Fare della ricostruzione post terremoto un’occasione per trasformare L’Aquila in una smart city, ossia una città dotata di una rete di servizi intelligenti legati alla mobilità sostenibile e all’ecocompatibilità.
Se ne parla, in verità, già da tempo; se ne parlerà, con un approccio più analitico, nella mattinata del 18 maggio in un seminario in programma presso l’aula magna del dipartimento di Scienze Umane. La giornata di studi si articolerà in una serie di laboratori che affronteranno il tema da varie angolature.
Ma com’è fatta e soprattutto cos’è una smart city? Un esempio concreto arriva dall’Enea - l’ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente - che all’Aquila ha già parzialmente realizzato uno smart ring, vale a dire un anello intelligente, tutto attorno al centro della città, nella zona di via Strinella e del Forte Spagnolo. Si tratta di una serie di servizi legati all’illuminazione pubblica che prevedono che i lampioni si accendano, si spengano o aumentino l’illuminazione in base all’intensità del transito di macchine e persone e svolgano funzioni di monitoraggio sulla qualità dell’aria e sui consumi energetici
Il progetto “L’Aquila smart City” rientra nel piano Smart Cities Initiative lanciato dalla Comunità europea e rivolto a una quarantina di città del continente. Le aree da migliorare indicate dalla Ue per rendere una città più “intelligente” sono l’illuminazione pubblica, i trasporti e l’energia elettrica domestica
Oltre all’Enea sono molti altri gli attori interessati e già coinvolti nel progetto smart city aquilano: tra i più importanti ci sono Ibm, telecom e Enel. Quest’ultima ha firmato con il comune un protocollo d’intesa per la realizzazione di una cosiddetta “smart grid”, ossia un sistema di distribuzione intelligente per l’energia elettrica in grado di conoscere i consumi dei vari utenti e di gestirne l’approvvigionamento.
Il progetto costerà in totale 16 milioni di euro. 3 milioni sono già stati stanziati per il 2013.