"Abbiamo individuato nel bilancio della Regione le risorse che per il 2014 garantiranno la quota di compartecipazione, in modo da non gravare sui bilanci di Comuni e famiglie".
Ad annunciarlo, al termine di un incontro con Cgil, Cisl e Uil sulla compartecipazione alle spese sanitarie, è stato l'assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci.
La giunta D'Alfonso fa dunque dietrofront rispetto ai decreti (il 92 e 93) emenati dallo stesso presidente (commissario ad acta alla sanità) il 13 agosto scorso.
In base ai decreti, le spese di compartecipazione sulle prestazioni riabilitative in strutture private per disabili fisici e psichici e anziani non autosufficienti sarebbero dovute spettare ai Comuni di residenza. Ma poiché questi ultimi non hanno coperture di bilancio in materia, i provvedimenti avrebbero finito per scaricare i costi della riabilitazione sulle spalle di chi già soffre.
Secondo i calcoli fatti dai sindacati, il ticket a carico dell’utente (o sulla carta del Comune) sarebbe dovuto ammontare al 30 per cento di una spesa complessiva per prestazione di 87,67 euro, nel caso di un’assistenza territoriale semi-residenziale per disabili gravi; e rispettivamente al 30 e al 60 per cento di una spesa per prestazione di 111,14 euro, nel caso di un’assistenza territoriale residenziale per disabili gravi e per disabili privi di sostegno familiare.
Ciò avrebbe significato, per esempio, che questi ultimi, ipotizzando un ciclo ininterrotto di trenta prestazioni al mese, avrebbero dovuto pagare quasi 2mila euro al mese.
I due decreti si riferiscono a malati cronici, a regimi “estensivi e in lunga assistenza” nelle strutture private ex art. 26.
“Questo ticket è illegittimo e iniquo ed esclude intere fasce di pazienti dai servizi: rischia di far saltare per aria il sistema” ha dichiarato Davide Farina, segretario abruzzese della Cisl Fp (Funzione pubblica). "Molti pazienti saranno costretti a tornare alle proprie famiglie, ammesso che le abbiano, non potendosi permettere un simile esborso”.
Sarebbe stato difficile, per D'Alfonso, che in campagna elettorale sulla sanità aveva preso tutt'altri impegni - promettendo "coccole sanitarie" per i pazienti, che sarebbero stati "presi in braccio" dalla Regione - giustificare un provvedimento simile, che persino il suo predecessore, Gianni Chiodi, fu costretto a ritirare, dopo la levata di scudi di associazioni e sindacati.
I decreti, che recepivano una norma nazionale rispetto alla quale la Regione era inadempiente, sarebbero dovuti entrare in vigore a partire dal prossimo 1° ottobre.
La copertura annunciata da Paolucci riguarda solo il 2014. Ma l'assessore alla sanità (che ha anche la delega al bilancio) ha promesso che la Regione lavorerà per assicurare la copertura anche per il 2015, per una quota pari all'80%, laciando il restante 20% ai Comuni.
"Ringrazio le organizzazioni sindacali per il contributo operativo" ha dichiarato Paolucci "perché il sistema di protezione sociale che bogliamo costruire non può lasciare nessuno senza rete. sicuramente si interverrà garantendo tutti i servizi per la fasce di reddito più basse e laddove il regime della compartecipazione non dovesse slittare al 2015 l'Abruzzo ha comunque trovato le risorse che consentiranno agli utenti di poter contare su una copertura pressoché totale dei costi sanitari per tutto l'anno in corso".
"Per il 2015" ha continuato Paolucci "ci sarà ugualmente un ruolo centrale della Regione, che sta procedendo comunque a tappe forzate verso l'adeguamento alla normativa nazionale e verso le prassi già fatte proprie da altre Regioni. L'aver individuato le risorse tuttavia è solo il primo passo perché vogliamo rendere strutturalmente efficiente il sistema e per questo avviamo una revisione profonda delle strutture: un lavoro che dovrà chiudersi entro tre mesi così da dare risposte concrete all'utenza".
"Inizia un lavoro per la riconversione e l'adeguamento delle strutture che avrà un primo check-up entro il 30 settembre e si completerà entro l'anno" ha dichiarato Paolucci. "E' doveroso ricordare che si tratta di un adempimento Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr) come prevede il dpcm del 22 novembre 2001 cui la Regione deve attenersi da 13 anni e che rappresenta una condizione necessaria per uscire dal commisariamento".
"Ringrazio le organizzazioni sindacali per il contributo operativo" ha concluso Paolucci "perché il sistema di protezione sociale che bogliamo costruire non può lasciare nessuno senza rete. sicuramente si interverrà garantendo tutti i servizi per la fasce di reddito più basse e laddove il regime della compartecipazione non dovesse slittare al 2015 l'Abruzzo ha comunque trovato le risorse che consentiranno agli utenti di poter contare su una copertura pressoché totale dei costi sanitari per tutto l'anno in corso".
Lunedì 29 settembre un nuovo incontro con i sindacati, al quale sarà presente anche l'assessore alle politiche sociali Marinella Sclocco, definirà il disciplinare della compartecipazione.