La questione sembrava risolta. Almeno in parte. Invece, è ancora a rischio il servizio mensa per gli universitari che hanno scelto di studiare a L'Aquila.
Stamane, l'Udu - insieme ai rappresentanti di CL e di Azione Universitaria - ha indetto un sit-in di protesta innanzi al Consiglio regionale. Una delegazione di studenti è stata poi ricevuta dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci - accanto a lui, la senatrice Enza Blundo e il consigliere a Cinque stelle Gianluca Ranieri - con la promessa che giovedì pomeriggio verrà convocato un tavolo di confronto con l'Azienda per il Diritto allo Studio per risolvere la pericolosa impasse.
Un passo indietro. Qualche giorno fa, Regione Abruzzo - ancora su impulso del presidente della seconda commissione consiliare, Pierpaolo Pietrucci - aveva proposto un provvedimento legislativo che, almeno nelle intenzioni, doveva essere esaminato stamane dal Consiglio, finalizzato a consentire all’ADSU di poter riprogrammare i fondi di cui alla legge regionale 41/2011 (la così detta legge 'De Matteis') per assicurare la regolare erogazione del servizio mensa.
Un’iniziativa volta a dare una concreta risposta alle aspettative studentesche, a garantire il livello occupazionale delle maestranze occupate nell’erogazione dei servizi, e a consentire all’Azienda di poter individuare risorse finanziarie atte a sopperire alle attuali criticità dei bilanci statali e regionali.
Si trattava in concreto di poter utilizzare il milione e mezzo proveniente dalle donazioni e già a disposizione della Regione, e da questa trasferito all’Adsu, per realizzare e gestire centri di aggregazione, sviluppare programmi culturali, sportivi e musicali ma, soprattutto, garantire i servizi ristorativi. Così, l’azienda avrebbe potuto contare - per il triennio 2015-2017 - su rilevanti risorse finanziarie che avrebbero contribuito in termini significativi a reperire fondi per la gestione delle diverse strutture a servizio degli studenti universitari.
Se non fosse che il provvedimento legislativo si è mostrato di difficile attuazione per motivi tutti da chiarire e, dunque, non è stato inserito all'ordine del giorno del Consiglio regionale. Così, la protesta degli studenti alle porte dell'Emiciclo e l'incontro fissato per giovedì, con l'idea di risolvere la situazione.
Ad oggi, le mense a disposizione degli studenti dell'Univaq sono quattro, e tutte gestite dall'Adsu: al Polo di Coppito, al Polo di Roio, al Polifunzionale di Pile e all'interno della residenza Campomizzi. Il bando di affidamento del servizio di ristorazione scade il 31 dicembre prossimo.
L'azienda presenta però una condizione economica disastrosa e non ha ancora approntato il bilancio. Tra l'altro, vive un momento di grave instabilità: da mesi, ha quattro consiglieri d'amministrazione su nove dimissionari e Regione Abruzzo non ha ancora provveduto al rinnovo del Presidente e dei consiglieri di competenza del CdA, ormai scaduto ed in regime di prorogatio dal 1 giugno 2014. Dunque, è quindi impossibilitata ad istruire un nuovo bando di affidamento. Trattandosi di una gara europea, per l'adempimento sono necessari 52 giorni. Per questo, già ad oggi c'è la certezza che almeno per una parte del mese di gennaio, l'Univaq sarà sprovvista di qualsivoglia struttura ristorativa a servizio degli studenti. Come non bastasse, il 9 ottobre 2014 il Cda ha approvato la delibera 42, a stabilire che il servizio ristorazione per gli studenti universitari aquilani nel 2015 sarà limitato al solo 'pasto ridotto'. Una delibera che gli studenti ritengono illegittima perché non rispetta il piano regionale di indirizzo.
Insomma, anche si riuscisse ad approntare il bando europeo, comunque in ritardo sui tempi di scadenza dell'affidamento, verrebbe istruita una gara per garantire un servizio dimezzato.
