Via libera in Commissione bilancio, con voto unanime, alla delibera di Giunta, datata fine novembre, che ha approvato il programma di investimenti destinati al Centro turistico del Gran Sasso.
A questo punto, manca soltanto l'approvazione – scontata – del Consiglio comunale.
La delibera destina 100mila euro ai lavori necessari alla manutenzione della seggiovia delle 'Fontari', a Campo Imperatore. Altri 20mila euro, invece, finanziano i lavori necessari alla seggiovia 'Scindarella'. Si tratta di somme necessarie ai lavori di manutenzione – è stato ribadito stamane, in Commissione, alla presenza del sindaco Massimo Cialente, dell'amministratore unico del Ctgs, Fulvio Giuliani, appena nominato, e del direttore Angelo De Angelis - per assicurare anche quest'anno la normale stagione sciistica. “Nonostante le difficoltà – ha spiegato il primo cittadino - sarebbe stato drammatico che proprio ora che si va delineando con successo il rilancio del turismo estivo ed invernale sul Gran Sasso, si fosse interrotta l'attività del Centro Turistico. Ciò sarebbe avvenuto con conseguenze pesantissime per gli operatori del settore".
Scontato, dunque, il voto favorevole della Commissione. I Consiglieri comunali, però, e non soltanto quelli di opposizione, hanno sollevato questioni di metodo, e di merito. Innanzitutto, di metodo: per l'ennesima volta, il Consiglio comunale è stato messo con le spalle al muro, costretto all'approvazione. I lavori di manutenzione degli impianti, infatti, si sono già conclusi, e non poteva essere altrimenti per salvaguardare la stagione sciistica. In altre parole, i Consiglieri comunali hanno approvato lo stanziamento dei fondi per lavori che sono già stati eseguiti. Cosa sarebbe successo se i consiglieri commissari avessero bocciato la delibera di Giunta? Il Centro turistico del Gran Sasso avrebbe contratto un debito che, in seguito, la proprietà del Ctgs, il Comune dell'Aquila, avrebbe dovuto appianare con l'erogazione di un contributo straordinario.
Non solo. Sono state sollevate anche questioni di merito: l'amministrazione comunale ha deciso la ricapitalizzazione del Ctgs soltanto due anni fa, eppure i problemi finanziari sono ancora all'ordine del giorno e l'ente è già in ritardo con i pagamenti delle mensilità di novembre. Il Comune dell'Aquila, inoltre, potrebbe stanziare finanziamenti soltanto per investimenti. Evidentemente, la manutenzione straordinaria degli impianti non è, propriamente, un investimento.
Sta di fatto che, per l'ennesima volta, l'amministrazione comunale è dovuta correre ai ripari, all'ultimissimo momento, stanziando in forte ritardo i fondi necessari alla manutenzione degli impianti, oramai obsoleti, per garantire, almeno, l'avvio della stagione. E pensare che il sindaco Massimo Cialente aveva giurato che non avrebbe sganciato più un euro per la manutenzione.
Non ha potuto fare altrimenti, però. Il primo cittadino, infatti, ha puntato forte sul progetto di sostituzione delle Fontari, meglio sulla realizzazione di nuovo impianto, scontrandosi apertamente con le associazioni ambientaliste, con i tecnici del Parco e persino con alcune forze di maggioranza in Consiglio comunale. Peccato l'amministrazione non abbia pensato di sottoporre il progetto alla Commissione VIA. Un serrato confronto tra le forze politiche e sociali, stimolato dal vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli che ha riconosciuto gli errori nella gestione di questa vicenda, ha permesso di sbrogliare la matassa.
Ieri sera, la Commissione VIA ha bocciato il nuovo progetto delle Fontari, prescrivendo che si torni – come avevano chiesto gli ambientalisti – al progetto del 2013, con la realizzazione dell'impianto in sovrapposizione fedele all'attuale tracciato, così che l'intervento possa davvero prefigurarsi come una sostituzione. La Commissione ha prescritto, tra l'altro, la rimozione delle vecchie strutture, in elevazione e fondazione, e intimato che il progetto esecutivo, una volta approvato, venga sottoposto di nuovo a valutazione.
Intanto, però, il parere positivo al 'vecchio' progetto consentirà di procedere, nei prossimi giorni, all'apertura delle buste pervenute a seguito della gara europea indetta per la realizzazione dei lavori che, dunque, verranno affidati in tempi brevi all'impresa che risulterà vincitrice.
L'accordo politico e tecnico raggiunto nelle ultime settimane, insomma, permetterà di non perdere i finanziamenti faticosamente ottenuti e di ammodernare le Fontari senza impatti gravosi per l'ambiente.
“Il tempo è stato galantuomo”, ha dichiarato a NewsTown il capogruppo di Rifondazione Comunista Enrico Perilli che, sulla vicenda delle Fontari, ha aperto una vera e propria crisi di maggioranza. “Si torna al vecchio tracciato, l'impianto dovrebbe essere un po' più in basso ma cambia poco. Spiace si siano persi due anni di tempo per evidenziare cose ovvie, la mancanza di studi sul vento, la mancanza di torri anenometriche, questioni che non si potevano risolvere facendo volare un drone, come pure era stato proposto. Con un po' di buon senso, ci saremmo risparmiati due anni di dibattito. Al di là delle polemiche, però, è andata bene così: si tratta del primo passo, speriamo, verso una nuova era di rapporti”.
Ora, tecnicamente, bisognerà vedere dove effettivamente passerà la seggiovia, e fin dove arriverà: “Se arriverà in alto – ha spiegato Perilli – sarà necessario aggiungere un fine corsa per giungere un po' più in basso e superare, così, il rifugio delle Fontari. Altrimenti, bisognerà pensare ad un nastro trasportatore di 50 metri. Ma sono ragionamenti tecnici che verranno valutati dagli ingegneri. E' importante, intanto, che il nuovo progetto delle Fontari, un raddoppio del vecchio impianto e in altra posizione, sia stato bocciato”. Poi, Perilli svela che, a breve, le forze di maggioranza terranno una conferenza stampa per esporre il nuovo piano di sviluppo del Gran Sasso “che prevede lo studio sulla fattibilità degli impianti previsti nel Piano d'Area, che dovrà essere fatto dal Parco e al quale tutti ci atterremo, e un finanziamento di altre misure che nel Piano, ad ora, non sono previste, per il famoso turismo estivo e sostenibile: rifugi, ippovie, rinaturalizzazioni. Così, il Piano d'Area si amplia e non diventa soltanto una questione d'impianti ma un intervento a 360 gradi. Sugli impianti, i tecnici del Parco dovranno dirci dove e quando si potranno fare”.