Mercoledì, 06 Novembre 2013 13:42

Dove vuoi volare? L'oscuro decollo dell'aeroporto dei Parchi / 2

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Dove vuoi volare? L'oscuro decollo dell'aeroporto dei Parchi. Titolava così un articolo pubblicato da NewsTown il 5 giugno scorso, all'indomani della pubblicazione sul sito internet dello scalo - affidato in gestione per vent'anni alla Xpress di Giuseppe Musarella - di un boarding pass che invitava i visitatori a compilare un questionario indicando dove si sarebbe preferito volare. L'aeroporto, infatti, stava per essere inaugurato. A luglio 2013.

Sono passati quattro mesi e, da allora, sono state annunciate altre inaugurazioni: "Si volerà entro la metà di agosto", disse Musarella nel corso di una elegante conferenza stampa organizzata nella sala "Caduti di Nassiriya" del Senato della Repubblica. Con tanto di video promozionale dello scalo di Preturo, che abbiamo deciso di riproporvi. 

"Molti hanno dubitato" si leggeva nel promo che apriva ad una carrellata di titoli più o meno critici dei quotidiani locali - tra gli altri, veniva citato proprio il nostro articolo - prima dell'annuncio entusiasta dell'inaugurazione agostana. Niente. Saltò tutto. Arrivò presto, però, una nuova inaugurazione, con gli inviti già pronti per un grande party di fine settembre. Se non fosse che, di lì a qualche giorno, spuntò il diniego del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Voli rimandati, di nuovo. 

Qualche giorno fa, l'ultimo capitolo della vicenda: "E’ stato consegnato stamattina negli uffici dell’Enac – Ente Nazionale di Aviazione Civile – il certificato di apertura al traffico commerciale dell’Aeroporto dei Parchi 'Giuliana Tamburro' di L’Aquila", ha annunciato la Xpress. "Alla presenza dell’Ing. Cardi e dell’Ing. Veccia, l’amministratore unico della società di gestione, Dott. Musarella, ha ricevuto il certificato N° I-046/APT".

Finalmente si vola, avranno pensato in molti. Non esattamente. L'atto istruito dall'Enac, infatti, è di natura tecnica, propedeutico al completamento dell'iter procedurale finalizzato all'ottenimento dell'autorizzazione all’apertura dello scalo. In altre parole, ci vorrà ancora qualche settimana per avere il nulla osta definitivo ai voli commerciali. L'ultima parola spetta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Poco male. La Xpress ha sottolineato di essere già al lavoro per ultimare le trattative con le compagnie interessate a operare sull'aeroporto. Oltre alla svizzera Darwin Airline, potrebbero aggiungersi anche la francese Wind Jet e l’italiana Sky Bridge. "Nel momento in cui una delle compagnie venderà il primo volo, allora si farà l’inaugurazione”, ha spiegato Musarella.

Torniamo, così, alle domande che ci eravamo già posti nell'articolo del 5 giugno. Come è possibile annunciare l'inaugurazione di uno scalo aeroportuale se ancora non è chiaro quale compagnia volerà sull'Aquila e che tratte servirà? Se non fosse arrivato il diniego del Ministero dei Trasporti, nel mese di settembre, come avrebbe potuto la Xpress aprire un aeroporto senza alcuna previsione di voli da e per Preturo?

Domande che si è posto stamane, in conferenza stampa, anche il vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis.

Che ha poi annunciato un severissimo controllo sulla documentazione fornita dalla Xpress al momento di presentare la domanda per ottenere i fondi sociali europei stanziati con il progetto "Lavorare in Abruzzo 3". Come noto, la società di Musarella è al quinto posto nella graduatoria delle 50 aziende vincitrici del bando regionale, che impegna 8 milioni di euro con lo scopo di incrementare e salvaguardare i livelli occupazionali in Abruzzo. Ha ottenuto, così, 880mila euro per l'assunzione, a tempo indeterminato, di 60 lavoratori.

