Lo studio di microzonazione sismica, previsto soprattutto nelle aree ad alto rischio terremoto, per il comune di Amatrice (Rieti) non è stato validato, né pubblicato.
E' la notizia che siamo in grado di anticipare oggi, a due settimane dal distruttivo sisma che ha colpito l'Appennino piceno-laziale a fine agosto, ed in relazione agli studi di prevenzione del rischio sismico che si elaborano sui territori, e che assumono un significato ancora più importante alla luce delle vite spezzate ad Amatrice.
Procediamo per ordine. Dopo il terremoto aquilano del 2009, una legge nazionale (la cosiddetta "Legge Abruzzo") ha stanziato 965 milioni di euro in 7 anni per il "Piano nazionale per la prevenzione sismica", per una programmazione pluriennale degli interventi che, seppur con evidenti limiti di spesa, mai si era vista in Italia fino ad allora. All'interno di questo quadro normativo ed operativo, si inseriscono gli studi di Microzonazione Sismica (Ms) e le analisi della Condizione Limite per l'Emergenza (Cle).
Di cosa parliamo? Attraverso gli studi di microzonazione è possibile individuare e caratterizzare le zone stabili, quelle suscettibili di "amplificazione locale" (quando il moto sismico modifica le condizioni del suolo) e quelle soggette ad instabilità, come le frane o le rotture del terreno a causa delle faglie. Tutto questo, angolo per angolo, all'interno del territorio comunale. Assieme allo studio, va allegata l'analisi di quella che viene definita Condizione Limite per l'Emergenza, ossia quella condizione al cui superamento, a seguito di un terremoto, l'insediamento urbano colpito conserva comunque, nel suo complesso, l'operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l'emergenza, la loro accessibilità e la connessione con il contesto territoriale.
Ogni comune, soprattutto quelli in "zona 1" (i più sismici), sono tenuti all'invio degli studi MS e CLE al Dipartimento di Protezione Civile nazionale, che attraverso una apposita "Commissione Nazionale di Microzonazione Sismica", istituita nel 2012, valida gli studi, commissionati dai comuni stessi a geologi, professionisti, imprese operanti nel settore e chiunque abbia i requisiti per farlo, attraverso apposito bando ed assegnazione dell'incarico, anche intercomunale (ossia per più comuni), economicamente utile per i territori più piccoli.
Ebbene, se si va a vedere l'elenco delle "unità amministrative sismiche" (Uas) dei comuni (e nel caso di Roma di ogni singolo municipio) della Regione Lazio, emerge drammaticamente prepotente l'assenza dello studio di microzonazione sismica per il comune di Amatrice.
La documentazione non sarebbe pervenuta all'ultima riunione (il 20 aprile scorso) della Commissione nazionale, che viene convocata tre volte l'anno, e che analizza, verifica e valida gli studi, e li ritrasmette alle Regioni per la pubblicazione e la divulgazione. Secondo quanto apprendiamo, lo studio di microzonazione sismica sarebbe invece arrivato in Commissione dopo la seduta di aprile - in attesa della validazione nella riunione successiva - ma sarebbe comunque mancato il CLE, l'altro documento necessario alla validazione. L'incarico, per il Comune di Amatrice, è assegnato al geologo Francesco Chiaretti, che ha curato la documentazione di diversi comuni del reatino, ed è originario di Leonessa (Rieti).
Perché non è stato redatto, consegnato e validato un documento di così vitale importanza, per zone come quella dell'amatriciano, come lo studio di microzonazione sismica? Essendo stato il programma avviato già quattro anni fa, si sarebbero potute individuare in tempo di pace zone più vulnerabili - per quanto riguarda soprattutto le caratteristiche del suolo - ed agire di conseguenza, anche in base ai (pochi, purtroppo) stanziamenti del "Piano nazionale per la prevenzione sismica" per il rafforzamento degli edifici.
Per il Lazio, sono infatti a disposizione da 8 a 10 milioni l'anno (a seconda dell'annualità), con i quali si deve intervenire principalmente sugli edifici pubblici (80% del totale) e in co-finanziamento con i proprietari, anche sugli edifici privati (20%).
In quest'ultimo caso, essendo esiguo l'incentivo, delle dodici richieste di intervento nel comune di Amatrice, ne sono rimaste nei mesi scorsi solo cinque, perché i proprietari non avevano disponibilità, o non sono stati disposti a spendere soldi per il miglioramento sismico.