Mercoledì, 22 Luglio 2015 14:52

Palazzi chiude le indagini. La situazione per Teramo e L'Aquila spiegata bene

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Primo importante passo della giustizia sportiva in merito alle indagini del filone Dirty Soccer, aperto dalla Procura di Catanzaro e che vede coinvolte 32 squadre tra cui Teramo e L'Aquila.

Ieri il Procuratore Federale dalla Commissione di Garanzia della FIGC, Stefano Palazzi, ha comunicato agli interessati l'avviso di conclusione delle indagini differenziando di fatto le posizioni delle due compagini abruzzesi.

Al Teramo per la presunta combine dell'incontro decisivo di Savona viene contestata infatti la responsabilità diretta, che prevede nel peggiore dei casi la retrocessione, mentre a L'Aquila il procuratore contesta "solo" parecchia responsabilità oggettiva.

Seguendo il procedimento di giustizia sportiva ora tutti i soggetti indagati saranno auditi tra il 25 ed il 27 luglio mentre nella prossima settimana si attendono i provvedimenti ufficiali. Dopo di che prima di Ferragosto ci sarà il Processo di primo grado ed entro settembre quello d'Appello. Insomma sarà una calda lunga estate.

Dirty Soccer, Savona -Teramo (Secondo filone)

In poche parole Palazzi si è convinto che per il Teramo ci sarebbe stato un coinvolgimento diretto quindi anche del presidente biancorosso Luciano Campitelli nell'aggiustare il risultato della gara contro il Savona. In questo filone gli altri indagati sono l'ex direttore dell'Area tecnica dell'Aquila calcio Ercole Di Nicola, che secondo gli inquirenti apparecchiò la combine, il ds del Teramo Marcello Di Giuseppe, Marco Barghigiani consulente del Savona, Marco Cabeccia calciatore del Savona, il collaboratore sempre della società ligure Enrico Ceniccola, e Ninni Corda del Barletta (ex Savona)che secondo gli investigatori ebbe pure una parte. Ovviamente ora il Teramo si difenderà durante il dibattimento del processo di primo e secondo grado difeso dall'avvocato Chiacchio.

Dirty Soccer, Il primo filone
Nel filone iniziale quello più consistente, le posizioni più gravi per cui vengono contestate responsabilità dirette, appartengono a Vigor Lamezia, Torres, Barletta, Catanzaro e Brindisi. Anche in questo filone è presente anche L'Aquila (la situazione dei rossoblù è trattata nel dettaglio nell'ultimo capitolo più in fondo) tramite Di Nicola che fu arrestato al Casinò di Venezia mentre ora si trova ancora ai domiciliari presso la sua abitazione di Morro d'Oro.

Spuntano altre indagini: il terzo filone di dirty soccer

Infine stamattina sempre dalla Procura di Catanzaro sono partiti altri provvedimenti a carico di nove persone tra dirigenti e calciatori ritenuti responsabili di aver par partecipato all'alterazione dei risultati di Martina-Paganese, Vigor Lamezia-Casertana, Salernitana-Barletta e Pistoiese-L'aquila, tutte del campionato di Lega Pro (Gironi B e C anno 2014/2015).

Ad essere nuovamente indagato è sempre l'ex responsabile dell'area tecnica rossoblù Di Nicola che secondo gli investigatori avrebbe in un primo momento cercato di alterare il risultato della partita in favore dell'Aquila tramite il calciatore della Pistoiese Alessandro Romeo, attraverso l'intermediazione di Eugenio Ascari e Davide Matteini, procuratori ed agenti F.I.F.A., anch'essi già indagati.

Paradossalmente però Di Nicola avrebbe all'ultimo ricevuto la proposta di Peppe Cianciolo (direttore sportivo del Poggibonsi), di aggiustare il risultato in favore degli arancioni toscani. A quel punto Di Nicola - stando alle indagini - avrebbe rilanciato per un prezzo di 50mila euro.

La partita finì 3-1 per la Pistoiese che guadagnò punti salvezza importanti interrompendo definitivamente la rincorsa play off del'Aquila che da quel giorno perse tutte le partite rimanenti.

La situazione dell'Aquila

Stando alle indagini, per alcuni osservatori abruzzesi la condotta di Di Nicola appare spesso frutto di millanteria. Quello con la Pistoiese non sarebbe - stando sempre alle carte dell'inchiesta - il primo caso di tentativo di aggiustare un risultato poi non andato a buon fine (vedi Santarcangelo).

Di contro il capitolo Pistoiese apre le porte - si spera solo in teoria - ad un coinvolgimento (ad oggi non emerso) di giocatori dell'Aquila finora estranei all'inchiesta. Di Nicola infatti, secondo gli inquirenti, nel primo filone d'indagini, avrebbe alterato risultati sempre in favore dell'Aquila. Se invece stavolta avesse dovuto accettare la proposta di Cianciolo, le cose cambierebbero.

Tralasciando Pistoia la chisura dell indagini, come registra anche la Gazzetta dello Sport, attesta all'Aquila un triste primato: quello del record delle responsabilità oggettive, ben 20.

Il tutto, sempre se confermato a processo, sarebbe tutto conseguenza delle condotte di Ercole Di Nicola che non si sarebbe limitato a (quantomeno cercare di) alterare i risultati concernenti i rossoblù (Santarcangelo-L'Aquila del 15 novembre 2014, L'Aquila-Savona del 23 novembre 2014, L'Aquila-Tuttocuoio del 25 marzo 2015 e L'Aquila-Santarcangelo del 29 marzo 2015 e ora anche Pistoiese-L'aquila) ma secondo le indagini - tramite la sua fitta rete di relazioni finalizzate al calcio scommesse - sarebbe coinvolto in molte altre combine di altre partite anche di altri gironi.

Come già mesi fa risultava dalle indagini, per esempio in Pisa-torres di Coppa Italia fino, appunto, alla madre delle presunte combine, Savona-Teramo.

Palazzi potrebbe aver recepito che Di Nicola agiva sostanzialmente nel suo interesse come ha avuto modo di dire anche la dirigenza dell'Aquila calcio e come - almeno in parte - emergerebbe dalle intercettazioni.

Fatto sta che per la società rossoblù sarà quasi impossibile sfuggire a svariati punti di penalizzazione.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Luglio 2015 15:28

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