NewsTown, una decina di giorni fa, era entrata però in possesso di un modulo che la XPress stava distribuendo agli oltre 3500 candidati. Nel documento, l'azienda chiedeva una serie di cose, ad esempio di “manifestare la propria disponibilità a essere inquadrato nel CCNL Assoaeroporti con qualifica operaio a tempo indeterminato e mansioni di fattorino/autista” e a “essere delocalizzato, per esigenze formative e organizzative, presso le sedi del territorio italiano della società Xpress e/o presso le sedi delle società a questa collegate sulla base del Contratto di Rete”.

Tutto abbastanza chiaro: alla XPress interessa assumere forza lavoro non qualificata, disposta a svolgere mansioni manuali e ripetitive (come, appunto, quelle di facchino e autista) e a trasferirsi per 24 mesi in uno dei tanti aeroporti italiani in cui opera come società.

Ora, il dubbio espresso da De Matteis è più che lecito: "Se i sessanta lavoratori saranno trasferiti per due anni in un altro scalo italiano e se è vero che nei prossimi mesi l'Aeroporto dei Parchi saluterà i primi voli, nel frattempo chi svolgerà il lavoro al posto loro?".

Tragicamente banale. Non solo. Come svelato a questo giornale dall'assessore alle politiche attive del Lavoro alla Regione Abruzzo, Paolo Gatti, i contributi non possono essere stanziati per assunzioni fuori regione: "Eccetto nel caso dei cosidetti cantieri mobili", ha spiegato. "Non mi sembra questa, però, la situazione". E se la XPress dovesse procedere comunque? "Perderebbe il contributo", la risposta lapidaria di Gatti.

In effetti, corrisponde ad una semplice questione di ragionevolezza pensare che gli incentivi del bando "Lavorare in Abruzzo" possano essere utilizzati solo per lavorare in Abruzzo, appunto. Fatta la legge, come noto, si cerca però l'inganno. A quanto pare, infatti, la Xpress intenderebbe usare la formula del 'distacco' dei lavoratori ad altra società. Come previsto dall'articolo 30 del decreto legislativo 276/03: "Un datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di altro soggetto per l'esecuzione di una determinata attività lavorativa".

Neanche questa fattispecie giuridica, però, pare compatibile con le attività della Xpress: se è vero che il decreto permette di porre uno o più lavoratori a disposizione di altro soggetto per una determinata attività lavorativa, è vero anche che si sta parlando del distacco di tutti e sessanta i lavoratori che verrebbero assunti. Pare davvero difficile da giustificare. Inoltre, il decreto sottolinea il carattere della temporaneità. Altro aspetto poco chiaro. In un virgolettato pubblicato da Il Centro, infatti, Musarella chiarisce che "i dipendenti lavoreranno fuori regione in attesa di rientrare nella destinazione prevista e, comunque, anche in base alle possibilità offerte dall'aeroporto aquilano".

In altre parole, non è affatto detto che tutti e sessanta i lavoratori torneranno a L'Aquila. Anzi. A leggere l'offerta tecnica presentata dalla Xpress al Comune dell'Aquila, a pagina 21 è scritto chiaramente che “un importante obiettivo, in considerazione dell'esiguo numero di passeggeri sull'Aeroporto dei Parchi, sarà la costituzione e la gestione del Centro commerciale Zafferano Rosso". E' la società di gestione a chiarire che attende un numero esiguo di passeggeri e, dunque, a gettare un velo oscuro sul futuro dei lavoratori che speravano di trovare una occupazione a L'Aquila. Sessanta dipendenti sembrano davvero tantissimi per un piccolo scalo, capace di far decollare un paio di voli a settimana. Nella migliore delle ipotesi. "A meno che i lavoratori non si ritrovino a svolgere mansioni diverse da quelle per cui saranno assunti", sottolinea De Matteis. "D'altra parte, questa città ha conosciuto moltissime riconversioni nel corso degli anni".

