Mercoledì, 05 Giugno 2013 14:44

"Pronti ai moti del '71": la sparata di Cialente mentre arrivava il via libera per 1miliardo e 200milioni

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Ci risiamo. All’indomani della visita in città del ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, inviato del governo per la ricostruzione, il sindaco Cialente sveste i panni dell’amministratore e indossa quelli del pasionario: "gli aquilani sono pronti a tornare ai moti del febbraio del 1971 quando per difendere L'Aquila capoluogo riuscirono a cacciare dalla città celere e carabinieri in tenuta antisommossa. Questo lo vogliamo ricordare".

"Ritengo che il governo stia sottovalutando la situazione dell'ordine pubblico che potrebbe precipitare da un momento all'altro - continua Cialente - è l'ultima volta che lo segnalo. Mi aspetto in tempi brevi dopo la minaccia della mia rimozione e dello scioglimento del Consiglio comunale, l'arrivo della celere che, come successo nel 1971, non ci fa paura".

La celere non è arrivata: anzi, nei momenti in cui il Sindaco lanciava la sua ultima minaccia, le commissioni 8a e 13a hanno approvato il testo del decreto legge sulle emergenze, che approderà nell'Aula del Senato nel pomeriggio, intorno alle 16. 

“Fino a stanotte sembrava tutto nero”, ha dichiarato a NewsTown la senatrice Stefania Pezzopane. "Abbiamo fatto un passo avanti, non è quello che avevamo chiesto ma essendo partiti da zero non si poteva fare di più".

E la clamorosa minaccia del Sindaco? "Forse è andato un pochino oltre le notizie che gli inviavo da Roma, minuto dopo minuto, con degli sms. La cosa importante è il via libera al finanziamento da 1,2 miliardi di euro per la ricostruzione, ottenuti grazie all’aumento delle imposte di bollo. Non siamo riusciti a convincere la Ragioneria dello stato a rendere i fondi subito disponibili, resta l’impossibilità di gravare sul processo di indebitamento”.

Insomma, considerati i pareri negativi emersi nelle scorse ore meglio accontentarsi: 98.6 milioni saranno disponibili per il 2013, 197.2 dal 2014 al 2019.

“Inoltre - aggiunge la Pezzopane – abbiamo ottenuto la deroga al patto di stabilità per i comuni colpiti dal sisma fino a 30 milioni di euro. Decisivo è stato l’appoggio dell’Emilia Romagna in questa battaglia. C’è poi la proroga dei precari della ricostruzione per 6 mesi, fino alla fine dell’anno, ci sono nuove norme per l’assistenza alla popolazione come proposto dal Comune”.

Un passo avanti, insomma. Restano le parole del Sindaco, però: moti cittadini, tensioni di piazza, minacce non troppo velate al Governo a qualche ora dalla visita del ministro Trigilia. 

L’inviato del governo ha parlato a lungo, nel pomeriggio di ieri, dinanzi al Consiglio comunale, alle forze politiche e sociali della città. Ha visitato il centro storico dell’Aquila e alcune frazioni del cratere. Accanto a lui, sorridente, il primo cittadino si è comportato da buon amministratore. Non ha sollevato dubbi o questioni. Non ha parlato neanche quando il ministro, innanzi all’assise, ha chiaramente lasciato intendere che non sarebbe stato possibile assicurare da subito finanziamenti certi per i prossimi anni. Arriveranno i soldi necessari per quest'anno, ha detto Trigilia, poi si andrà avanti di anno in anno, seguendo l’evolversi del cronoprogramma. Così è stato, in effetti.

Il sindaco dell’Aquila non ha replicato. E’ parso anzi soddisfatto, a margine dell’incontro. Ai nostri microfoni ha dato la colpa dello stallo della ricostruzione alla Merkel e alle politiche di destra dell’Unione Europea. Il Governo è arrivato a L’Aquila senza alcuna risposta alle domande che da tempo il territorio pone con preoccupazione e il Sindaco è rimasto ad ascoltare nuove promesse.

Non è la prima volta che Cialente rilascia dichiarazioni infuocate a mezzo stampa, minaccia azioni eclatanti, evoca proteste di piazza, per poi dimostrarsi incapace di dare seguito alle parole urlate nei tavoli e nelle occasioni che contano. Il gioco del buon amministratore quando c’è da trattare con il Governo e del pasionario quando si tratta di confrontarsi con la città ha francamente stufato.

L’Aquila e il cratere hanno bisogno di una amministrazione decisa, capace di difendere i diritti del territorio attraverso un’azione politica chiara e condivisa. Non di annunci urlati. Sono passati più di quattro anni dalla notte del terremoto: la città è stanca. Oggi si è fatto un piccolo passo in avanti, c'è bisogno di certezze, però, per non essere costretti nei prossimi anni a trovare modi nuovi per ottenere qualche spicciolo per la ricostruzione.

“E’ ormai chiaro che è necessaria una decisa lotta popolare che sappia individuare e denunciare tutte le responsabilità di questa situazione a tutti i livelli. Noi siamo pronti, con ogni mezzo necessario”, scrive in una nota il gruppo consiliare di Appello per L’Aquila. E’ pronta anche l’amministrazione comunale?

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Giugno 2013 16:20

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