Renzi visiterà L'Aquila entro la metà di ottobre. Ad annunciarlo, il segretario del Pd cittadino Stefano Albano che ha aperto la conferenza stampa convocata a Villa Gioia, nella sala di maggioranza del palazzo del Consiglio comunale, per spiegare alla città quale profilo intende mostrare il partito al presidente del Consiglio.
Intorno al tavolo, il sindaco Massimo Cialente con il capo di gabinetto Mauro Marchetti, il vicepresidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, la senatrice Stefania Pezzopane, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il consigliere comunale Stefano Palumbo.
A mostrare che il Partito Democratico si presenterà a Renzi coeso e compatto. E con le idee chiare. "Non sarà una cerimonia", ha spiegato Albano. "La visita del presidente del Consiglio servirà per una attenta valutazione sullo stato dell'arte della ricostruzione. Vogliamo assuma degli impegni concreti".
Innanzitutto, i fondi per la ricostruzione: il disegno di legge che si sta approntando in Parlamento, e che verrà discusso in sede deliberante, agirà sulla governance e sul quadro normativo di riferimento ma non conterrà nessun nuovo stanziamento di risorse. Per quelle bisognerà aspettare ancora, anche se di strade percorribili non ce ne sono molte e bisogna fare in fretta.
"Intanto, è giusto riconoscere che Renzi ha già stanziato 250milioni con il decreto 'Sblocca Italia', immediatamente spendibili", ha sottolineato Giovanni Lolli. "Con il lavoro di Giovanni Legnini e Stefania Pezzopane, inoltre, siamo riusciti ad ottenere l'anticipo della sesta ed ultima rata - riferita in bilancio al 2019 - del miliardo e 200milioni assicurati con il 'Decreto emergenza'. E due mesi fa sono arrivati altri 460milioni dall'ultima delibera Cipe. A dire che i governi presieduti da Mario Monti ed Enrico Letta hanno messo a disposizione della ricostruzione 2miliardi di euro. Anche grazie alle azioni eclatanti assunte dal Partito Democratico cittadino che, ricordo, è arrivato a ritirare le bandiere dalla sede di viale della Croce Rossa e alle 'commedie' del sindaco Cialente".
Con i fondi assicurati, ha spiegato Lolli, la ricostruzione privata a L'Aquila avrà 'tiraggio' fino alla fine dell'anno. Dunque, non si può che ringraziare il presidente del Consiglio: "Continueremo però a batterci fino a quando non otterremo un flusso di risorse costanti e certe".
Sulle modalità attraverso le quali reperire nuovi fondi, resta valida la proposta formulata qualche settimana fa dal vice presidente regionale in un'intervista a NewsTown: "C'è una sola strada. L'Europa deve assumere un indirizzo in base al quale, per le calamità naturali riconosciute, autorizzi gli Stati a fare delle anticipazioni senza che queste finiscano nell'indebitamento netto".
L'altra strada, un po' più tortuosa, è il ricorso alla Cassa depositi e prestiti, portando però a indebitamento solo il tiraggio che si fa anno per anno e non la cifra complessiva. In tal modo, la garanzia dello Stato varrebbe solo per gli stanziamenti annuali, il famoso miliardo e mezzo. Cifra che vale circa lo 0,08% del Pil. Un valore importante ma ben al di sotto del tetto del 3%.
Con Renzi non si parlerà soltanto di risorse, però. "Abbiamo bisogno di norme", ha continuato Lolli. "Ci vorranno almeno tre o quattro mesi perché si completi l'iter in sede deliberante della Legge sulla ricostruzione. E noi abbiamo problemi nell'immediato: uno su tutti, la proroga del personale impegnato nei processi di ricostruzione". In più, il cratere soffre l'impasse determinato dalla vacanza di due ruoli chiave, quello del Sottosegretario alla Ricostruzione e del responsabile dell’Ufficio Speciale, "senza dimenticare che il sostituto di Fabrizio Magani al Mibact, Francesco Scoppola, ha un incarico fino alla fine di novembre e che deve essere ancora stabilizzata la posizione di Aldo Mancurti. E' chiaro che al Governo abbiamo bisogno di una figura autorevole e presente, che sia in grado di seguirci e che viva quotidianamente il territorio. In questo momento, l'unica ad avere determinate caratteristiche è Stefania Pezzopane".
Non è un mistero che si stia lavorando - anche a livello regionale, con D'Alfonso in prima fila - alla candidatura della senatrice democrat.
