"Nel Consiglio Comunale sulla ricostruzione, dopo il vergognoso abbandono dei lavori da parte della Sottosegretaria De Micheli, abbiamo dedicato una parte del nostro intervento alla necessità di agire immediatamente per ripopolare i centri storici, ormai deserti dopo il sisma, a eccezione della movida del fine settimana".
Si legge in una nota diffusa da Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo, movimenti civici uniti recentemente in un unico gruppo consiliare. "Chiedere a negozi e attività produttive, che non siano locali notturni, di tornare in centro non basta visto che nessuno nell’attuale incertezza se la sente di investire risorse importanti", denunciano. "E così bellissimi palazzi appena ristrutturati rimangono desolatamente vuoti".
E dunque? "E’ necessario creare le condizioni per rendere di nuovo attraenti e vivi anche di giorno quei luoghi che erano e devono tornare ad essere il cuore pulsante dei nostri territori".
Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo hanno cinque proposte per affrontare le difficoltà più importanti. Eccole.
"1. Il costo degli affitti in centro è uno dei problemi che limita l’insediamento delle attività produttive. Proponiamo che siano calmierati per alcuni anni gli affitti per quegli stabili che abbiano ricevuto contributi per la ricostruzione. Riteniamo che chi abbia beneficiato di soldi pubblici per milioni di euro per ricostruire interi palazzi non possa poi decidere autonomamente i prezzi degli affitti. In questo caso l’interesse pubblico, ripopolare i centri storici, deve essere superiore all’interesse privato per giunta già tutelato dai contributi per la ricostruzione.
2. Una parte del 5% per le attività produttive, già previsto per legge sul totale dei fondi per la ricostruzione, sia destinato a chi decide di aprire un’attività nei centri storici. Il contributo potrebbe essere proporzionato al numero di posti di lavoro creati.
3. Riduzione del 50% delle imposte locali anche per la parte destinata allo Stato. La legge nazionale deve normare i minori introiti nel bilancio dello Stato, il Consiglio comunale con la prossima approvazione del bilancio preventivo, la riduzione per quanto riguarda la parte relativa al bilancio comunale.
4. Un altro problema è che in molti affittano locali ma non riescono ad ottenere l’allaccio delle utenze. Una situazione intollerabile che va risolta mettendo intorno ad un tavolo tutti i vari operatori. Discorso analogo vale per i lavori relativi ai sottoservizi di cui ci deve essere certezza dei tempi e dei possibili disagi per dar modo agli esercenti di potersi organizzare per tempo.
5. Il Comune dovrebbe dare ampia e periodica comunicazione e pubblicità di tutte le attività produttive che man mano si insedieranno nei centri storici".
Con queste cinque misure - leggiamo ancora nella nota diffusa nel pomeriggio - "chi vuole aprire un negozio, uno studio nei nostri centri storici si troverebbe incentivato da un affitto calmierato per un pò di anni, da un piccolo contributo economico iniziale proporzionato al numero di dipendenti, dal dimezzamento delle tasse e da tempi certi per gli allacci delle utenze che non ritardino l’apertura dell’attività. Cinque misure che si possono e si devono fare subito".