno inteso ribadire Santangelo e Biondi; infatti, "la legge regionale esclude espressamente quegli edifici che non presentano il titolo abitativo o costruite in totale difformità o con variazioni rispetto allo stesso. Sono esclusi, altresì, gli edifici nei centri storici o nei nuclei antichi o quei manufatti che ricadono in aree vincolate o sottoposte a tutela dal punto di vista ambientale, idrogeologico o paesaggistico".

Pertanto, hanno aggiunto, ai Comuni abruzzesi viene "attribuita la facoltà di consentire una deroga al limite di dimensionamento dei piani con la finalità di agevolazione e di limitare il consumo del suolo a fini edificatori. La legge regionale in oggetto non permette di realizzare nuovi insediamenti ma riconosce 'uno stato di fatto ormai consolidato nel tempo'".

Di qui, l'impegno del centrodestra a promuovere, fin dall'inizio della prossima consiliatura, un provvedimento per stabilizzare le cosiddette casette post-sisma. "Il Comune dell'Aquila, nell’ambito della propria potestà pianificatoria e regolamentare in materia, si muoverà per adeguare gli strumenti urbanistici, coerentemente con quanto previsto dalla normativa regionale vigente, al fine di regolarizzare i manufatti legittimamente realizzati per dare ai cittadini che attendono ancora di rientrare nelle abitazioni principali e che hanno scelto tra tante difficoltà di restare all'Aquila, la certezza di avere un luogo dove poter continuare a vivere in strutture legittimate".

"Finalmente - hanno aggiunto Santangelo e Biondi - potranno essere date risposte a tutti quei cittadini che, a proprie spese, e senza gravare sui costi dello Stato per l'assistenza alla popolazione, non percependo alcuna forma di sostegno economico, hanno realizzato un’abitazione, in maniera diligente e conformemente a quanto previsto dalla delibera 58 del 2009. Non si tratta di una sanatoria, che pure in altre parti d’Italia è stata autorizzata, ma di una stabilizzazione di un diritto, quello alla casa, come stabilito dalla Consulta. Un provvedimento che riguarderà chi si è attenuto alle regole e non coloro che hanno costituito in aree a rischio idrogeologico o sottoposte a vincolo paesaggistico".

Occorrerà un po'di tempo, è stato ribadito, ma la strada è tracciata ed esistono esempi nel territorio, i Comuni di Barete e Ocre che hanno già avviato i procedimenti sulla base della legge regionale per stabilizzare i manufatti realizzati nel post terremoto. "Precedenti che ci lasciano fiduciosi sulla possibilità che anche nel nostro Comune possano essere attuate positivamente, anche nel nostro Comune".

Il prossimo Consiglio comunale sarà chiamato, in sostanza, a recepire la norma nelle modalità che riterrà più opportune: se così andrà, ha chiarito Santangelo, verrà pubblicata una manifestazione d'interesse per i proprietari delle casette che vorranno stabilizzare i manufatti e, dunque, a seguito dei dovuti controlli, si procederà con una variante in deroga al Prg. 

Parliamo di poco più di 1000 manufatti. 

Fin qui, il centrodestra.

Poco dopo la conferenza stampa di Santangelo e Biondi, nel comitato elettorale della candidata sindaca di centrosinistra Stefania Pezzopane a convocare i giornalisti sono stati l'ex assessore comunale con delega all'urbanistica Pietro Di Stefano e i consiglieri uscenti, e ricandidati, Stefano Palumbo (Pd), Paolo Romano (L'Aquila nuova) e Lelio De Santis (99 L'Aquila) che, denunciando la "strumentalizzazione a fini elettorali" della vicenda, hanno spiegato, di fatto, che la così detta Legge Santangelo è "completamente inutile".

"La soddisfazione espressa dal vice presidente del Consiglio regionale per la sentenza della Corte Costituzionale che riconosce alla legge regionale 29/2020 di attribuire legittimamente ai comuni abruzzesi “… la facoltà di consentire una deroga al limite di dimensionamento dei piani con la finalità di agevolazione e di limitare il consumo del suolo ai fini edificatori”, farebbe solo sorridere, ma oggi, diventando annuncio trionfale a conclusione della campagna elettorale del sindaco uscente con una conferenza stampa espressamente dedicata alla legittimazione delle casette, assume i contorni inquietanti della più bieca deviazione della corretta informazione al cittadino, su cui non possiamo tacere", l'affondo.

"I cittadini devono sapere che le prerogative di indirizzo e definizione delle attività tecnico-amministrative delle strutture comunali e, per eccellenza, della pianificazione e gestione del territorio sono attribuite al Consiglio Comunale dal D.Lgs. 267/2000 (Testo unico degli Enti locali), non da una legge regionale", ha chiarito Pietro Di Stefano. Invece, la legge regionale 29/2020 "si pregia, così afferma Santangelo, di aver concesso ai Comuni del cratere sismico, addirittura 'in deroga', una potestà pianificatoria e regolamentare già sancita dalla legge dello Stato".

In poche parole, stamane il sindaco uscente e il vice presidente del Consiglio Regionale hanno comunicato ai cittadini che "il legislatore regionale, con l’art. 23 della legge 29/2020, al comma 1 ha concesso ai Comuni del cratere sismico nientemeno che la facoltà di fare pianificazione generale e, al comma 2, che tale facoltà va esercitata nientemeno che ai sensi delle disposizioni della LR 18/1983 relative alla formazione e approvazione delle varianti urbanistiche".

