Martedì, 24 Gennaio 2017 22:19

Inverardi: "Scheda di fabbricato per ogni edificio d'Ateneo"

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"Come possiamo aumentare la conoscenza dei fenomeni che ci riguardano e la consapevolezza dello stato delle cose che ci circondano affinché si possa avere un comportamento di vita corretto e si possano affrontare i problemi che viviamo senza ansie eccessive".

Se lo è domandato la rettrice dell'Università degli Studi dell'Aquila, Paola Inverardi, in un momento assai delicato per la città, sconvolta dalla scosse di terremoto dei giorni scorsi e provata, poi, dal terribile incidente di Campo Felice, come non fosse bastata la tragedia di Rigopiano che ha mostrato la fragilità di un territorio pure flagellato da un'ondata di maltempo eccezionale.

"Quel che possiamo fare - ha sottolineato Inverardi, ospite di Mente Locale su Radio L'Aquila 1 - è dimostrare nella pratica, coi nostri comportamenti giornalieri e con la costruzione di una sequenza di esperienze positive che, effettivamente, si può convivere con le fragilità del nostro territorio e che, forse, abbiamo imparato qualcosa, in questi anni, migliorando - per esempio - lo stato dei luoghi nei quali viviamo e lavoriamo".

Inverardi non ha particolari dubbi nel dire che, sì, "abbiamo migliorato in modo significativo lo stato del patrimonio edilizio, pubblico e privato"; la domanda, spiega, non è "di quanto" sia migliorato, "quale magnitudo potrebbero sopportare" gli edifici ricostruiti: "abbiamo un benchmark sperimentale, il terremoto del 6 aprile 2009 e rispetto a quel test si sono prodotti dei miglioramenti. Non è detto, però, che non possano accadere episodi di altro tipo, di stessa magnitudo magari ma con una accelerazione differente, una diversa durata. Dunque, è importante comunicare - piuttosto - in modo efficace, fruibile e preciso, il grado di sicurezza delle strutture che abitiamo, dove trascorriamo il tempo dello studio o del lavoro".

Premesso che le sedi universitarie, a seguito di ogni evento sismico, "sono state accuramente verificate e che gli edifici non hanno riportato alcun tipo di danno", la rettrice dell'Università dell'Aquila ha svelato che, già da tempo, si sta lavorando all'istruzione di una scheda di descrizione delle caratteristiche di ogni fabbricato in uso all'Ateneo. "Quel che è accaduto in questi giorni, ha avuto il 'merito' di riportare al centro dell'agenda pubblica il tema della prevenzione e della sicurezza: per questo, in Senato Accademico - riunito nel pomeriggio - abbiamo deciso di dare assoluta priorità al progetto".

Verrà realizzato una sorta di fascicolo per ogni edificio, "che raccolga gli esiti delle verifiche strutturali e degli interventi apportati alle strutture, oltre alla tipologia e al tipo di costruzione: è chiaro che un edificio in acciaio reagirà ad un fenomeno sismico in modo diverso rispetto ad uno in muratura. Abbiamo l'ambizione, inoltre, di avere informazioni sui fabbricati che siano il più omogenee possibili: dunque, appronteremo una serie di verifiche già stabilite per rivedere lo stato degli edifici più vecchi, realizzati prima del terremoto, con modalità costruttive differenti rispetto agli standard imposti dalle normative vigenti che abbiamo seguito per realizzare i nuovi fabbricati. Così, avremo lo stesso spettro di informazioni per ciascun edificio che renderemo pubbliche, in modo definitivo, completo e non ambiguo. E' una priorità e, già domani, adotteremo la proposta in Consiglio d'Amministrazione".

E' un modo per rispondere alle giuste preoccupazioni di docenti e studenti, aquilani e fuori sede; è anche un modo per rendere l'Ateneo aquilano un riferimento, in termini di sicurezza, per l'intero territorio nazionale e per evitare, così, che i timori - pur legittimi - di genitori e ragazzi possano significare un calo di iscrizioni. Aggiungiamo noi, sarebbe anche un modo per incalzare le istituzioni a fare lo stesso, con gli edifici pubblici e, in particolare, con le scuole, e per dare un segnale ad una città, L'Aquila, che se vuole davvero immaginare un futuro deve imparare a convivere con le sue intrinseche fragilità.

"Un intervento simile l'ho proposto anche in sede di Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, perché credo sia questione che interessa tutti gli Atenei italiani; ho aggiunto che avrei chiesto al Minitero un sostegno. Ebbene, la proposta è stata ampiamente condivisa e, dunque, con la Crui avanzeremo una richiesta di piano straordinario per la sicurezza delle università italiane. E' importante venga assunto come elemento di sostanza, qual è, ma anche di comunicazione, trasparenza e informazione pubblica".

Non solo. Inverardi ha in mente una serie di iniziative, da predisporre in tempi brevi, "atte a migliorare il livello di conoscenza del rischio di studenti, personale e docenti, insistendo con le esercitazioni pratiche e, soprattutto, con la formazione e la divulgazione". In questo senso, l'Ateneo intende produrre anche dei video che possano "mostrare le caratteristiche strutturali di ogni edificio d'Ateneo, con la descrizione dei comportamenti attesi dai fabbricati in caso di terremoto e, di conseguenza, delle scelte da assumere in caso di evento sismico".

D'altra parte, la conoscenza dei fenomeni e delle risposte attese dagli edifici consente, a chi si trovi a vivere un evento così traumatico, di affrontarlo con maggiore consapevolezza; dunque, di convivere con fenomeni che hanno scritto la storia della nostra città e che dovrebbero tornare a far parte del bagaglio culturale di ciascun cittadino, dai più piccoli ai più anziani.

Ultima modifica il Martedì, 24 Gennaio 2017 22:45

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