Lunedì, 06 Ottobre 2014 15:41

Ricostruzione, il centrodestra aquilano si affida a Paola Pelino

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Il centrodestra aquilano – o, meglio, la parte di esso afferente a Forza Italia – attacca a testa bassa il Comune per le secche in cui si è incagliata la ricostruzione e si affida alla senatrice di Forza Italia Paola Pelino per sollecitare e incalzare il Governo a dare risposte celeri e certe su risorse e governance.

L'imprenditrice di Sulmona - divenuta, dopo la scissione del Nuovo Centrodestra, vice capogruppo forzista al senato - è venuta questa mattina all'Aquila per partecipare a una conferenza stampa convocata dal consigliere comunale azzurro (nonché vice coordinatore regionale del partito) Guido Liris per denunciare l'impasse in cui giace la ricostruzione, affossata, da un lato, dall'assenza di un flusso costante di finanziamenti e, dall'altro, dalle defezioni che hanno lasciato scoperte alcune importanti caselle decisionali. Uno stallo le cui colpe ricadrebbero anche sull'amministrazione Cialente, in preda a uno “stato confusionale”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche altri esponenti dell'opposizione in consiglio comunale, Pierluigi Properzi e Roberto Tinari, e, in rappresentanza dei piccoli Comuni del Cratere, il vice sindaco di Navelli (anch'egli in quota FI) Paolo Federico.

Abbiamo chiesto alla senatrice Pelino” ha esordito Liris “di recepire e portare all'attenzione del Governo alcune questioni fondamentali che riguardano la ricostruzione dell'Aquila e del Cratere. Per colpa di giochi tutti interni al centrosinistra, abbiamo perso un sottosegretario come Giovanni Legnini, che era il referente governativo non solo per L'Aquila ma per l'intero Abruzzo. Da quando Aielli si è dimesso, inoltre, l'Ufficio speciale è, di fatto, fermo perché non c'è più nessuno che firmi le pratiche. E anche ai Beni Culturali servirebbe un sostituto di Fabrizio Magani altrettanto forte e prestigioso. Il dottor Scoppola, anche per il tipo di incarico che ha ricevuto, non può dedicarsi più di tanto all'Aquila”.

Liris ha messo sul piatto delle rivendicazioni anche il cattivo stato in cui versa il Progetto Case. La vicenda del terrazzino crollato, che ha portato al sequestro, scattato oggi, di 800 balconi, per quanto “grave e sconcertante”, secondo il consigliere sarebbe solo un epifenomeno della mancata manutenzione e di altri errori seriali commessi dal Comune “Sarà la magistratura” ha detto Liris “ad accertare se questi appartamenti sono stati costruiti male e se ci sono state delle frodi. Dopo cinque anni, però, il Comune avrebbe dovuto come minimo fare dei collaudi e approntare un piano di manutenzione. Abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti per verificare se queste cose sono state fatte. Per non parlare” ha incalzato Liris “degli errori commessi su bollette, riscossione degli affitti e sulla gara, poi annullata, per l'affidamento della gestione del progetto Case a una nuova società dai costi esorbitanti”.

Accuse rincarate anche dal consigliere (e urbanista) Pierluigi Properzi, che ha tacciato il Comune di “dilettantismo”: “Le responsabilità non possono ricadere sempre e solo sulla Protezione civile” ha affermato Properzi “. “Da quando ha acquisito il Progetto Case, il Comune non ha fatto alcun collaudo né ha predisposto schede tecniche per valutare lo stato in cui versa questo patrimonio immobiliare”.  

A tal proposito, Properzi ha fatto un paragone tra L'Aquila e Monteruscello, la località situata vicino a Pozzuoli dove, tra il 1983 e il 1984, vennero costruiti più di 4mila nuovi alloggi per dare sistemazione a circa 40mila sfollati evacuati dal centro del Comune campano a causa della recrudescenza dei fenomeni bradisismisici. “Per la gestione di quegli appartamenti, il cui numero è analogo a quello degli alloggi Case” ha ricordato Properzi “il Comune di Pozzuoli ha messo in bilancio circa 1 milione di euro l'anno. L'advisor pagato dal Comune dell'Aquila ha calcolato i costi di gestione del Progetto Case in 9 milioni di euro. Una cifra enorme che, poi abbiamo scoperto, doveva servire a tenere in piedi l'ennesimo carrozzone”.

Le recriminazioni e le sollecitazioni snocciolate dal centrodestra aquilano saranno portate a Roma da Paola Pelino.

La senatrice - che ha detto di aver già “fatto tantissimo” per L'Aquila e i territori colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, precisando però di aver voluto lavorare silenziosamente e lontano dai riflettori – si farà promotrice di una serie di iniziative parlamentari: “Anzitutto presenterò una mozione per chiedere al Governo risposte sui fondi. Al momento le risorse con cui si sta lavorando sono ancora quelle messe a disposizione dal governo Berlusconi, le uniche stanziate fino ad oggi. In secondo luogo proporrò la costituzione di una commissione composta da persone terze e imparziali, non provenienti dal territorio, che ogni sei mesi dovrà controllare lo stato della ricostruzione. Infine” ha aggiunto la Pelino “solleciterò l'approvazione di due miei disegni di legge già presentati e discussi in commissione. In uno di questi proponevo l'erogazione, per dieci anni, di 600 milioni l'anno per L'Aquila e i Comuni del Cratere”.  

Secondo la senatrice di Forza Italia, però, il problema principale che oggi blocca i cantieri è soprattutto l'assenza di una cabina di regia efficiente e competente: “Non ne faccio una questione di bandiere politiche ma è evidente che alcuni amministratori, tra cui il sindaco dell'Aquila, non sono all'altezza di un compito troppo più grande di loro”. Per questo la Pelino propone la creazione di una nuova task force, “composta da persone preparate ed efficaci”, capace di mettere fine a uno scaricabarile delle responsabilità.

“L'Aquila” ha concluso la senatrice “deve tornare ad essere una questione nazionale. Proporrò che nel Def in discussione in queste settimane in parlanento venga inserita una voce specifica sull'Aquila”. 

 

Ultima modifica il Martedì, 07 Ottobre 2014 16:02

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