E' del tutto evidente che tagliare servizi fondamentali alla vita studentesca - in un momento di crisi economica così grave - sarebbe assolutamente inaccettabile e dannoso per l'intera popolazione universitaria. Altro che città a servizio degli studenti. Staremo a vedere cosa accadrà giovedì, se la Regione riuscirà a dare delle risposte agli studenti dell'Università dell'Aquila.
Le difficoltà dell'ADSU
Fino al terremoto del 2009, l'ADSU ha gestito le mense dell'Univaq con servizio affidato all'esterno, in immobili di proprietà della Regione Abruzzo assegnati ad uso gratuito: all'interno dei poli di Roio e Coppito, e alla Casa dello Studente.
Nel 2008, i pasti erogati furono circa 323mila. Poi, il sisma ha interrotto le attività dell'Azienda allo studio che, in questi anni, ha riconfigurato il servizio nei moduli prefabbricati forniti dalla Protezione civile a servizio del polo di Coppito (fino al mese di agosto 2012, la Protezione civile ne ha sopportato gli oneri economici, oggi a carico dell'Usra e fino al 31 dicembre prossimo), nei locali della ex Campomizzi, anche con risorse dell’AVIS, a Monteluco di Roio e al polo di Pile.
Il servizio ristorazione ha erogato, negli anni 2012 e 2013, circa 200mila pasti l'anno. Tra evidenti criticità, dovute - stando all'Azienda - alla insufficienza di fondi necessari alla gestione delle strutture e alla organizzazione delle attività didattiche che lasciano poco tempo agli studenti per sfruttare il servizio.
Dunque, servirebbero maggiori risorse e bisognerebbe recuperare al più presto la struttura polifunzionale di Coppito, danneggiata dal terremoto. Anche perché la già difficile situazione economica sarebbe aggravata dalla riduzione del numero di studenti vincitori di borsa di studio, con contestuale diminuzione della quota vitto della borsa che l'azienda introitava.
I problemi sono anche altri: innanzitutto, il frazionamento sul territorio delle strutture universitarie. Poi, la riduzione del numero di studenti che frequentano le strutture dell'azienda con il conseguente calo del numero dei pasti erogati. Al settembre 2014, gli 'inattivi' erano quasi 9mila su un totale di 24mila iscritti. Parliamo di studenti che non hanno conseguito alcun credito formativo. E che dunque non usufruiscono dei servizi.
Ad oggi, nelle mense garantite dall'Adsu - a Coppito, Roio, Pile e nella ex caserma Campomizzi - vengono erogati circa 150 pasti per ogni turno lavorativo. Con una tariffa esigua, lamenta tra l'altro l'Adsu, che vorrebbe un adeguamento: le tariffe di ristorazione per l’accesso a mensa sono da sempre stabilite dalla Regione Abruzzo e le attuali sono ferme al 2007.
Insomma, le strutture di ristorazione sono scarsamente utilizzate, a fronte di costi gestionali assai elevati che si aggirano intorno ai 450mila euro l'anno, senza considerare le tasse e i tributi corrisposti dall'Azienda, per circa 50mila euro. A fronte delle spese, le entrate collegate al pagamento diretto degli studenti non borsisti si sono attestate a 330mila euro nel 2011, 327mila euro nel 2012 e 266mila euro nel 2013.
La lettera dell'Udu a Luciano D'Alfonso
"Gentile Presidente e autorità tutte, La popolazione universitaria aquilana è in questi giorni in forte mobilitazione.
Per la prima volta da anni, la situazione del diritto allo studio, in particolare dell'azienda che lo gestisce, è talmente disastrosa che dal prossimo gennaio gli studenti universitari, a meno di soluzioni emergenziali oggi non ancora trovate, saranno privati del servizio di ristorazione. In un momento di crisi economica così grave, tagliare servizi fondamentali alla vita studentesca è assolutamente inaccettabile e dannoso per l'intera popolazione universitaria.
Siamo prossimi a perdere l'unico servizio di ristorazione pubblico per gli studenti, servizio che è parte della borsa di studio per gli studenti borsisti, a basso costo per la popolazione studentesca, e l'unico strumento per calmierare i prezzi per i bar e le tavole calde che sono situate attorno ad alcuni poli universitari".
