Venerdì, 14 Agosto 2015 17:37

Cialente risponde al centrodestra: "E' contro la città". E cita la Bibbia. Albano: "Sciacalletti"

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"La vicenda della mancanza del numero legale su questioni decisive, come il riordino delle Province, o il destino delle Istituzioni Culturali, tra cui la sopravvivenza dell'Isa, rappresenta il punto più basso cui può giungere il vecchio modo di far politica e che a me ricorda tanto, ahimè per motivi anagrafici, gli anni dei pentapartiti della prima Repubblica".

Lo afferma, in una nota, il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, riferendosi all'ultima seduta del Consiglio regionale.

"Che cos'è successo? Tre esponenti della maggioranza - ha aggiunto - andando sull'Aventino, hanno affossato leggi decisive lasciando chiaramente, spazio alle posizioni nettamente contrarie ed ostruzionistiche del centro destra. Ho già detto quello che penso tre giorni fa ed è quello che Luciano D'Alfonso, che ritengo vittima di questi ricatti, dovrebbe fare se messo alle strette. Su questa vicenda si sono infuriati come 'sorcini' gli esponenti del centro destra aquilano, con dei commenti ai quali non vorrei rispondere, per decoro personale, ma che invece voglio commentare, per condividere delle riflessioni con i cittadini".

"Il centrodestra in Regione, i vari Sospiri, Febbo e compagni - afferma sempre il sindaco dell'Aquila - hanno una posizione nettamente anti aquilana, per due motivi: il primo, ed è un elemento che mi preoccupa molto, è rappresentato dall'assoluta inconsistenza e mancanza di credibilità degli esponenti del centrodestra aquilano, ormai isolato da qualsiasi riferimento regionale, capace tutt'al più, di andare a chiedere qualche benefit personale, direttamente a D'Alfonso o a Lolli".

"Il secondo è che, chiaramente - evidenzia Cialente - in vista del rinnovo del Consiglio comunale dell'Aquila, cercano di alimentare un rancore campanilistico contro D'Alfonso e la Giunta regionale. Questo è, semplificato, ciò che sta accadendo. Chiaramente, i tre aventiniani, forti di questo quadro, sono nelle condizioni di mettere in serie difficoltà la maggioranza. La riprova di ciò che dico, sono le dichiarazioni di ieri, rilasciate in conferenza stampa dai nostri 'piccoli' esponenti politici del centrodestra, De Matteis, Imprudente, Liris, Colonna e D'Eramo".

"Costoro, non dicono che chi ha fatto ostruzionismo contro L'Aquila, stante le assenze dei tre aventiniani della maggioranza, è stato proprio il centrodestra regionale. In altre parole, chi in effetti ha bloccato le Province, l'Isa e quant'altro, è stata l'opposizione nel fare il suo gioco. D'Alfonso e la sua Giunta, quindi, non ce l'hanno con L'Aquila, essendo di fatto impotenti, per mancanza di tre esponenti della maggioranza, a fronteggiare le posizioni anti aquilane del centrodestra".

"Il tutto in quel clima vergognoso di tutela dei campanili che è l'unica politica che sto vedendo fare in Consiglio regionale. Voglio, allora, 'svelare' ai cittadini - sottolinea sempre Cialente - ciò che dovrebbero fare gli amministratori ed i politici che hanno interesse a risolvere i problemi anche chi è all'opposizione rispetto al governo di turno: dovrebbero solo intervenire sugli esponenti della propria parte politica, facendo in modo che un atto passi con una 'comprensione o condivisione' dell'opposizione. Racconto sempre che nei difficilissimi anni del post sisma, due persone a Roma sono state mio costante riferimento, quasi quotidiano, Gianni Letta e Pierluigi Bersani, al punto che per alcune questioni particolarmente delicate sono riuscito spesso a farli mettere direttamente in contatto tra loro".

"Questo, sia quando ha governato Berlusconi, sia quanto ha governato Monti, sia quando ha governato Enrico Letta. E non si pensi che oggi, con il Governo Renzi, questo lavoro di 'accompagnare', come fossero figli, gli atti decisivi, sia cessato, cercando sempre di concretizzare di volta in volta su singoli atti, il maggior consenso parlamentare possibile".

"Quando c'era il governo regionale di Chiodi - afferma ancora il sindaco - su molte vicende, io, e non solo io, intervenivo costantemente sugli esponenti regionali del Pd, affinché, come si dice in gergo, potessero 'fare sponda' su determinati provvedimenti. E' così che si lavora. Mi verrebbe da chiedere a De Matteis e agli altri, se hanno fatto almeno una telefonata agli esponenti del centrodestra regionale per tutelare l'Isa, le altre istituzioni culturali, la stessa Perdonanza".

