"L'Abruzzo è diviso fra figli e figliastri, e gli abruzzesi non si sentono trattati equamente: è necessario pertanto un cambiamento di metodo in tutti i settori, a partire dalla sanità e dal lavoro".
Lo hanno detto questa mattina, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa, i tre consiglieri regionali, Andrea Gerosolimo, Mario Olivieri e Luciano Monticelli, che martedì sera non hanno partecipato ai lavori del Consiglio regionale, decretando di fatto la mancanza del numero legale.
"I percorsi vanno condivisi e programmati – osserva Luciano Monticelli, Pd – affinché gli abruzzesi abbiano dalla politica i risultati. Non voglio poltrone ma solo rispetto per i territori che rappresentiamo. Il nostro è stato un gesto importante, una scelta politica forte, finalizzata a stimolare la maggioranza a fare meglio".
"La vera questione – conclude Luciano Monticelli – è che a volte, anche nelle migliori famiglie, bisogna fermarsi e tirare il fiato, per dirigersi alla meta con più sicurezza. Una fase due dell'amministrazione regionale deve avere inizio".
Per il Capogruppo di "Abruzzo Civico", Andrea Gerosolimo, il problema è il metodo di lavoro.
"Ci sentiamo poco considerati, il presidente D'Alfonso deve cambiare il metodo di lavoro. Così proprio non va – analizza il Consigliere Gerosolimo –. Non siamo qui per una poltrona di assessore, finanziamenti o riconoscimenti: vogliamo solo un cambio di metodo. I cittadini abruzzesi sono tutti uguali. Noi siamo a favore dell'istituzione sinfonica come lo siamo per le altre realtà culturali della nostra regione ".
Il presidente della V Commissione, Mario Olivieri, sostiene che l'iniziativa intrapresa "è una sveglia per il presidente Luciano D'Alfonso affinché consideri tutti come ha fatto in campagna elettorale. Non solo – continua Olivieri – anche per ciò che riguarda le cliniche private, abbiamo soltanto subìto e non ci è stato possibile cambiare. Non siamo contrari, ma mi sarebbe piaciuto dire la mia. La concertazione, la condivisione, il 'tavolo dei lavori' sono le cose a cui auspichiamo".