Due sono, quindi, "le gravissime, intollerabili falsità", come le definisce il centrosinistra.

La prima, "che la legge regionale legittimi le 'casette' autorizzate, come recita il titolo straordinariamente fake della conferenza stampa di oggi"; la seconda, "che attraverso la consapevole distorsione della realtà giuridica e tecnica della legislazione urbanistica nazionale e regionale, il sindaco uscente spaccia un inutile articoletto di legge regionale per la soluzione attesa da tanti cittadini che solo la pianificazione generale, solo una norma urbanistica attuativa di competenza comunale può e deve realizzare in termini effettivi ed efficaci".

A farla breve, stando al centrosinistra la norma di Santangelo non serve a nulla perché il Consiglio comunale avrebbe già potuto, nella sua inviolabile sovranità di gestione del territorio, muoversi nella direzione della legittimazione, come è accaduto - ha voluto ricordare Di Stefano - con la variante di salvaguardia delle così dette 'aree bianche', quelle a vincolo decaduto, per le casette realizzate secondo i crismi della delibera 58 ivi ricadenti.

"Va aggiunta una terza, forse più intollerabile evidenza: il fatto che tale captatio si rivolga a cittadini che hanno correttamente applicato le disposizioni comunali sulla realizzazione di soluzioni abitative di emergenza, nel pieno dramma del post sisma, e che per tanti anni sono stati assillati dalla minaccia di un’ordinanza di demolizione, pone l’iniziativa di stamattina sotto una luce di sconcertante strumentalizzazione della buona fede della comunità amministrata. Tant’è che la passata amministrazione non ha avuto bisogno di ri-scrivere su una legge regionale ciò che è uno dei compiti primari di un Comune: ottenere, cioè, per i manufatti temporanei la necessaria 'doppia legittimità': quella derivante dal deposito correttamente effettuato ai sensi della delibera 58/2009 unita alla conformità ex post attraverso una specifica norma urbanistica generale".

La passata amministrazione, come detto, "ha esercitato la potestà pianificatoria in tema di regolarizzazione delle 'casette', la prima volta, con la variante di salvaguardia delle cosiddette aree 'a vincolo decaduto', che contiene una specifica misura, peraltro utilizzata dalla stessa amministrazione Biondi per regolarizzare casette realizzate su quelle destinazioni urbanistiche; la seconda, nella proposta di nuovo Piano Regolatore Generale, colpevolmente ignorata dall’amministrazione Biondi. La proposta di nuovo Piano Regolatore - responsabilmente consegnata alla città con una delibera di marzo 2017, prima delle elezioni, affinché non diventasse tema elettorale, ma luogo per eccellenza di partecipazione e condivisione con i cittadini – era già corredata dell’intesa con la Provincia dell’Aquila sul dimensionamento del nuovo PRG - ha tenuto a ribadire Pietro Di Stefano - presupposto pianificatorio per eccellenza di ogni nuovo piano, atto urbanistico sufficiente e necessario (mai conseguito da nessuna delle amministrazioni che nel tempo si sono misurate nella ripianificazione comunale) attraverso il quale sono calcolati gli abitanti già insediati sul territorio e quanti altri è possibile insediarne".

Di Stefano ha mostrato gli atti: in effetti, "nel dimensionamento residenziale ufficiale della proposta di nuovo PRG, assentito dalla Provincia dell’Aquila ai sensi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, le casette regolarmente depositate sono state calcolate a tutti gli effetti nella situazione insediativa consolidata, alla stregua del Progetto CASE, delle varianti al PRG approvate e di altre realtà strutturate sul territorio, su cui sono stati calcolati gli standard di legge. L’assessore D’Eramo, nella sua fulminea apparizione al settore Urbanistica, disse che avrebbe approvato il nuovo piano entro sei mesi. Se avessero mantenuto la promessa a quest’ora le casette regolarmente depositate erano tutte legittime. Bastava pianificare. Bastava amministrare", l'affondo di Palumbo, Romano e De Santis.

Per intendersi, la sintesi della replica del centrosinistra a Santangelo e Biondi è che non serviva la norma portata all'attenzione del Consiglio regionale, e stamane rivendicata, per procedere con una variante generale al PRG così da stabilizzare le 'casette' costruite nel rispetto della delibera 58; tuttavia, trattandosi appunto di una variante generale, e non puntuale, al Piano regolatore vigente, risalente come noto al 1975, la passata amministrazione aveva preferito muoversi nella direzione dell'approvazione del nuovo PRG che, ha sottolineato Di Stefano, sarebbe stato pronto tra la fine del 2017 e l'inizio 2018 con la stabilizzazione delle casette. Il centrodestra, insediatosi a luglio 2017, ha gettato al macero il lavoro fatto. E nonostante ciò, avrebbe potuto comunque, in questi anni, procedere con la legittimazione perseguendo, appunto, la strada della variante urbanistica così come già previsto dalle norme, che è ciò che sentenzia, di fatto, la Corte Costituzionale chiamata ad esprimersi sulla norma Santangelo. 

 

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