Giovedì, 18 Giugno 2015 14:04

Reddito di dignità, Sel: “I fondi ci sono, ora assumiamoci responsabilità”

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Si è tenuta stamane, presso l'Aula Eude Cicerone del Comune, la conferenza stampa sul reddito di dignità, voluta da Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) per appoggiare la campagna nazionale dell’associazione Libera, "Cento giorni per un reddito di dignità". Il gruppo comunale di Sel per iniziativa del consigliere comunale, Giustino Masciocco ha infatti, nei giorni scorsi, depositato un ordine del giorno a sostegno della campagna che verrà discusso nei prossimi consigli comunali.

Il reddito di dignità o reddito di minimo garantito è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per coloro che non possono lavorare o accedere ad un lavoro in grado di garantire un reddito dignitoso. Nel caso della proposta avanzata da Sel si parlerebbe di 600 euro di sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. I requisiti per i beneficiari sarebbero nello specifico: la residenza nella Regione da almeno 24 mesi, l’iscrizione nell’elenco anagrafico dei centri per l’impiego, un reddito personale imponibile non superiore a 8 mila euro nell’anno precedente la presentazione dell’istanza, non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico.

Ad oggi, il dibattito sul reddito di dignità è più che mai vivo nel nostro Paese. Sel e Movimento Cinque Stelle, stanno cavalcando l’onda della crisi per ribadire la necessità di adottare un simile provvedimento. Del resto, secondo l’Istat, dal 2008 al 2014, la crisi in Italia ed in Europa ha raddoppiato e quasi triplicato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Parliamo di 10 milioni di persone in povertà relativa (il 16,6% della popolazione totale) ed oltre 6 milioni (il 9,9% della popolazione) in povertà assoluta.

"Può sembrare strano - ha detto l’assessora comunale e membro del direttivo regionale di Sel, Betty Leone - il fatto di aver convocato una conferenza stampa su questo argomento nazionale mentre in città c’è grande agitazione per l'aumento delle tasse. Iin realtà le due questioni sono collegate. L'Aquila ha un problema di povertà crescente e bisogna cominciare a ragionare su come agire in maniera mirata per trovare una soluzione".

"L'Italia e la Grecia - ha ricordato l’assessora - sono gli unici due Paesi europei a non avere un reddito minimo garantito. In genere, la prima obiezione che viene fatta a riguardo è di voler fare dell’assistenzialismo ma è bene capire che un provvedimento di questo tipo, non supera il diritto al lavoro, bensì lo integra. Si tratta solo di prendere coscienza che il lavoro non c’è: oggi in Italia il 40% dei giovani non ha un lavoro dignitoso. C’è chi lavora per 400 euro al mese, ebbene noi siamo convinti che il reddito minimo garantito spingerebbe il mercato del lavoro verso un’altra direzione e si eviterebbero casi di sfruttamento".

"Un'altra obiezione che spesso viene fatta - aggiunge Betty Leone - è che 'non ci sono i soldi'. Stiamo parlando di 9 miliardi di euro l'anno, una cifra non irraggiungibile per le spese dello Stato se si considera che sono stati presi altri provvedimenti, in questo senso, come i famosi 80 euro del governo Renzi, che però riguardano una fetta di popolazione ancora minore. Dunque si tratta solo di assumersi una responsabilità politica".

Quella per i comuni, in realtà, sarebbe solo una campagna di sensibilizzazione in quanto la competenza spetterebbe alla Regione. Lo scorso maggio è stato, a tale proposito, presentato un progetto di legge regionale ad iniziativa dell’assessore regionale, Mario Mazzocca.

"I comuni - ha spiegato il coordinatore regionale di Sel, Tommaso Di Febo - non possono risolvere la situazione ma è giusto che se ne parli per far capire al governo che l’Italia ha bisogno di una riforma strutturale sugli ammortizzatori sociali. Noi di Sel, in Abruzzo, abbiamo ripresentato il progetto di legge regionale. Lo avevamo già fatto nel 2011, con Franco Caramanico ma, all’epoca, fu bocciato dal centro-destra".

"Nel frattempo - conclude di Febo - sono stati trovati i fondi perché lo scorso anno è uscita una sentenza della Corte Costituzionale che ha dato ragione al consigliere regionale Caramanico sulla questione della rideterminazione dei canoni idroelettrici. In base a questa sentenza, i canoni idroelettrici sono adesso omologati a quelli delle altre regioni e questo ha permesso alla Regione Abruzzo di incassare 40 milioni in più l’anno. Ci auguriamo, perciò, che la Regione attraverso questi fondi finanzi il nostro progetto".

Ultima modifica il Giovedì, 18 Giugno 2015 16:38

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