Giovedì, 12 Giugno 2014 11:17

E' il giorno dei Mondiali: 64 anni dopo, si torna in Brasile. Che vuole cancellare il Maracanazo

di 

Ci siamo. Alle 22 ora italiana, verrà fischiato il calcio d'inizio della ventesima edizione del Campionato del Mondo di Calcio che torna in Brasile, sessantaquattro anni dopo il Maracanazo.

E' la notte del 16 luglio 1950. Duecentomila persone affollano gli spalti dello stadio Maracanà, il tempio del calcio appena inaugurato, già pronte a festeggiare la prima vittoria mondiale del Brasile. I verdeoro sono fortissimi: hanno rifilato sei reti a Svezia e Spagna, si giocano la finalissima contro l'Uruguay sicuri di regalare una gioia immensa a tutto il Paese.

La festa però si trasforma in un incubo. Ambulanze che fanno suonare le sirene nel putiferio generale, gente che si butta dai palazzi impazzita di dolore, e un uomo che si aggira tra i bar con le lacrime agli occhi.

Quell'uomo è Obdulio Varela, il capitano dell'Uruguay che aveva fatto l'impresa: la celeste vinse la finale contro ogni ragionevole pronostico. Per tutta la vita, Obdulio si sarebbe portato dentro il rimorso di aver gettato nella disperazione un popolo intero.

Nunca mais, mai più, titolarono i giornali brasiliani il giorno dopo. Mai più un dolore simile, mai più una beffa tanto atroce. La cronaca: il Brasile andò in vantaggio al sesto minuto del secondo tempo con l'ala destra Friaca, e il Maracanà esplose di gioia. Sembrava l'inizio della disfatta per l'Uruguay: d'altra parte, giocatori e tecnici della Celeste, prima di scendere in campo, avevano dichiarato che sarebbe stato un successo perdere con due gol di scarto. In quel momento, però, avvenne qualcosa di strano. Anni dopo fu lo stesso protagonista, il capitano Varela, a raccontarlo. "Presi il pallone dalla rete e camminai lentamente verso il centro del campo. Ci misi più di due minuti, sempre tenendo in mano il pallone, con i brasiliani che mi urlavano di tutto e volevano che facessi in fretta a ricominciare il gioco perché volevano seppellirci di gol. Quando arrivai a centrocampo protestai con l'arbitro per un presunto fuorigioco, chiamai un interprete per parlare con il direttore di gara che naturalmente convalidò la rete di Friaca, ma io intanto avevo guadagnato un altro po' di tempo, il furore dei brasiliani si era placato e in quell'istante capii che avremmo potuto vincere".

Obdulio guarda provocatoriamente la folla. Ha ottenuto ciò che voleva: ha raffreddato gli animi. Sarà lui a guidare l'assalto. Pareggio di Schiaffino, Maracanà ammutolito. E poi, a nove minuti dalla fine, il gol decisivo di Ghiggia, da posizione quasi impossibile. La tragedia si era consumata. Quando Obdulio Varela alzò al cielo la coppa Rimet, i brasiliani in lacrime uscivano dal campo. Lutto nazionale. A Montevideo pubblico e tifosi in delirio. Ma Varela era a Rio, vedeva soltanto la sconfitta dei suoi avversari.

Con il massaggiatore andò a fare un giro per i locali, lo riconobbero. Fu lui ad avvicinarsi a un tifoso brasiliano per consolarlo e per tutta risposta ricevette una birra e gli venne offerto di bere alla memoria della coppa del mondo che fu. Obdulio accettò, e quella notte si sentì con il cuore a pezzi. Anni dopo disse: "Se dovessi giocare di nuovo quella partita, mi segnerei un gol contro. L'unica cosa che abbiamo ottenuto vincendo il titolo è stato di far felici i dirigenti della Federazione uruguaiana che si fecero consegnare le medaglie d'oro e a noi giocatori ne diedero altre d'argento. Questo è stato il riconoscimento".

L'Uruguay conquistò così il secondo campionato del Mondo. Il Brasile invece dovette aspettare ancora otto anni per gioire. Da allora, la Seleçao ha vinto cinque edizioni del Mondiale (l'ultima, nel 2002) ma non ha mai dimenticato la sconfitta del mondiale che fu.

Alle 22 di questa sera (le 17 in Brasile), con diretta Rai e Sky per gli abbonati, nella gara inaugurale contro la non irresistibile Croazia a San Paolo, prende il via l'avventura dei ragazzi allenati da Felipe Scolari che tenteranno di cancellare per sempre la notte del 16 luglio 1950.

Un'ora e mezza prima, alle 20:30 ora italiana (le 15:30 in Brasile), l'attesa cerimonia di inaugurazione: grandi protagonisti della festa saranno i testimonial delle varie nazionali ma il tema principale sarà proprio il Brasile, paese ospitante, patria di alcuni tra i più grandi campioni di calcio. Una delle principali attrazioni - a quanto si apprende - sarà una sfera di dimensioni enormi, formata da oltre 90 mila luci al led.

Intanto, nel paese proseguono gli scioperi: i lavoratori dei tre aeroporti di Rio de Janeiro hanno indetto per oggi un'astensione dal lavoro di 24 ore.L'agitazione del personale aeroportuale interessa gli scali Galeao, Santos Dumont e Jacarepaguà e scatterà dalla mezzanotte locale (le 05:00 di giovedì in Italia). I lavoratori aeroportuali scioperano per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, informa il sindacato di categoria della capitale carioca. A San Paolo, invece, il sindacato dei lavoratori della metro ha deciso di non riprendere lo sciopero ad oltranza interrotto martedì, dopo cinque giorni di astensione dal lavoro che hanno paralizzato il traffico cittadino. Così, non dovrebbe esserci alcun disagio in vista della cerimonia d'inaugurazione.

 

Ultima modifica il Giovedì, 12 Giugno 2014 11:34

Articoli correlati (da tag)

Chiudi