L'università dell'Aquila sta vivendo un momento cruciale del post terremoto.
La lotta per eleggere il nuovo Rettore a maggio prossimo, sta raggiungendo livelli molto aspri tra due fazioni ormai polarizzate e tra cui, in questi giorni, sta diventando evidente il surriscaldamento del clima che contraddistingue le tornate elettorali più delicate.
Da una parte c'è l'affiatata squadra del Rettore uscente Ferdinando Di Orio, in cui si stanno delineando come possibili successori la preside della facoltà di Medicina e chirurgia, Maria Grazia Cifone, e il preside della facoltà di Economia, Fabrizio Politi.
Dall'altra quella degli oppositori. Qui il nome che si è contraddistinto di più è sicuramente quello del professor Sergio Tiberti la cui azione di contrasto all'attuale Magnifico si è fatta ogni giorno sempre più tenace. Ma non dovrebbe essere lui il candidato. I nomi che si fanno tra le fila di coloro che hanno espresso in questi anni la necessità di una gestione alternativa a quella di Di Orio, sono principalmente il professor Edoardo Alesse , sconfitto nel confronto diretto con l'attuale rettore nel 2007, e della professoressa Paola Inverardi.
Se da una parte Di Orio ha saputo difendere finora un'Università minacciata dal sisma, riuscendo a trattenere le facoltà e gli studenti eliminando per tre anni le tasse, dall'altra, la sua forte governance ha prodotto acerrimi avversari all'interno dell'ateneo. Ha sicuramente contribuito ad alzare il livello dello scontro la scelta di Di Orio, in carica dal Giugno del 2004, di prorogare il suo mandato in scadenza dal 2011, grazie alla contestata applicazione di un codicillo della riforma Gelmini.
La sensazione che si ha è che Di Orio stia lasciando complessivamente un'Università rimasta in piedi, ma che ha nascosto le sue fragilità sotto un pesante tappeto politico che l'uragano in corso sta spostando.
Il rettore è ora indagato per abuso di ufficio aggravato, con l'accusa di aver gonfiato i prezzi dell'affitto da parte dell'Università del capannone dell'ex-Optimes, dove attualmente si trovano ospitate le aule della facoltà di Ingegneria e Scienze motorie.
"Ho fatto tutto nell'interesse degli studenti e della stessa città - sostiene anche in una dichiarazione spontanea rilasciata al Giudice mercoledì scorso Di Orio- spingendo affinché i corsi interrotti per l'evento sismico ripartissero al più presto possibile, presso l'unica sede disponibile".
L'attuale rettore se la prende anche con quegli aquilani che al tempo alzarono alle stelle il prezzo degli affitti per guadagnare il più possibile, e aggiunge che alla fine della storia chiederà i danni per le calunnie ricevute. Insomma non molla. A dargli ragione finoras, i 24mila studenti rimasti nell'ateneo, nonostante tutto. Sembra però non mollare neanche il suo principale avversario, Sergio Tiberti che continua a rintuzzare le accuse anche nelle aule di tribunale.
In quale università, dentro che città, potranno continuare a rimanere gli studenti? Una domanda che sarà bene tutti gli attori, in primis i protagonisti del forte scontro politico in seno ora al mondo accademico, dovranno tener presente e continuare a porsi. Per il bene dell'univaq e dell'Aquila.