Giovedì, 21 Maggio 2015 18:34

Landini a L'Aquila: "Ricostruzione troppo lenta. Manca una visione strategica"

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"Non possiamo non riscontrare, come Fiom, un grande ritardo rispetto alla ricostruzione. Pensiamo sia necessario attivare dei tavoli veri di confronto e discussione che siano in grado di ragionare su come vengono utilizzati i fondi e su come la ricostruzione può determinare non solo occupazione e posti di lavoro ma anche un'idea di città diversa. Finora non è stato possibile discutere di questo".

A dirlo è stato il segretario generale della Fiom-Cgil Maurizio Landini, in visita all'Aquila per partecipare a un incontro organizzato dalla segreteria provinciale del sindacato dei metalmeccanici presso l'Auditorium del Parco per illustrare i contenuti della Coalizione sociale (la nuova proposta politica lanciata qualche mese fa da Landini) in vista della prima assemblea nazionale che si terrà a Roma il 6 e 7 giugno. 

"Noi" ha detto Landini "continuiamo a denunciare il fatto che ci sono seri problemi legati al lavoro e all'occupazione, problemi dinanzi ai quali continuiamo a non avere una politica industriale degna di questo nome. Non c'è una ripresa degli investimenti, né di quelli pubblici né di quelli privati, che sono l'unico strumento che può permettere di abbattere la disoccupazione e creare nuovi posti di lavoro".

Per quanto riguarda L'Aquila, il segretario della Fiom ha parlato di una ricostruzione "lenta" e "priva di un disegno e di una visione generali": "Ci sono livelli di burocrazia molto forti ma anche una mancanza di una strategia. A oggi non c'è stata la possibilità di affrontare una discussione vera per tracciare un quadro generale. La ricostruzione di una città è un'occasione per creare non solo nuovi posti di lavoro ma anche per ripensare cosa sono le città, sia dal punto di vista ambientale che della mobilità e dei bisogni delle persone".

Sulla Coalizione sociale, il nuovo soggetto collettivo che dovrebbe nascere dall'unione delle varie esperienze territoriali sorte in difesa di diritti quali il lavoro, l'ambiente, la casa e la salute, Landini ha ribadito ciò che ha ripetuto nelle ultime settimane: "Coalizione sociale è una proposta che abbiamo fatto alle associazioni, ai movimenti e alle persone che in questi anni si sono battute contro le ingiustizie, contro le politiche di austerità e in difesa dei diritti che sulla carta la nostra Costituzione sancirebbe. E' un progetto che guarda soprattutto alla riunificazione del lavoro, che non non è mai stato tanto diviso come adesso. E qui c'è anche un problema di ritardo sindacale. Se non c'è più lo statuto dei lavoratori, se le pensioni sono state cancellate e se c'è una messa in discussione dei contratti collettivi, vuol dire che anche noi dobbiamo cambiare".

"Il 6 e il 7 giugno, a Roma" ha continuato Landini "faremo un'assemblea nazionale aperta a tutti quelli che sono interessati alla Coalizione. Per l'occasione presenteremo anche una sintesi della discussione che abbiamo avuto in questi mesi con le associazioni e gli altri soggetti che abbiamo incontrato. La nostra proposta è che queste pratiche di mutualità debbano essere costruite territorio per territorio. Non vogliamo fondare un movimento generale ma mettere insieme le varie pratiche sociali che ci sono già, partendo dalla constatazione che in questi anni molti di noi hanno fatto delle cose ma non ha prodotto risultati. Partiamo da un'analisi sindacale delle lotte che abbiamo fatto e delle divisioni che ci sono all'interno del mondo del lavoro. Occorre rimettere al centro il lavoro come elemento di rappresentanza generale, riconoscere che è attraverso il lavoro che una persona può realizzarsi e ottenere delle tutele".

"Non pensiamo" ha concluso Landini "solo al lavoro dipendente classico ma a tutte le forme di lavoro, comprese le partite Iva e il lavoro autonomo. C'è stata una svalorizzazione generale. Anche il sindacato deve cambiare, deve essere più democratico e rappresentare tutti i lavoratori. Oggi non è in grado di farlo. Non possiamo tollerare che ciò che il governo sta facendo venga accettato passivamente, questo significa tornare all'Ottocento".

Ultima modifica il Sabato, 23 Maggio 2015 00:56

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