di Roberto Ciuffini e Nello Avellani - E' stata un'attesa lunga, e snervante. Prima, il presidio alle porte di Palazzo Fibbioni, notte e giorno, da lunedì scorso. Poi, il via libera alla proroga dei contratti firmata dal Ministero del Lavoro, e arrivata nel tardo pomeriggio di ieri. Infine, la riunione di Giunta comunale - convocata per oggi, a mezzogiorno - che si è protratta per oltre 3 ore, con i precari del Comune dell'Aquila ad attendere pazienti all'ingresso del Palazzo.
L'annuncio è arrivato intorno alle 16, con la Giunta quasi al completo che ha incontrato i precari in mobilitazione: finalmente, il sindaco Cialente e l'assessore Leone hanno firmato l'atto di indirizzo che impegna i dirigenti ad istruire la delibera per la proroga dei contratti, fino alla fine dell'anno eccetto che per le maestre dell'asilo che, invece, beneficieranno del rinnovo fino a giugno 2016.
La Giunta Cialente, insomma, ha preso atto della risposta formulata dal dicastero presieduto da Giuliano Poletti all'interpello inviato dal Comune dell'Aquila e che autorizza, dal punto di vista normativo, previo parere positivo rilasciato dal dipartimento della Funzione pubblica, la deroga al Jobs act, l'ostacolo principale che, secondo l'aministrazione, impediva la concessione della proroga. In pratica il dipartimento ha stabilito che il decreto Enti locali, nel quale era contenuta la norma che prorogava i contratti dei precari fino al 2017, non è il conflitto con la riforma del lavoro varata dal governo Renzi, che invece vieta proroghe dei contratti a tempo determinato superiori ai 36 mesi.
Chiarito, dunque, che, a livelllo normativo, è tutto in regola, Cialente e Leone hanno potuto istruire l'atto di indirizzo perché venga predisposta la delibera per il rinnovo. A quel punto, verrà approvata dalla Giunta comunale.
"E' chiaro che adesso la partita si sposta sulla Legge di stabilità, per avere la copertura finanziaria necessaria al rinnovo dei contratti fino alla fine del 2017, come previsto nell'emendamento approvato in fase di discussione del così detto decreto Enti locali", ha spiegato il primo cittadino. Un milione infatti, necessario alle proroghe decise stamane, è stato garantito dal bilancio del Comune dell'Aquila. Servono, però, altri 3milioni e 700mila euro.
Benché manchino ancora le firme dei dirigenti che dovranno, predisporre, appunto, la delibera, i 59 lavoratori precari del Comune, i cui contratti scadranno il prossimo 30 settembre, possono tirare un sospiro di sollievo. "Crediamo che i dirigenti daranno seguito all'atto di indirizzo politico", ha inteso sottolineare Cialente. "Qualora dovessero mostrarsi ancora restii a concedere la proroga, però, vedremo come agire. Motivando la decisione, la Giunta comunale potrebbe andare anche oltre il parere dei dirigenti, tuttavia si aprirebbe un problema normativo".
"Inutile fare il processo alle intenzioni", ha aggiunto l'assessora al personale, Betty Leone. "Attendiamo il parere dei dirigenti e poi, eventualmente, valuteremo il da farsi". La sensazione però, le parole di Cialente e di Leone l'hanno lasciato intendere, è che le 'resistenze' dei dirigenti, e in particolare della dirigente al personale Ilda Coluzzi, siano state superate.
