Venerdì, 21 Giugno 2013 17:21

“Forum per una nuova finanza pubblica e sociale”: appuntamento venerdi alle 18 all'Asilo occupato

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Le politiche di risanamento imposte dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale e dal Fondo Monetario Internazionale stanno determinando una situazione economica sempre più drammatica. Venerdi alle 18, all’Asilo Occupato in via Duca degli Abruzzi, se ne parlerà nel corso del “Forum per una nuova finanza pubblica e sociale”. Al centro della discussione la Cassa Depositi e Prestiti, da molti invocata come strumento fondamentale per la ricostruzione della città.

Il Forum abruzzese aderisce al movimento per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale e, attraverso queste iniziative, si prefigge la ripubblicizzazione e la socializzazione della Cdp che, dal 2003, ha completamente mutato la sua natura con l'ingresso delle Fondazioni bancarie. Nel corso dell’incontro, verrà presentato il progetto volto a creare i presupposti di una finanza al servizio del cittadini. L’obiettivo è mettere all’angolo le fondazioni così da coinvolgere i risparmiatori, i cittadini, i lavoratori e le comunità locali nelle scelte sul come e dove destinare i finanziamenti. 

“Dodici milioni di famiglie affidano i lori risparmi alle poste. I risparmi gestiti dalla Cassa depositi e prestiti, sono serviti, per oltre 150 anni, a facilitare gli investimenti dei Comuni in opere pubbliche e servizi. Qualcosa è cambiato negli ultimi 10 anni.

Cdp è diventata una Società per azioni e al sue interno sono entrati i grandi speculatori: le Fondazioni bancarie. Dal 2003 la Cdp presta ai comuni solo a tassi di mercato favorendone l’indebitamento con le banche.

Cdp finalizza gli investimenti solo per fare profitti o per favorire i mercati finanziari e finanzia la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la svendita degli immobili comunali.

Cdp finanzia grandi opere inutili e devastanti per il territorio, invece delle mille piccole opere urgenti e necessarie.

Così mentre i cittadini ricevono l’interesse lordo del 1,5% sui loro risparmi e rischiano di vedersi sottrarre i servizi e il patrimonio pubblico, le fondazioni bancarie incamerano oltre il 10%.

Solo per fare un esempio, i risparmi dei cittadini, sui conti postali, ammontano a oltre 230 miliardi di euro, somme con cui si potrebbero realizzare progetti per uscire dalla crisi:

  • tornare a finanziare a tasso agevolato gli investimenti degli enti locali per le opere pubbliche e i servizi sociali;
  • finanziare la riappropriazione sociale dei beni comunali, a partire dal servizio idrico, come stabilito dal vittorioso referendum di giugno 2011;
  • finanziare la messa in sicurezza delle scuole e il riassetto idrogeologico del territorio;
  • finanziare la sanità, il trasporto pendolare, l’istruzione, la formazione e la ricerca; finanziare le aziende in crisi a partire da quelle occupate dai lavoratori e abbandonate da chi preferisce investire sui mercati finanziari.

Dicono che i soldi non ci sono. Non è vero: ci sono, sono tanti e sono nostri”.

Ultima modifica il Giovedì, 20 Giugno 2013 17:32

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