Rispetto ai rumors delle ultime ore invece, che volevano Fabrizio Barca o Gianni Letta come possibili sostituti di Paolo Aielli al timone dell'Usra, Lolli ha parlato di 'ipotesi fantasiose'. Assai poco credibili, in effetti. Piuttosto, "verrà espletata una procedura simile a quella che ha portato a L'Aquila l'ex manager di Finmeccanica". E' necessario però che venga prima nominato il sottosegretario con delega alla ricostruzione che andrà a sostituire Legnini, da oggi ufficialmente al Csm.
Ha inteso ribadirlo anche il primo cittadino, Massimo Cialente: "Noi siamo all'8 settembre", ha incalzato. "E' inconcepibile che manchi ancora la firma che permetta a Mancurti di restare al servizio del territorio, gratuitamente, fino al 31 dicembre (Mancurti dovrebbe essere a capo della Unità tecnica di missione che andrà a sostituire, almeno nelle intenzioni, il Diset ndr). Senza di lui, è mancato completamente il collegamento con gli Uffici speciali. E sarebbe altrettanto inconcepibile che la delega alla ricostruzione venisse affidata ad una personalità che non conosce le dinamiche, finanche umorali, del territorio, costretta ad entrare 'in corsa': ci farebbe perdere mesi preziosi".
Insomma, non c'è alternativa a Stefania Pezzopane. Il primo cittadino ha poi ribadito che il Comune dell'Aquila, per il 2015, necessita di oltre 1miliardo di euro "per avere una ricostruzione compatibile con la vita della comunità. Bisogna tornare al contributo agevolato che ci ha permesso di spendere 2miliardi e di far rientrare a casa 45mila persone. Stiamo dimostrando che la ricostruzione del cratere è l'opera pubblica meno costosa nella storia delle tragedie che hanno colpito il nostro paese", ha sottolineato Cialente. "Ad oggi, abbiamo garantito un risparmio di oltre 1miliardo sulle previsioni: di questo passo, basterebbero 3miliardi e mezzo per la ricostruzione del Comune dell'Aquila (poco più di 1miliardo e 800milioni per il cratere). Bene, un mutuo con Cassa depositi e prestiti costerebbe 180milioni l'anno: con la 'sceneggiata' delle bandiere, abbiamo ottenuto 197milioni l'anno dalle accise sulla benzina. Dunque, il paese non si accorgerebbe nemmeno dei soldi che sta assicurando alla ricostruzione della città. Renzi dovrà schierare il paese su questa battaglia, in Europa: noi, siamo pronti a concordare con la Ue il cronoprogramma per il rientro dal mutuo e ci impegniamo sin d'ora a rendicontare trimestralmente il nostro lavoro".
"E' la battaglia decisiva", ha concluso Cialente. "Con il contributo agevolato, potremmo terminare la ricostruzione in cinque anni".
Più defilata la senatrice Pezzopane, che non ha voluto entrare nel merito della sua candidatura alla sostituzione di Legnini. Piuttosto, la democrat ha tenuto a sottolineare l'azione del governo Renzi che ha lanciato un messaggio importante stanziando 250milioni con lo 'Sblocca Italia': "Bene faremo a continuare ad insistere, quando il presidente del Consiglio verrà a L'Aquila: dovrà darci un orientamento chiaro sul futuro. Già in Legge di stabilità: la trattativa intavolata con l'Europa infatti, avrà tempi abbastanza lunghi. Dunque, bisognerà intervenire in finanziaria per assicurare il tiraggio alla ricostruzione, almeno per i primi mesi del 2015".
La Pezzopane ha poi ribadito di essere al lavoro per presentare il disegno di legge per la ricostruzione a firma Pd che, in sede deliberante, verrà discusso con il progetto 'lavorato' da Giovanni Legnini a nome del Governo. "Prima di depositarlo però - ha assicurato - intendo discuterlo con la città".
Intanto - come annunciato da NewsTown - si sta lavorando contestualmente al rimpasto della Giunta Cialente, così da assicurare al centrosinistra maggiore stabilità negli ultimi due anni e mezzo di legislatura.
A quanto si apprende, dovrebbe uscire dalla Giunta l'assessore Alfredo Moroni, sostituito dal capogruppo del Pd in Consiglio comunale Maurizio Capri, anche se la delega alle opere pubbliche verrebbe affidata al vice sindaco Nicola Trifuoggi. Fuori anche l'assessore alle attività produttive Giancarlo Vicini, per una staffetta tutta interna al partito Socialista con il giovane Gianni Padovani. In ultimo, dovrebbe lasciare la giunta Fabio Pelini, a sua volta sostituito dal compagno di partito Enrico Perilli che avrebbe una delega speciale all'ambiente.
Evidentemente un rimpasto di forma, più che di sostanza. Poco o nulla cambierebbe infatti negli equilibri della maggioranza che così, tuttavia, spera di superare le incomprensioni dei mesi passati.