Con la bocciatura degli emendamenti salva-L'Aquila in commissione Senato, i giovani - almeno quelli in seno al consiglio comunale e provinciale, alle associazioni di categoria e ai partiti - hanno deciso di muoversi. Lo hanno fatto a partire da una lettera aperta alla stampa, un appello generazionale che unisca giovani di destra e sinistra per chiedere la garanzia di un flusso di fondi certi per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere. L’idea è dare vita ad una mobilitazione che partendo dalla raccolta firme, passi attraverso una grande assemblea pubblica e culmini poi in una manifestazione a Roma che coinvolga i giovani a livello nazionale sotto lo slogan di salviamo L'Aquila.
Tra i promotori dell’iniziativa, Pierpaolo Petrucci (consigliere provinciale Pd ), Guido Quintino Liris (Pdl, assessore provinciale alla viabilità e consigliere d'opposizione in Comune), Gianni Padovani (consigliere comunale di maggioranza per i Socialisti riformisti), Stefano Albano (segretario cittadino Pd), Davide Ferella, Emanuele Imprudente, Raffaele Daniele (consiglieri comunali d'opposizione), Adolfo Cicchetti dei giovani imprenditori provincia dell'Aquila, Fabio Frullo della Uil Federazioni lavori pubblici, Stefano Panella del Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria L'Aquila, Ettore Perrotti presidente dei giovani commercialisti aquilani.
Hanno deciso di firmare anche la responsabile per la ricostruzione della Cgil Rita D'Innocenzo ed Ettore Di Cesare del gruppo consiliare di Appello per L'Aquila che, in una nota, si è detto pronto a “sostenere una mobilitazione cittadina che impegni il Governo anche ad un provvedimento organico e definitivo che garantisca un processo di ricostruzione continuativo e contrassegnato da scadenze certe e verificabili”.
“Siamo convinti – si legge - che il metodo attraverso il quale la ricostruzione è stata finanziata in questi anni ci rende troppo esposti ad un gran numero di fattori esterni, dall’andamento della crisi globale a più specifiche vicende nazionali, che costringono i nostri amministratori a rinegoziare continuamente i termini dei finanziamenti in un clima di crescente incertezza. L’unico modo per garantire un futuro alla ricostruzione della nostra città è legarla a meccanismi certi e indipendenti dagli umori dei governi che si succedono. C’è una legge di iniziativa popolare che giace in Parlamento che potrebbe essere un ottimo punto di partenza da cui un Governo e un Parlamento dovrebbero prendere le mosse per dare risorse garantite alla ricostruzione negli anni. Altrimenti tra pochi mesi sarà di nuovo incertezza per i fondi del 2014”.
Il gruppo consiliare di Appello per L’Aquila, però, ci ha tenuto a sottolineare che “la città non è stata dimenticata da un generico, oscuro e indecifrabile Stato. L’Aquila è stata dimenticata da un Governo ben identificabile, espressione trasversale delle principali forze politiche di questo Paese. La mobilitazione sarà credibile solo partendo da una fermissima posizione di protesta rispetto a questo sistema partitico: gli attivisti locali del PD, del PDL e degli altri partiti che sostengono il governo Letta diano ai loro vertici nazionali un messaggio forte, riconsegnando le tessere ed occupando le sedi, come già richiesto da Ettore Di Cesare in Consiglio Comunale”.
Mobilitiamoci, il messaggio di Apl, ma per una ricostruzione davvero partecipata e trasparente: “non siamo disposti a tacere su quello che per noi è uno dei problemi principali, ossia la gestione monocratica che l’attuale Amministrazione Comunale ha messo in pratica sin dall’inizio. Deve finire una volta per tutte l’atteggiamento da uomo solo al comando di un Sindaco che tratta privatamente sui tavoli romani, ottenendo scarsi risultati, e che solo nel momento del tracollo della sua strategia solitaria chiama la cittadinanza a raccolta, per ottenere sostegno ad un piano d’azione che nessun cittadino ha potuto condividere in precedenza”.