Venerdì, 04 Ottobre 2013 18:37

Coop vuole capannone di Palmerini. Giunta lavora a variante urbanistica

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Era la fine di luglio. "Nel piano di sviluppo di Coop-Centro Italia - annunciò in conferenza stampa il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti - è previsto un importante investimento in città, intorno ai dieci milioni di euro".

"E’ già stato individuato un capannone di 2000mq da adibire ad area commerciale che permetterebbe il ritorno al lavoro, a tempo pieno, di tutti i dipendenti", spiegò. "C’è bisogno, ora, di condividere a tutti i livelli le fasi di avanzamento dell’investimento”. Venne mantenuto, però, il massimo riserbo sulla localizzazione del capannone.

Perché la notizia era così attesa? All’indomani del sisma, 80 lavoratori Coop sono stati costretti al contratto di solidarietà. L’ammortizzatore sociale non potrà protrarsi oltre l’aprile del 2014. Dunque, i tempi sono strettissimi e l'investimento significherebbe salvare i posti di lavoro. Anche perché, dopo il terremoto, la Coop ha avuto diversi problemi con i locali che occupava. I nuovi punti vendita, al Torrione e a Bazzano, non sono stati sufficienti per riassorbire a tempo pieno tutti i lavoratori. Costretti, come detto, al contratto di solidarietà. Nei mesi scorsi, inoltre, c'è stata una richiesta di sfratto esecutiva inoltrata dal proprietario dell'immobile al Torrione: ad inizio di marzo il tribunale l’ha rigettata, la questione però non è stata risolta ma semplicemente posticipata di 12 mesi.

La Coop non ha mai nascosto che sarebbe improduttivo restare a L'Aquila con un solo punto vendita. Se è vero che si è sbloccata la situazione a Scoppito, nei giorni scorsi è arrivato il via libera del Consiglio comunale per un cambio di destinazione d'uso dei locali che ospiteranno il nuovo punto vendita di circa mille metri quadrati, è vero anche che la Coop si è detta pronta ad assicurare la tutela di tutti i posti di lavoro a patto che riesca ad aprire un altro centro commerciale in città. Si tratta dell'investimento da 10milioni di euro annunciato da Trasatti in conferenza stampa. Decisivo, dunque, per tutelare i lavoratori.

IMAG4703A qualche mese di distanza, si è finalmente capito dov'è localizzato il capannone individuato: si tratta della struttura alle spalle dell'Hotel Amiternum, tra la strada statale 80 e la statale 17. Una zona nevralgica della città, attraversata ogni giorno da centinaia di cittadini. Non male, in effetti, per un supermercato. Come potete vedere nelle foto, si sta costruendo accanto ad un capannone già esistente. La proprietà è dell'imprenditore Palmerini. Suonano così più chiare le parole del segretario della Cgil che, in conferenza stampa, spiegò che il sindacato non aveva intenzione di forzare la mano ma che, nel rispetto dei regolamenti e delle leggi, avrebbe tentato di favorire la buona riuscita del progetto nel più breve tempo possibile. "Se non si riuscirà entro aprile, se il progetto dovesse tardare di qualche mese, troveremo il modo di tutelare i lavoratori. L’importante è che ci si impegni tutti, e a tutti i livelli, per garantire l’investimento. La situazione occupazionale, a L’Aquila, è drammatica. Senza lavoro, la gente scappa”.

L'impegno è richiesto, in particolare, al Consiglio comunale che, per favorire l'investimento, dovrà votare il cambio di destinazione d'uso della struttura, per rendere commerciali i capannoni. L'amministrazione naturalmente è a conoscenza del progetto della Coop e, a quanto pare, starebbe lavorando per ottenere il via libera delle opposizioni. Nel corso dell'ultima riunione dell'assise, il sindaco Cialente si è a lungo intrattenuto con Angelo Mancini a cui avrebbe chiesto proprio il voto favorevole alla proposta. Non solo: il primo cittadino starebbe contattando personalmente alcuni esponenti della opposizione per tentare di evitare bagarre in aula.IMAG4701

La situazione lavorativa a L'Aquila, d'altra parte, è drammatica. A dimostrarlo, le oltre 800 richieste pervenute in pochi giorni alla Xpress per i 60 posti di lavoro offerti dalla società che gestirà, per i prossimi vent'anni, l'Aeroporto dei Parchi. Condivisibile, dunque, l'interessamento del sindacato e del Sindaco. C'è un gran bisogno di investimenti di qualità, in grado di garantire lavoro stabile. Anche perché, la fuga dalla città di 'grandi nomi' come Coop significherebbe dequalificare l'offerta occupazionale, con la logica conseguenza di posti di lavoro sempre più deprofessionalizzanti e sottopagati.

C'è da domandarsi, però, se non ci fossero altri capannoni disponibili per aprire un centro commerciale. Possibile che in questa città si debba continuare a favorire gli interessi di grandi costruttori che, con una semplice variazione di destinazione d'uso, vedono le loro proprietà moltiplicarsi di valore. E ancora: cosa intendeva realizzare il costruttore in quel capannone prima dell'interessamento della Coop? Difficile credere, infatti, che stia costruendo per soddisfare le richieste della catena commerciale senza che vi sia certezza del voto del Consiglio. A meno che, non siano arrivate delle rassicurazioni. E sarebbe molto grave. Cosa lo ha convinto ad iniziare i lavori? Cosa ne sarà della struttura se il Consiglio comunale dovesse opporsi alla variante d'uso?

Abbiamo scritto spesso dei rapporti poco chiari che una parte del mondo politico di questa città ha intrecciato, negli anni, con i costruttori più influenti. Il Comune dell'Aquila, tra l'altro, ha una questione ancora aperta con Palmerini per la convenzione edilizia mai rispettata per la costruzione del palazzo di San Francesco. Dove l'amministrazione ha avuto in affitto degli uffici dopo il sisma, tra le altre cose. Bisognerebbe chiarire una volta per tutte queste vicende e rendere certe operazioni il più possibile trasparenti.

La priorità, ovviamente, è garantire gli 80 lavoratori della Coop ancora in contratto di solidarietà. Non si può, però, non sottolineare la poca trasparenza di operazioni a cui, purtroppo, siamo oramai abituati. Fino a quando la città dovrà subire il ricatto del silenzio in nome di posti di lavoro da salvare? L'amministrazione avrà calcolato l'impatto che potrebbe avere un supermercato di 2mila metri quadri in una zona già problematica della città? C'è un piano di sviluppo commerciale che abbia tenuto in seria considerazione l'effetto della Coop sulle tante attività alimentari, piccole e grandi, che insistono nell'area? Non corriamo il rischio che, senza una strategia complessiva, salvando alcuni lavoratori condanniamo altri a perdere la loro occupazione?

Quanti centri commerciali vogliamo ancora costruire? La zona est della città ne è oramai invasa. Ad ovest ci sono già altri shopping mall. In attesa di capire cosa sarà dello Zafferano Rosso, nel piano di previsione della Xpress per lo sviluppo dell'aeroporto di Preturo. A qualche chilometro dalla nuova Coop di Scoppito. La ricostruzione, anche occupazionale, può realizzarsi solo con un progetto di sviluppo strategico, non con operazioni spericolate e varianti urbanistiche.

Grandi supermercati che aprono, altri punti vendita costretti alla chiusura. A trarne beneficio, più che i lavoratori, fino ad ora sono solo i grandi costruttori.

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 11:50

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