E' uno degli "eroi" dell'Islanda delle meraviglie, Birkir Bjarnason. Centrocampista possente, due gol in un europeo che la sua nazionale e il piccolo Paese dell'estremo Nord Europa non dimenticheranno mai.
In un'intervista a Corriere Tv prima del quarto di finale contro i padroni di casa della Francia - che ha sancito l'uscita dei vichinghi da Euro 2016 - Bjarnason, unico dei suoi a conoscere l'italiano, parla del suo rapporto con l'Italia, in cui ha giocato per tre stagioni.
E alla domanda "Cosa ti manca di più dell'Italia?", Birkir risponde senza dubbi: "Gli arrosticini dell'Abruzzo". In quella terra che l'ha visto protagonista per due stagioni (2012-2013 e 2014-2015) al Pescara, in un'area metropolitana di circa 400mila abitanti, più di tutta l'Islanda.
Un legame indissolubile tra il centrocampista cresciuto nelle giovanili dell'Akureyri, squadra della quarta città del Paese (appena 17mila abitanti) e il Delfino, i cui tifosi divennero l'anno scorso protagonisti del tormentone #FreeBirkir, con un bombardamento di commenti sui social network e mail indirizzate alla Federazione islandese, in protesta per la convocazione di Bjarnason in nazionale, durante i play off (poi persi) del Pescara per l'accesso in Serie A.
Intanto, al numero otto islandese sono interessati due club tedeschi (Borussia Mönchengladbach ed Hertha Berlino) e anche la Sampdoria, con cui ha già giocato tre stagioni fa. Che possa, tra qualche mese, tornare a mangiare gli arrosticini abruzzesi?