Mercoledì, 03 Dicembre 2014 13:35

La proposta del Comune: "Alloggi del fondo ad affitto calmierato"

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Il Comune inizierà ad acquisire manifestazioni di interesse per "alloggi in locazione a canone convenzionato".

Non si parla però di quelli del Progetto Case, che per ora resteranno appannaggio dell'assistenza per il sisma e delle fragilità sociali, ma di quelli del fondo immobiliare. Più di 300 appartamenti che ora l'amministrazione vorrebbe fossero destinati, tramite un affitto calmierato, ad una fascia di famiglie che superi le 16mila euro di reddito annuo e non vada oltre le 35mila. Un nucleo familiare, insomma, con due stipendi da operaio o impiegato.

"Una fascia - ha affermato il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente in conferenza stampa insieme agli assessori Emanuela Di Giovambattista (sociale) e Fabio Pelini (assistenza alla popolazione) - che non può accedere alle case popolari perché ha reddito, ma allo stesso tempo fa fatica ad accedere al mercato degli affitti".

"Un'offerta rivolta però - ha sottolineato il Sindaco  - anche a "studenti fuori sede (compreso GSSI, Centro Sperimentale e conservatorio), lavoratori impiegati all'Aquila e residenti altrove, lavoratori che vorrebbero effettuare un ricongiungimento familiare, appartenenti alle forze dell'ordine, alpini, tesserati di società sportive, giovani coppie, mono genitori, e chiunque abbia un talento e voglia venire qui a fare qualcosa".

Ma non è tutto: "Abbiamo parlato con le banche e la Cassa depositi e prestiti - ha continuato Cialente - e c'è la possibilità che i soggetti interessati si possano mettere d'accordo con le banche per sottoscrivere un mutuo da pagare attraverso lo stesso affitto, aumentato di una piccola quota".

Oltre a quelle del Fondo immobiliare "la domanda è aperta anche ai privati" ha ricordato Di Giovanbattista, mentre Pelini ha tenuto a sottolineare che questo progetto di housing sociale "rientra nell'ambito del diritto alla casa e nella calmierazione complessiva degli affitti in un'ottica di lotta alla speculazione".

Con il Cas che terminerà a breve (come ricordato dallo stesso Pelini), nei Progetti Case resteranno coloro che ancora hanno bisogno di assistenza a seguito del terremoto (per lo più abitanti del centro storico) e le cosiddette fragilità sociali.

Ciò che finora infatti non si è mai direttamente ammesso è che l'edilizia popolare non verrà in gran parte ricostruita per "sfruttare l'attuale patrimonio edilizio".

Il rischio è che le new towns possano diventare sempre più dei nuovi ghetti o peggio ancora delle favelas, date le condizioni che mostrano soprattutto alcuni quartieri e la difficoltà economica strutturale esistente per la loro manutenzione ordinaria e straordinaria.

Certo, a lungo termine il Comune pensa di contenere la problematica sfruttando gli acquisti equivalenti scelti da molte famiglie negli ultimi anni e grazie ai quali alloggi popolari potrebbero essere dislocati in varie zone della città, compreso il centro storico.

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Dicembre 2014 14:58

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