Poi l'affondo contro l'amministrazione Cialente che, nonostante i continui allarmi sulla scarsa qualità dell'occupazione offerta dal territorio e sul pericolo che i giovani aquilani lascino la città, non sta muovendo un dito dinanzi alla possibilità che sessanta lavoratori vengano dirottati in altre regioni d'Italia: "Valuteremo con attenzione i requisiti della Xpress, valuteremo se le condizioni offerte ai futuri dipendenti siano rispondenti alle finalità del progetto. Se così non fosse, la società perderebbe il contributo di 880mila euro".

Inutile nascondere che la vicenda dell'Aeroporto dei Parchi ha ben altri angoli oscuri: "Una volta terminati gli 880mila euro stanziati dalla Regione, come verranno pagati gli stipendi dei lavoratori assunti dalla Xpress a tempo indeterminato?", si chiede De Matteis. "Pretendiamo delle risposte, vorremmo avere un Piano di Investimenti dettagliato. Quanti voli sono previsti, in un anno? Quanti passeggeri? Cosa intende la società di gestione quando parla di numero esiguo? Come crede di poter assicurare una sostenibilità economico-finanziaria allo scalo? Perché si parla di Zafferano Rosso come importante obiettivo strategico? Stiamo elargendo soldi pubblici perché la Xpress gestisca un aeroporto o l'ennesimo centro commerciale?".

Domande che da mesi vengono rivolte all'amministrazione. E che da mesi non trovano risposta. Ci si nasconde dietro una evidente bugia: l'Aeroporto dei Parchi, abbiamo sentito ripetere spesso, è uno scalo che sarà gestito privatamente e che non riceverà finanziamenti pubblici. Non è affatto vero. Il Comune dell'Aquila, infatti, ha assicurato alla Xpress 600mila euro in 3 anni per l'avviamento di un aeroporto in cui lo Stato, ai tempi del G8, investì due milioni e mezzo di euro. In quelle settimane, tra l'altro, la Regione Abruzzo finanziò con 500mila euro il completamento della pista.

Ulteriori lavori di adeguamento, assicurati dalla Xpress con il 40% dei fondi del Comune, sono stati inoltre affidati alla Bmp costruzioni, società costituita ad hoc dal gruppo Musarella. Insomma, un buon affare per l'imprenditore calabrese. Anche perché, come detto, la Xpress è tra le aziende finanziate dalla Regione con il progetto 'Lavorare in Abruzzo 3'. In altre parole, la Xpress con un investimento di poco più di 350mila euro si è assicurata la gestione per vent'anni di uno scalo aeroportuale bello e pronto e di un Centro commerciale. 

Con la possibilità, tra l'altro, che altri fondi pubblici vengano dirottati su Preturo: "Ci sono 2milioni e 800mila euro di Fondi Fas per il potenziamento delle infrastrutture dell'aeroporto", sottolinea De Matteis. "Sono soldi che abbiamo stanziato con delibera dell'attuale maggioranza in Regione, su mia precisa sollecitazione. Soldi che intendevamo investire sull'aeroporto, nella logica di renderlo scalo di riferimento nel Centro Italia per tutte le attività di Protezione Civile. Una struttura da utilizzare per corsi, esercitazioni e ordinaria attività di soccorso. Ora, prima di destinare questi fondi all'aeroporto, vogliamo delle risposte chiare dal Comune dell'Aquila, che è proprietario della struttura".

Su questo e su altri punti che da mesi appaiono davvero poco chiari, relativi anche a mancanze di documentazione e ulteriori risorse impiegate da parte dell'amministrazione, è tutta la città che dovrebbe chiedere delle risposte. Anche perché stiamo ancora pagando le conseguenze del folle progetto della metropolitana di superficie, e chissà per quanto tempo ancora le pagheremo. E la vicenda dell'Aeroporto dei Parchi ricorda quel terribilmente quel progetto.

 

Ultima modifica il Venerdì, 08 Novembre 2013 14:47

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