In tanti, e tante, in corsa per un'unica poltrona. Sono chiusi dal 31 marzo scorso i termini per presentare la propria candidatura al ruolo di consigliere di amministrazione della Gran Sasso Acqua, società pubblica detenuta dal Comune dell'Aquila (a maggioranza) e da 35 comuni del comprensorio.
L'ente, presieduto da Americo Di Benedetto (Pd), cerca il sostituto di Mario Di Gregorio, ex dirigente del Comune dell'Aquila, dimessosi nel dicembre scorso dall'incarico. Nel cda di Gsa sono presenti attualmente il presidente Di Benedetto e la dirigente del Comune di Scoppito Franca Renzetti (che ha sostituito lo scorso anno Paola Giuliani, dirigente del Comune dell'Aquila, anche lei dimissionaria). Si cerca, appunto, il terzo membro, quello che erediterà il ruolo da Di Gregorio.
Nella lista dei candidati sono diversi i nomi noti nel capoluogo abruzzese. C'è Adolfo Paravano, già di Sed, municipalizzata del Comune dell'Aquila, vice presidente del Teatro Stabile d'Abruzzo e nome forte (e longevo) della dirigenza pubblica aquilana; la ex presidente della municipalizzata dei rifiuti Asm (fino al 2010) Manuela Villacroce; l'ex consigliere e assessore comunale Pierluigi Pezzopane, che si dimise in polemica con il sindaco Cialente nel 2012; il giornalista ed ex consigliere comunale di Forza Italia Salvatore Santangelo, già vice presidente del cda dell'ente nel post-sisma (in quota centrodestra), considerato da tempo vicino al Sindaco, che secondo L'Editoriale lo "starebbe fortemente sponsorizzando"; il dipendente del Cna ed ex segretario comunale del Partito Democratico Francesco Iritale, renziano della prima ora come Di Benedetto e disinteressato ormai da tempo al partito. E poi lo "storico" esponente dei Radicali del capoluogo Stefano Frapiccini, l'avvocato aquilano Alessandro Tomassoni e tanti altri.
Insomma, 36 candidati per una poltrona prestigiosa come quella al cda di Gran Sasso Acqua. Inutile negare che l'opinione dell'amministrazione comunale dell'Aquila, proprietaria a maggioranza dell'ente, peserà non poco nella nomina. La questione è tutt'altro che formale: la Gsa, infatti, oltre a gestire l'erogazione di acqua in tutto il comprensorio, è anche la stazione appaltante dell'appalto pubblico più sostanzioso del post-sisma, i sottoservizi dell'Aquila, divisi in due lotti, di cui uno già assegnato e l'altro ancora da assegnare [leggi l'articolo].
Un posto ambito anche per la retribuzione, niente affatto male ai tempi della spending review: se infatti per il presidente del cda è previsto un compenso di poco più di 33mila euro annui, i due componenti percepiscono 24mila euro annui l'uno. I candidati sono ai nastri di partenza, a fine mese il responso. Chi la spunterà?