Sollecitato dalla presa di posizione del consigliere regionale del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci contro la chiusura dei piccoli uffici postali, l'ex sindaco di Secinaro, Giuseppe Colantoni, avanza una proposta per ripensare ex novo gli uffici postali dei boghi montani e delle aree interne: "Va ripensato un nuovo tipo di ufficio ad “hoc” per i territori montani, nella nuova società 2.0. E va pensato anche un impiegato diverso, con nuove capacità per poter operare".
Di seguito la nota completa.
"Apprezzo l’intervento del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci" scrive Colantoni "per la sensibilità avuta contro la politica di chiusura progressiva degli uffici postali dei piccoli comuni delle aree interne della nostra Regione".
"Secondo il mio parere non si tratta solo di rimodulazione degli uffici postali, bensì di pensare a un nuovo tipo di ufficio per le aree interne. Condivido positivamente, inoltre, il coinvolgimento della Regione Abruzzo per la richiesta di un vertice con le Poste Italiane".
"Volendo apportare un contributo di idee utili alla rivitalizzazione dei nuovi uffici polifunzionali, pubblico di seguito la nota inviata qualche giorno fa attraverso Fb
all’Associazione dei Piccoli Comuni"
Uffici polifunzionali nelle aree interne - Una proposta
"Quel che sta accadendo con la scomparsa progressiva degli uffici postali è molto preoccupante".
"Non interessa solo i territori della provincia abruzzese, ma tutte le aree interne della nostra penisola".
"E’ indubbio che tali uffici per anni sono stati visti dalla popolazione come luoghi con svolgimento di funzione sociale, dove gli anziani ritirano direttamente la pensione, dove si rivolgono familiarmente all’impiegato che conoscono e chiedono un consiglio sul risparmio e come utilizzarlo al meglio. Ora tutto è cambiato".
"L’Ufficio o è stato chiuso, o viene aperto due giorni a settimana, con gravi ripercussioni sulla socialità, sulla qualità della vita e anche sull’economia del territorio. Se ciò è dovuto, come giusto che sia, alla globalizzazione, a una nuova economia in cui la nazione intera trova difficoltà ad integrarsi, è pur vero che va pensato un nuovo ufficio che svolga più funzioni per la gente di montagna in cui non si perda il contatto” de visu” con gli addetti e si conservi la caratteristica della socialità, della comunicazione e della fiducia".
"Affinché i piccoli comuni di montagna vivano, è necessario che la gente ci possa vivere, che ci possa lavorare e avere i servizi essenziali come quelli che stiamo trattando di cui una comunità moderna necessita e che non manchino agli operatori commerciali, artigianali e ai turisti occasionali".
"Pertanto, va ripensato un nuovo tipo di ufficio ad “hoc” per i territori montani, nella nuova società 2.0".
"E va pensato anche un impiegato diverso, con nuove capacità per poter operare".
"Trasformare gli Uffici postali di Montagna in Uffici polifunzionali dove potranno essere venduti i prodotti esclusivi delle Poste Italiane, avere un punto internet a servizio dei turisti, erogare i servizi postali, bancari, disbrigare gli adempimenti con la Provincia, rilasciare i certificati del Catasto, espletare le pratiche con l'Agenzia delle Entrate, con l'Inps, patiche automobilistiche con l’A.C.I. , mediante apposita convenzione tra gli Uffici interessati, i Comuni e con la regia dell’Assessorato gli Enti Locali della Regione".
"Nel contempo avere dipendenti preparati in materia e riconvertiti alle nuove esigenze degli Uffici polifunzionali".
"Nel caso in cui le Poste Italiane non prendessero in considerazione la risoluzione secondo la prospettiva illustrata, esistono oggi sul mercato altri Soggetti in grado di offrire gli stessi servizi con gli attuali standard delle Poste con i quali intavolare un discorso che porti all’Ufficio richiesto offrendo loro, come incentivo, i risparmi che le popolazioni interessate hanno in deposito presso le casse delle Poste Italiane".
"E’chiaro che serve una regia regionale che prenda l’iniziativa che in tutto questo tempo è mancata".
"Solo così potremo dare una mano ai piccoli Comuni, a farli vivere. E a non far morire la loro storia, la loro cultura, le loro tradizioni, il loro dialetto".