Sabato, 14 Aprile 2018 18:56

Il rugby internazionale torna a L'Aquila: in 6mila al Fattori per Zebre-Dragons. Dalledonne: "Sembra di essere al Sei Nazioni"

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"L'Aquila è una città che risponde sempre bene quando ci sono eventi legati al rugby. Questo stadio è un tempio di questo sport, qui si sono giocate partite storiche, come lo spareggio del 1994 che ci portò allo scudetto di Padova".

Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi commenta così la lunga giornata di rugby svoltasi sabato al Fattori, con il match di serie A tra L'Aquila e Cus Genova (26-47 il punteggio finale) che ha preceduto la partita di Guinness Pro14 - il campionato professionistico internazionale al quale partecipano squadre appartenenti alle federazioni di Galles, Irlanda, Italia, Scozia e, dal 2017, anche Sudafrica - tra la franchigia federale delle Zebre e i gallesi dei Newport Gwent Dragons (34-32 per le Zebre il risultato finale).

Ed era, forse, dalla storica semifinale giocata dall'Aquila contro la Benetton Treviso che non si vedeva un Fattori così pieno. Quasi 6mila gli spettatori paganti presenti sugli spalti, molti dei quali provenienti anche da fuori regione.

WhatsApp Image 2018-04-14 at 19.35.08Una vera festa della palla ovale, iniziata e proseguita, prima e dopo le partite, anche al di fuori dello stadio, nel villaggio allestito dagli sponsor su viale Gran Sasso.

"Sembra di essere al Sei Nazioni" afferma un'entusiasta Andrea Dalledonne, amministratore unico delle Zebre, che per la prima volta hanno giocato un incontro lontani da Parma in uno stadio del Centrosud. "Questo appuntamento deve diventare una tradizione" osserva Dalledonne "Siamo la franchigia federale, dobbiamo andare dove c'è fame di sport, portare il rugby di alto livello in giro per l'Italia. E, per far questo, non potevamo non partire dall'Aquila, che è la patria del rugby italiano e non solo per modo di dire. Quando sono diventato presidente delle Zebre la prima cosa che ho pensato è stata di giocare una partita qui. Abbiamo avuto un'accoglienza calorosissima, rigraziamo il sindaco, il Comune e il comitato che ci hanno supportato in tutto. E naturalmente il pubblico dell'Aquila e il suo grande cuore".

Quello di Dalledonne non è solo un pio desiderio. Management delle Zebre, Fir e Comune dell'Aquila stanno già discutendo della possibilità di trasformare l'evento di oggi in un appuntamento fisso.

"L'idea è quella di istituzionalizzare la giornata di oggi anche nei prossimi anni" dichiara Biondi. Speranza coltivata anche dal presidente dell'Aquila Rugby, Fulvio Angelini, che raccoglie la palla e rilancia: "Speriamo che il grande successo, anche organizzativo, di questa giornata possa permetterci di diventare attrattivi per eventi ancora più prestigiosi, come un test match della Nazionale e, perché no, anche per una partita del Sei Nazioni".

"Un match del Sei Nazioni qui? Sarebbe un sogno" commentato il ct degli azzurri, l'irlandese Conor O'Shea, presente sugli spalti insieme al team manager della nazionale, l'aquilano Gino Troiani "Questo è un bellissimo stadio, ricordo quando venni a giocare all'Aquila con i London Irish vent'anni fa, anche se poi non scesi in campo perché ero infortunato. Sarebbe bellissimo portare la Nazionae qui anche se la vedo difficile perché alle nostre partite vengono sempre 50 o 60mila persone".

Pierluigi Biondi: "Ora per L'Aquila una squadra unica"

La grande partecipazione di pubblico alla maratona rugbystica del Fattori ha fatto stringere di nuovo migliaia di persone intorno all'Aquila Rugby. Il club, com'è noto, sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia, tra difficoltà economiche e problemi societari.

Una crisi per uscire dalla quale il sindaco dell'Aquila è tornato a rilanciare, ai microfoni di NewsTown, l'idea della franchigia unica territoriale, una società nella quale possano unirsi tutti i club attualmente esistenti sul territorio, settori giovanili compresi.

"Secondo me è il momento giusto" ha affermato Biondi "visto che tutte le società rugbistiche aquilane sono in difficoltà. I sei sodalizi, dalle giovanili alle prime squadre, devono cercare di trovare un momento di federazione, nel rispetto della storia e delle prerogative di ognuno, con l'obiettivo di creare un movimento omogeneo e coordinato ed eliminare screzi e vecchie ruggini. E se qualcuno porta su di sé, a prescindere dalle proprie responsabilità, un marchio che lo rende un ostacolo all'unità, sarebbe il caso che facesse, come si usa dire adesso in politica, un passo di lato".

Ultima modifica il Domenica, 15 Aprile 2018 21:15

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