I lavori di ristrutturazione acquisiti dalla ditta veneta Sertech restano sospesi. Ad essere coinvolti sono dodici condomini e un aggregato che, in seguito alla crisi di liquidità dichiarata dall’azienda, subirono, a novembre, il blocco totale dei lavori. Come riporta Il Centro, i cittadini che ormai da sette anni attendono di rientrare nelle loro case, sono sul piede di guerra, e chiedono ora “l’intervento del Comune, della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica per accertare qual è la vera situazione dell’azienda”.
Ad esasperare gli animi, è stato l’ulteriore ritardo dopo l’annunciata riapertura di otto cantieri da parte della stessa Sertech. In una nota del 21 gennaio diffusa dal quotidiano Il Centro, l’azienda assicurò la ripresa dei lavori entro la fine del mese. Promessa, evidentemente, caduta nel vuoto.
Nell’aggregato di Via del Grifo, nel quarto di Santa Giusta, così come condomini di Via Verdi e alla Fontana Luminosa, infatti, i lavori restano sospesi. Dall’annunciata crisi di liquidità, cui seguì il clamoroso blocco dei cantieri, le difficoltà non sembrano essere rientrate. E lasciano con il fiato sospeso i cittadini.
L’abbandono dei cantieri da parte del gruppo Sertech - colosso già impegnato nel Mose - è stato solo l’ultimo tassello di una vicenda che si snoda intorno a un sistema di cessioni di appalto. Come già raccontato da NewsTown, furono due cittadini consorziati nell’aggregato di via del Grifo a denunciare, a luglio 2014, presunte irregolarità nell’affidamento dell’appalto e nelle successive cessioni dello stesso.
All’impresa Consta Consorzio stabile, cui furono inizialmente affidati i lavori di ristrutturazione dell’aggregato in questione – mediante procedure, a detta di alcuni residenti, non rispondenti ai requisiti formali richiesti -, si sono succedute, mediante operazioni societarie poco limpide, altre ditte, tutte venete. Consta Soles, Palomar Srl – altra ditta impegnata nel Mose - e, in ultimo, Sertech. A venire alla luce fu un sistema di scatole cinesi, che tra domande di concordati preventivi, e successivi affitti di rami d’azienda, provocarono pesantissimi ritardi di cantierizzazione e ben due richieste al Comune dell’Aquila di proroga d'inizio lavori.
Nel 2013, infatti, quando il Comune eroga il finanziamento a favore della ditta Consta Consorzio stabile, questa cede il ramo d’azienda sismico alla Consta Soles, la quale, immediatamente dopo, presenta domanda di concordato preventivo presso il Tribunale di Padova- Sezione fallimentare.
Quindi il terzo passaggio: Consta Spa affitta il ramo d’azienda alla Palomar. I lavori procedono troppo lentamente e in modo anomalo. Si arriva al quarto, e ultimo, passaggio di consegne: la cessione alla Sertech. A novembre l’azienda veneta blocca del tutto i lavori “per mancanza di liquidità”.
Relativamente all’aggregato, la condizione per riavviare il cantiere è la liquidazione dello stato di avanzamento dei lavori eseguiti fino al 18 gennaio. Il cantiere, però, è fermo da novembre 2015. I residenti, dunque, sollevano dubbi anche sullo stato effettivo dei lavori di ristrutturazione, ma, nei meandri delle numerose procedure di cessione societaria, risalire ai committenti ed individuare eventuali responsabili dei ritardi accumulati risulta difficile. Come auspicato dai cittadini direttamente coinvolti, Guardia di Finanza e Procura della Repubblica potrebbero gettar luce sulla vicenda.
Il Comune, d’altronde, già tirato in ballo al fine di prendere provvedimenti volti a far chiarezza sulla vicenda, aveva già precisato, per bocca dell’assessore Di Stefano, di non aver voce in capitolo. “La palla è in mano ai presidenti di consorzio e agli amministratori di condominio che per legge sono incaricati di pubblico servizio– aveva dichiarato Di Stefano in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Centro- Costoro sono pagati alla stregua di funzionari pubblici e svolgono una pubblica funzione. Che stanno facendo?”