"Non l'hanno fatto, visto l'accanimento anti aquilano che anima Febbo, Sospiri e company. Ma se dovessero averlo fatto, cosa della quale dubito, poiché per l'opposizione in Consiglio comunale vige la regola del 'tanto peggio tanto meglio', evidentemente nessuno se li è filati, non contando nulla in Abruzzo. Ed è altrettanto evidente, che la loro assoluta ininfluenza non ha prodotto e non produrrà mai alcun effetto".

"Nel leggere, oggi, le dichiarazioni del nostro 'centrodestra dei poveri' - aggiunge il primo cittadino - mi è venuta in mente una storia: a me capita sempre di leggere i fatti alla luce di parabole, favole, aneddoti, leggende che mi hanno colpito profondamente da piccolo, di fatto educandomi. Questa mattina, mentre leggevo il resoconto della conferenza stampa di ieri, mi è tornato, quindi, in mente il racconto di due madri che si contendevano un bambino al cospetto di Re Salomone. Chi era la vera madre? Per capirlo, Re Salomone, ordinò di spaccare a metà il bambino dandone un pezzo a ciascuno alle due donne".

"La vera madre, immediatamente, rinunciò alla disputa dicendo che avrebbe ceduto purché il bimbo fosse salvo. Re Salomone capì chi aveva dato alla luce quella creatura e punì severamente l'altra donna".

"Lascio questa storia - conclude il sindaco dell'Aquila - come piccola riflessione politica su chi ama veramente questa Regione e questo comprensorio in modo assoluto e chi, invece, lo sta usando. Piccola riflessione che mi piacerebbe venisse fatta in questo Ferragosto 2015. Ferragosto per il quale formulo a tutti, i miei più cari e sinceri auguri".

Stefano Albano, segretario comunale Pd: "Il ritorno degli sciacalletti"

Salutiamo con rassegnazione il ritorno del fronte unito degli sciacalletti della politica aquilana, eccezionalmente uniti e pimpanti quando c'è da demolire. Un po' meno efficienti quando si tratta di lavorare per portare a casa i risultati. Il severo De Matteis era esponente di spicco di una maggioranza in Consiglio regionale che non solo non aiutò (sfido a ricordare il titolo di un solo contributo, anche solo simbolico) ma mise i bastoni tra le ruote all'Aquila terremotata (come dimenticarsi il flop della zona franca e la vicenda dei soldi, stornati, dell'assicurazione per il San Salvatore?), Liris vanta e mostra relazioni di livello con esponenti del suo partito a livello nazionale, ma quando si è trattato, negli anni, di battersi in Parlamento per L'Aquila, anche andando contro governi sostenuti da maggioranze "amiche", ben si è guardato, o forse non è riuscito, a mettere in moto i suoi mentori. Ci ha sempre pensato il Pd.

Che c'è da aspettarsi? Alla demagogia rispondiamo con i risultati, che a livello comunale, da ultimo, hanno portato a un bilancio che ha scongiurato gli aumenti della tassazione grazie a un'opera di tessitura condotta nei confronti del governo nazionale, quell'esecutivo che ci ha garantito le risorse per la ricostruzione a lungo termine. A livello regionale grazie a operazioni pazienti dei nostri esponenti - altro che isolamento - possiamo impostare la programmazione su un telaio di livello come la legge sull'Aquila capoluogo (la legge approderà presto in Consiglio), avere risultati tangibili sul fronte delle infrastrutture e del potenziamento delle arterie stradali, realizzare la pista polifunzionale Aterno, in prospettiva un vanto per le nostre aree, e avere a disposizione risorse per il rifacimento della sentieristica del Gran Sasso. Senza dimenticare le grandi opportunità di sviluppo offerte dai progetti del distretto turistico e dell'Appennino Parco d'Europa.

Sull'Isa continuiamo a far valere le nostre ragioni, sempre con la convinzione - non compresa dalla destra aquilana - che si tratta di un vanto e di un'istituzione di profilo regionale. Riconducendola agli interessi di campanile (lo stesso vale per la Perdonanza) non si fa a essa un buon servizio, anzi. Ma pazienza, ai danni della destra aquilana, all'incapacità di convergere sugli interessi della nostra città pur di giocare con le polemiche e le strumentalizzazioni politiche, siamo abituati, e in modo o nell'altro vi abbiamo sempre posto rimedio. Se sono accorti anche gli elettori, che lo scorso anno ne hanno sanzionato il piccolo cabotaggio e l'assoluta incapacità di portare a casa i risultati, non eleggendo nemmeno un aquilano nel file del centrodestra in Regione.

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 14 Agosto 2015 18:32

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