L'ex rettore dell'Università degli studi dell'Aquila, Ferdinando di Orio, al timone dell'ateneo per 9 anni, è stato sospeso nei giorni scorsi dalla cattedra di 'Storia della medicina' a seguito della condanna per induzione alla concussione a tre anni di reclusione con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici decisa dal Tribunale di Roma.
A comunicarlo è stata la rettrice Paola Inverardi che non ha potuto far altro che accogliere il parere dell'Avvocatura dello Stato che consigliava, appunto, la sospensione. L'atto vale fino a sentenza definitiva anche se di Orio può considerare oramai conclusa la sua esperienza accademica: tra due anni, infatti, andrà in pensione.
La decisione, però, non poteva che scatenare polemiche. E Maria Grazia Cifone, direttrice del dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell’ambiente (Mesva), vicinissima all'ex rettore, non è rimasta in silenzio. "Preso atto della sospensione dal servizio del professor Ferdinando di Orio da parte della rettrice Paola Inverardi, resa nota agli organi di stampa, ancor prima che all’interessato", Cifone ha inteso esprimere rammarico "per l’abnormità di un provvedimento che si configura anche come un danno oggettivo per il dipartimento Mesva, privato di una insostituibile risorsa nonché dell’indispensabile apporto della sua personalità più prestigiosa dal punto di vista accademico, scientifico e culturale".
Il professor di Orio - ha aggiunto Cifone - "è l’unico professore di storia della medicina dell’Ateneo aquilano, una disciplina considerata dallo stesso Miur 'irrinunciabile' in diversi ambiti formativi. Non può non essere stigmatizzata l’ingenerosità e l’inaudita violenza di un provvedimento che colpisce una personalità che in tutti questi anni e in tutte le sue attività è sempre stata coraggiosamente in prima fila per la crescita e lo sviluppo dell’Università e del territorio aquilano. Il dipartimento Mesva, nel tradurre concretamente i tanti messaggi di sostegno trasmessi al professor di Orio, intende conferire un mandato a uno studio legale di fiducia affinché venga verificata la legittimità del provvedimento emesso, nel rispetto dell’ordinamento universitario e delle leggi vigenti".
Dunque, il Dipartimento ha inteso confermare "la sua profonda stima e la riconoscenza sincera nei confronti del professor Ferdinando di Orio, nella certezza che, rispetto alle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto, i successivi gradi di giudizio sapranno ristabilire la verità oggettiva riguardo l’onestà dei suoi comportamenti".