Inizia così la lettera aperta che l'Udu dell'Aquila ha inviato al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso e, per conoscenza, a Giovanni Lolli, Marinella Sclocco, Massimo Cialente, Stefania Pezzopane, Enza Blundo oltre che alla Rettrice, Paola Inverardi.
Il nodo è il servizio di ristorazione a servizio dell'Università che dovrebbe essere garantito dall'Adsu e che, invece, è a forte rischio. "La gravità di questa situazione ci ha spinti a chiedere al Prefetto un incontro per affrontare il problema - si legge nella lettera - sia perché i residenti di Campomizzi, circa 400, saranno impossibilitati ad usufruire del servizio di ristorazione nella struttura, sia perché il polo universitario di Roio che tornerà ad ospitare la maggior parte dei corsi di area ingegneristica, rischia di rimanere privo di qualsiasi servizio di ristorazione. A questa grave situazione per gli studenti va aggiunta la non meno drammatica situazione dei lavoratori che perderanno il posto di lavoro; gli stessi lavoratori che, ad oggi, non percepiscono retribuzione dallo scorso luglio".
Gli studenti si sentono presi in giro "poiché davanti a circa 200 manifestanti, che tentavano di difendere i propri diritti, i consiglieri di amministrazione dell'ADSU si sono rifiutati di tenere la seduta formalmente convocata in quella data, limitandosi ad ascoltare una delegazione di studenti. Il Consiglio non ha dunque preso alcuna decisione tale da scongiurare la paventata chiusura del servizio di ristorazione, né, tantomento, è stata ritirata la delibera n°42 del 9/10/2014, contestatissima dagli studenti in quanto impone un'offerta di ristorazione praticamente dimezzata".
La delibera 42 dell'Adsu infatti prevede che il servizio ristorazione per gli studenti universitari aquilani nel 2015 sia limitato al solo 'pasto ridotto'. "Una delibera che noi riteniamo illegittima - scrivono gli studenti dell'Udu - in quanto non rispettosa del piano regionale di indirizzo, e che è evidentemente l'ennesimo atto di un CdA ormai lontano dalle problematiche degli studenti, un Consiglio che ci auguriamo destinato a terminare il proprio compito nell'arco di pochi giorni. Allo stato attuale peraltro, con l'attuale contratto di gestione delle mense in scadenza a Dicembre 2014, l'Adsu non riesce ad emanare alcuna gara d'appalto per la gestione del servizio nel 2015 e successivi, non avendo il CdA approvato gli atti di bilancio necessari alla copertura della gara stessa. In pratica dal 1 Gennaio le mense, salvo interventi emergenziali, chiuderanno".
"Siamo stanchi di denunciare le difficoltà di questa Azienda, che da mesi ha quattro consiglieri di amministrazione su nove dimissionari", si legge ancora nella lettera aperta a Luciano D'Alfonso. "Tra essi anche i due studenti che hanno maturato questa difficile decisione per denunciare le difficoltà di questo CdA a guidare l'Ente e per spingere la Regione al rinnovo delle componenti del consiglio, quelle studentesche (elette già a maggio e non ancora nominate dalla Regione) e quelle regionali (in regime di prorogatio da maggio), compreso la Presidenza. Tutto ciò non ha sortito alcun effetto e lo stallo dell'Ente sta ora producendo i temuti gravi danni ai diritti degli studenti. Per l'ennesima volta ripetiamo che questo consiglio non è in grado di rispondere alle istanze degli studenti del nostro territorio, come ha dimostrato l'ennesimo consiglio tenuto solo "informalmente" lo scorso 20 Novembre".
Dunque, l'affondo: "Chiediamo un intervento chiaro e inequivoco, che produca la nomina di nuovi vertici dell'azienda, uno stanziamento tale da garantire il funzionamento ordinario dei servizi e l'immediato ritiro della delibera 42 dell'ADSU, chiaramente in contrasto con il piano regionale di indirizzo in vigore".