Si è svolta stamane la riunione della terza Commissione consiliare “politiche culturali, sociali e formative”. La commissione era stata convocata dal presidente Adriano Durante anche per ricevere in audizione Corrado Ruggeri, presidente del Consorzio Pattinaggio L'Aquila, sul problema legato alla ristrutturazione e alla gestione del palazzetto dello sport di viale Ovidio.
Ruggeri – campione mondiale di pattinaggio nel 1968 ed ex assessore allo sport nella giunta Tempesta – ha riferito in audizione di come non sia più possibile andare avanti così per i pattinatori aquilani, eccellenza del nostro territorio (sei i campionati mondiali vinti da pattinatori dell'Aquila). Il pattinaggio, sport di tradizione e vittorie all'Aquila, non è infatti adeguatamente ripagato dalla situazione in cui versa attualmente parte dell'impiantistica sportiva della città: quello che comunemente viene chiamato palazzetto dello sport (in realtà un pattinodromo, come ha ribadito più volte Ruggeri) versa in condizioni di abbandono da anni. Insomma, sembra chiaro anche dalla gestione di quella che potrebbe essere l'architrave dell'economia cittadina (il Gran Sasso) o da come vengono vessati sport in cui il nome dell'Aquila spicca a livello nazionale e internazionale (come il rugby e il pattinaggio stesso) che la politica non riesca a capire l'importanza, in termini di qualità della vita dei cittadini, dello sport come strumento di ricostruzione economica e sociale.
Qual è l'attuale situazione dell'unico palazzetto dello sport della città? Facciamo chiarezza. Il palazzetto, di proprietà del Comune e già inutilizzato dal 2007 a causa di lavori sugli impianti, è stato danneggiato solo in parte dal sisma, che ha provocato la rottura di diversi vetri di cui è ricoperta esternamente la struttura e causato infiltrazioni d'acqua. Il problema vero è però l'agibilità, che non esiste già da prima del terremoto e che impedisce agli atleti di volley, pattinaggio e pallamano di giocare campionati federali all'interno dell'edificio stesso. Per questo motivo l'utilizzo possibile oggi dell'unico palazzetto dello sport del capoluogo di regione è per gli allenamenti. Dopo il sisma, una società privata (il Gruppo Steda) si propose volontariamente di sistemare il palazzetto, ma poi la ditta fallì e fu tutto lasciato come prima, e anzi con elementi di impiantistica smontati e dunque da rimontare. Ci sono inoltre problemi legati all'impianto termico e a quello elettrico, di adeguamento degli spogliatoi e criticità della copertura del tetto. Per ovviare a questi problemi di natura strutturale, l'assessorato allo sport presieduto da Emanuela Iorio ha presentato domanda per un bando nazionale del Ministero dello sport. Il progetto cosiddetto “Idem” (dal nome della ministra dimissionaria del governo Letta) è di un importo complessivo di quasi un milione di euro, con cofinanziamento del 50% circa da parte del comune. La risposta arriverà entro un paio di mesi, ma nel caso in cui non si dovessero ottenere i fondi ministeriali – si è ribadito oggi in commissione – si dovranno reperire finanziamenti comunali tra i residui di bilancio e i mutui inutilizzati, soprattutto per arrivare alla tanto agognata agibilità dell'edificio. Nel frattempo i tecnici comunali (presente in commissione il geometra Dino Tarquini) hanno ottenuto un finanziamento Por-Fesr che permetterà di riparare le vetrate andate in frantumi durante il terremoto di quattro anni fa. Il comune promette tempi certi: entro luglio si apriranno le buste del bando di gara, entro ottobre i lavori saranno terminati. A quel punto il palazzetto tornerà quantomeno alla condizione – comunque fortemente precaria – pre-sisma.
La questione della sistemazione del complesso sportivo intorno allo stadio è una delle grandi questioni irrisolte all'Aquila. Sarebbe una nota positiva per tutto il territorio una co-gestione di diverse società sportive corsorziate per un complesso sportivo (stadio, piscina comunale con l'area concerti antistante, campi da tennis, parco sotto la Fontana Luminosa e palazzetto dello sport) prestigioso e in pieno centro storico. Sarebbe anche quello segno della ricostruzione di una città migliore di quel che era prima. Sarebbe un gran segno di rinascita. Per ora rimane però solo un sogno di pochi visionari.