Venerdì, 24 Giugno 2022 15:23

Caso Ciamponi, è scontro politico sulla 'difesa' di Marsilio

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Continua a far discutere la presa di posizione del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio che, in una nota, ha inteso difendere a spada tratta il direttore generale della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi, rinviato a giudizio nell'ambito dell'inchiesta su presunti appalti truccati

Parole, quelle di Marsilio, che hanno scatenato la reazione dell'Associazione nazionale magistrati [qui]; il governatore, in queste ore, ha provato a spegnere la polemica: "non delegittimo nessuno, tant’è vero che mi affido al giudizio della magistratura stessa, nutrendo la certezza che saprà far emergere la verità dei fatti. E ho manifestato in tempi e occasioni ‘non sospetti’ la stima, la considerazione e la piena collaborazione con le procure e i tribunali abruzzesi" le sue parole. "Aggiungo che sono grato alla procura di Pescara per l’importante contributo che sta dando nello scoperchiare pratiche illecite odiose e intollerabili. Rivendico il diritto di esprimere il mio giudizio senza che questo debba essere trasformato in un conflitto istituzionale, che non esiste ed è oggettivamente esagerato evocare. Nessun ruolo e nessun ufficio è insindacabile". 

Tuttavia, lo scontro con i magistrati è diventato un 'caso' politico. "È sempre controproducente e tendenzialmente inopportuno ingaggiare sterili polemiche politiche su delicate vicende giudiziarie. Ma le parole pronunciate ieri da Marsilio sono fuori dalla grazia di Dio" l'affondo di Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese.

"È davvero difficile collocarle e commentarle", ha aggiunto Fina. "Al netto della naturale indignazione dell’ANM Abruzzo, non capiamo come sia possibile che un Presidente di Regione possa dimenticare il fondamentale principio di separazione dei poteri. Evidentemente l’eccessiva frequentazione di Giorgia Meloni con leader illiberali sta producendo un pericoloso scivolamento anche nelle posture istituzionali dei suoi luogotenenti".

Marsilio esprime giudizi sommari su una complessa inchiesta, la stoccata del segretario regionale dem, "si improvvisa avvocato difensore (tra l’altro facendo presumibilmente molto danno agli indagati che pensa di proteggere), giudica il suicida Trotta senza nemmeno riguardo umano, dice agli inquirenti come dovrebbero fare il loro lavoro e ai giudici chi dovrebbero rinviare a giudizio, straparla di un 'catorcio'. Insomma in un solo colpo Marsilio fa l’inquirente, l’avvocato, il giudice e il comico. Fa tutto tranne che il Presidente di Regione; evidentemente la nostra terra non ha grandi problemi da affrontare. In tutto questo è triste ricordare che, quando Marsilio parla di Sabatino Trotta, parla di una persona candidata per il suo partito nelle ultime elezioni regionali. Suggeriamo al Presidente della Regione di scusarsi e tornare al suo lavoro, evitando incidenti istituzionali e rispettando le inchieste, fermandosi semmai all’appello a tutti affinché si difendano nel processo e non dal processo".

Duro il commento del capogruppo di Abruzzo in Comune, il consigliere regionale Sandro Mariani: "Marsilio non può pensare di derubricare un attacco frontale alla magistratura pescarese su di un procedimento aperto, che vede coinvolto il direttore generale della Asl di Pescara e altre persone, a semplice diritto di critica, rimarcando di poter esprimere un suo personale giudizio perché si tratta del giudizio espresso non da un semplice cittadino ma da una figura istituzionale di alto spessore come appunto il Presidente della Regione Abruzzo che, oltretutto, è colui che ha nominato il manager oggetto di indagini. Che dire: il silenzio in questo caso sarebbe stato d’oro".

Senza entrare poi nel merito di una vicenda giudiziaria che sarà la magistratura a dover chiarire, "vorrei però stendere un velo pietoso sul cattivissimo gusto del governatore Marsilio che ha tirato in ballo, nel suo 'j’accuse' alla magistratura abruzzese, le condotte di una persona che oggi non può più difendersi, considerato che non c’è più", ha aggiunto Mariani.

"Marsilio purtroppo non smette mai di stupirci in negativo, ridisegnando ogni giorno i contorni di un mandato istituzionale che lo ha visto, più volte, andare oltre i limiti della normale dialettica politica e quelli che sono i confini del buon senso. In particolare il Presidente di Fratelli d’Italia pare non accettare quelli che sono i vincoli imposti al suo ruolo dalla correttezza istituzionale, preferendo entrare a gamba tesa con giudizi di merito parziali e personali, parlando senza mezzi termini di errori giudiziari in una vicenda giudiziaria che è tutt’ora in corso al posto di serbare un silenzio che in questo caso potrebbe essere l’unica cosa opportuna da fare. Non capisco come il Presidente possa essersi lasciato andare ad un intervento istituzionalmente così 'volgare', forse preda dell’emotività o della necessità di lanciare segnali di fumo".

Nel tempo in cui si discute l'autonomia differenziata, la nota del deputato di Italia viva Camillo D'Alessandro, "in Abruzzo il presidente Marsilio vorrebbe introdurre il giudizio differenziato, cioè come gli pare, a favore di chi gli pare, entrando nel merito delle prove testimoniali. E che ne sa lui? Che informazioni ha? Mi appassiona poco il comunicato dell’ANM; da renziano che ha fatto la battaglia per i Si ai referendum sulla giustizia, da chi combatte contro l’ingerenza della magistratura sulla politica, e proprio perché credo nella autonomia dei poteri, trovo però allucinante che il presidente di una regione possa giudicare e assolvere il direttore generale che ha nominato lui stesso e tra l’altro nel modo più odioso, stabilendo anche il colpevole che in questo caso non può più difendersi, parlare e replicare".

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