Cialente non ha mancato di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Ci vuole maggiore rispetto per il lavoro dei dirigenti e dell'amministrazione", ha voluto ribadire. "Siamo convinti di aver percorso la strada giusta, interpellando il Ministero del Lavoro: infatti, l'atto parlamentare era molto sibillino. Se avessero voluto metterci al sicuro - ha incalzato ancora il sindaco dell'Aquila - avrebbero scritto chiaramente che la norma approvata per la proroga dei contratti andava in deroga al Jobs Act. Così, avrebbero fugato ogni dubbio". Il primo cittadino è andato oltre, lasciando trasparire abbastanza chiaramente un certo fastidio per l'atteggiamento tenuto da alcuni esponenti del suo partito, il riferimento alla senatrice Pezzopane è parso abbastanza chiaro, che, in questi giorni, non hanno mancato di solidarizzare con i lavoratori in presidio asserendo che la proroga fosse scontata e che non ci fosse alcun bisogno di interpellare il Ministero. "Siamo noi che mettiamo le firme e assumiamo il rischio delle nostre decisioni", la stilettata di Cialente. "Siamo noi che veniamo chiamati a risponderne, anche economicamente se le decisioni dovessere essere sbagliate. Bisognerebbe avere maggiore rispetto del lavoro nostro e dei dirigenti: è troppo semplice solidarizzare quando non si corre alcun rischio".
di Roberto Ciuffini e Nello Avellani
Appello per L'Aquila: "Come un atto dovuto diventa straordinario e risolutivo"
"La vicenda dei lavoratori precari del Comune sembra giungere a lieto fine, almeno per i prossimi mesi. La risposta del Ministero del Lavoro appare chiara e inequivocabile sulla possibilità di proroga dei contratti e l'Amministrazione non potrà decidere diversamente. Non ci fosse stata l'attenzione sulla decisione di chiudere degli asili nido comunali, di cui contrastammo da subito la scelta, e soprattutto la lotta determinatissima dei lavoratori, sicuramente oggi parleremmo di famiglie senza stipendi, di asilo nido chiusi e di servizi pubblici peggiorati. Insomma vale sempre il detto che 'la lotta paga'".
Si legge in una nota diramata dal gruppo consiliare di Appello per L'Aquila. "Fin dall'inizio - scrive il gruppo civico - l'Amministrazione ha prestato scarsa attenzione alla questione dei precari come se avesse già deciso per loro un futuro di disoccupazione a vantaggio di chissà quali altri scopi e piani occupazionali. Non può sfuggire che ad ogni spiraglio per giungere alla positiva chiusura della vertenza, l'Amministrazione invece di cogliere ed esplorare le opportunità abbia fatto del tutto per chiudere immediatamente le porte. E' successo con la conferenza stampa sugli asili in cui si annunciava la chiusura e l'esternalizazzione del servizio quando la sera prima era uscita una circolare della ministra Madia che perlomeno apriva delle porte. Nemmeno il tempo di studiarla con attenzione e di porre quesiti: l'unica soluzione era esternalizzare. E' successo con il Decreto Enti Locali: se veramente si aveva a cuore il destino dei precari, la richiesta di parere al ministero competente non sarebbe stata inviata solo qualche giorno fa, con i lavoratori in presidio sotto al Comune, ma ci si sarebbe mossi immediatamente dopo l'approvazione del Decreto che risale al primi giorni di agosto".
Perché ci si è comportati in questo modo, si chiede Appello per L'Aquila, "costringendo alla lotta i precari con tanto di accampamento notturno? Perché non si tiene mai nella giusta considerazione la dignità delle persone siano essi cittadini che accedono ai servizi o lavoratori precari?
Si è fatto vivere un dramma ad una sessantina di lavoratori e alle loro famiglie che per settimane hanno temuto per il proprio futuro. Poteva e doveva essere evitato, gli strumenti normativi erano già tutti a disposizione se solo si fosse voluto. Ma forse se tutto ciò si fosse fatto ad agosto, come era giusto, non se ne accorgeva nessuno. Un atto dovuto allora diventa straordinario e risolutivo. E i lavoratori sono grati per quello a cui avrebbero comunque diritto. Ricordiamo che alcuni servizi, si pensi al sociale, vanno avanti con scarsità di mezzi e risorse per l'abnegazione di gran parte dei lavoratori. Anche di quei precari che si volevano mandare a casa (per chi in una casa vera ha la fortuna di viverci)".