In una fase politica già dominata per lo più da strategie elettorali (ma ad un anno e mezzo dal voto), Ettore Di Cesare del gruppo consiliare di Appello per L'Aquila che Vogliamo ha presentato oggi una proposta di delibera che prova a metter mano e risolvere qualcuno dei tanti problemi che affliggono molti cittadini aquilani.
Lo fa in particolare confrontandosi con una delle maggiori contraddizioni del post sisma: il Comune possiede un'esorbitante proprietà immobiliare (Progetti Case e Map) a cui non riesce però a dare un'adeguata manutenzione a causa sostanzialmente della scarsezza di risorse. Allo stesso tempo alcuni inquilini-cittadini che vi alloggiano non hanno a loro volta le risorse (perché non hanno lavoro) per pagare canoni di compartecipazione e/o bollette. Il cane che si morde la coda.
Da qui nasce il regolamento (leggilo qui) del cosiddetto "baratto amministrativo", permesso dal recente "Sblocca Italia"(Art.24) e che consiste in questo: "i cittadini in difficoltà che non riescono a pagare tributi comunali, canoni e bollette dei Progetti Case e Map possono estinguere il debito, o parte di esso, eseguendo lavori per il Comune quali, per esempio, la pulizia di piazze e strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso di aree e beni immobili inutilizzabili e lavori di piccola manutenzione".
Non solo duqnue manutenzione delle new town ma anche di altre aree cittadine dismesse "come ad esempio il Parco dell'ex Ospedale psichiatrico di Collemaggio" precisa il congliere del gruppo civico.
Per cittadini in difficoltà si intendono nel regolamento i morosi non colpevoli, ossia assegnatari con Isee inferiore a 12mila euro annuo e che "sono realmente impossibilitati a pagare canoni di compartecipazione e/o dei canoni di locazione di alloggi e/o del consumo di utenze del Progetto CASE e dei moduli abitativi provvisori MAP che si trovino in una delle seguenti condizioni:
1. Abbiano perso il lavoro per licenziamento;
2. Abbiano avuto una consistente riduzione dell'orario di lavoro;
3. Siano in cassa integrazione ordinaria o straordinaria che ne limiti la capacità reddituale;
4. Non abbiano visto rinnovati contratti a termine o di lavori atipici;
5. Abbiano cessato attività libero-professionali o di imprese registrate derivanti da cause di forza maggiore;
6. Abbiano una malattia grave;
7. Abbiano avuto un infortunio o un decesso del componente del nucleo familiare che abbia comportato la consistente riduzione del reddito complessivo".
Appello per L'Aquila che vogliamo ha previsto anche un tetto massimo di lavoro quantificato per il richiedente in 800euro annue, mentre una prestazione lavorativa di 8h ore vale 60 euro.
Anche il Comune ha un tetto che ammonta all'utilizzo di 80mila euro. "In questo modo - ha spiegato Di Cesare in conferenza stampa - potranno lavorare in un anno 100-150 persone".
Lavoro che potrà così aiutare ad evitare anche gli sfratti: "Ad oggi, con un'evidente ingiustizia sociale - ha proseguito il consigliere - l'amministrazione non fa alcuna distinzione tra i morosi: per noi invece c'è una netta differenza tra quelli che possono pagare, e per questi va preteso che saldino tutti i debiti accumulati, e quelli che non possono pagare per oggettive difficoltà (sono stati licenziati, non gli è stato rinnovato un contratto a tempo o atipico, ...). E allora se non si hanno soldi si può prestare il proprio lavoro per saldare quanto dovuto con attività di cui il comune ha evidente bisogno, basti pensare al decoro urbano delle strade e giardini e alla piccola manutenzione dei Progetti Case e Map".
"Il baratto amministrativo offre un doppio vantaggio, da un lato i contribuenti in difficoltà possono assolvere ai propri doveri e dall'altro il Comune può usufruire di forza lavoro, in un periodo in cui scarseggiano risorse, le assunzioni sono bloccate ed i risparmi e tagli nella gestione amministrativa rendono determinate attività di difficile soddisfacimento.
"Soprattutto - ha concluso Di Cesare - si da l'opportunità di ridare dignità a chi, per le contingenti e transitorie situazioni di emergenza, è costretto a diventare frodatore fiscale non colpevole, dando loro la possibilità di mettersi a disposizione della propria comunità e di sentirsi utili a se stessi e agli altri".
Ora la delibera passerà in Commissione per poi sbarcare in Consiglio Comunale, sedi che APLCV si augara "possano servire alle altre forze politiche per migliorare il Regolamento da noi proposto."