Presentato stamane l'ufficio del Front Office della ricostruzione che sarà dedicato alle schede parametriche parte seconda.
"Non abbiamo scelto la formula dell'inaugurazione, un poco di moderazione a volte aiuta anche a mantenere gli equilibri generali, preferiamo presentare il nuovo sportello che servirà ad una prima analisi delle pratiche parte seconda, dei progetti", ha spiegato l'assessore Pietro Di Stefano.
Come noto, il rilascio del contributo per la ricostruzione è strutturato su diverse fasi: la redazione del progetto parte prima, la verifica e il controllo per il riconoscimento del contributo concedibile, l'anticipazione del 2% del contributo stesso per le spese tecniche e per le indagini sulle strutture e sui terreni di fondazione e la successiva autorizzazione da parte del Comune dell'Aquila alla presentazione, appunto, del progetto parte seconda.
E qui, nascono i problemi. "Spesso, i progetti risultano incompleti o vengono presentati privi degli allegati richiesti. Per evitare ulteriori ritardi, dunque, in questo ufficio, personale del Comune dell'Aquila e personale dell'Usra appronteranno un primo riscontro sommario delle pratiche presentate, 'respingendo' quelle non istruite come stabilito e smistando invece, agli uffici di competenza, le parametriche che rispondono ai parametri richiesti".
Un modo per accelerare i processi. "Per il 2016 - ha sottolineato Di Stefano - abbiamo 800 milioni di competenza da impegnare: fino ad ora, siamo riusciti ad istruire due elenchi di ammissione a contributo, per 180-190 milioni. Dobbiamo presentarne un altro, a breve: come si dice a L'Aquila, però, se riusciremo ad arrivare a 50 milioni 'è grasso che cola'". Si rischia, insomma, di non riuscire a spendere le somme assegnate di compenteza: "Giusto due giorni fa, sono stati trasferiti altri 160 milioni che, aggiunti ai 40 che avevamo come residuo, fanno 200 milioni che potremmo trasferire subito nei conti correnti. Invece, non abbiamo pratiche da finanziare. Gli uffici governativi procedono con il monitoraggio della rendicontanzione che produciamo bimestralmente e, in base al tiraggio, istruiscono le delibere Cipe per assegnare le risorse sul plafond da 6 miliardi. E' chiaro che se non riusciamo a spendere i soldi stanziati di competenza per quest'anno, il prossimo trasferiranno meno. E non possiamo permettercelo".
Sul sito istituzionale del Comune dell'Aquila, sono stati pubblicati gli elenchi dei professionisti che hanno 'sforato' i tempi per presentare le parametriche parte seconda o gli allegati richiesti: alcuni, hanno più di 600 giorni di ritardo. "Abbiamo scelto un modello di ricostruzione che si basa sulla responsabilizzazione dei cittadini: il nostro è stato un investimento nella comunità. Non possiamo far fallire la nostra scommessa, e nessuno si può chiamare fuori. Se un professionista ha esagerato ad accettare commesse, il cittadino - che è il titolare del contributo - deve pressarlo, farsi spiegare i motivi per cui la pratica non procede con l'iter di finanziamento".
Le responsabilità dei ritardi - ha riconosciuto comunque l'assessore alla ricostruzione - non sono soltanto dei tecnici: "Anche gli uffici del Comune e dell'Usra devono capire che sono parte del sistema: devono muoversi, non possono addormentarsi sulle pratiche". Nei cassetti, ci sono pratiche incomplete per 300 milioni di euro.
Dunque, la decisione di istruire il nuovo servizio dedicato alle parametriche parte seconda. Verranno altri provvedimenti, per accelerare i tempi d'istruzione. "Si tratta di un'esigenza assoluta", ha riconosciuto il titolare dell'Ufficio speciale, Raniero Fabrizi. "Oltre al danno sociale per i cittadini che non possono tornare a casa, si configura, infatti, anche un danno economico. Non impegnare le risorse stanziate significa allungare i tempi dell'assistenza alla popolazione e privare l'amministrazione delle entrate erariali necessarie, tra l'altro, ad istruire il bilancio". Per questo, è stato attivato nei giorni scorsi un call center per contattare tecnici e consorzi così che vengano chiariti i motivi dei ritardi e vengano stabilite tempistiche certe; se necessario, si procederà con incontri diretti, per le pratiche che registrano ritardi consistenti. E saranno previsti provvedimenti sanzionatori, laddove ci siano ritardi ingiustificati. "La responsabilità è in capo ai cittadini riuniti in consorzio - ha ricordato Di Stefano - e ai presidenti in particolare, che sono erogatori di pubblico servizio. Per questo, si potranno prevedere detrazioni sul 2% di contributo destinato ai presidenti. Più difficile immaginare, invece, sanzioni da applicare alle parcelle dei tecnici perché lì si configura un rapporto di tipo privatistico con il consorzio".
Insomma, l'amministrazione intende procedere con fermezza. Arrivando fino al commissariamento dei consorzi, "se i presidenti si dimostreranno incapaci di svolgere le loro funzioni".
Bisogna intervenire ora, ha aggiunto Di Stefano. Incombe, infatti, il problema legato alla procedura che dovrà seguire il Genio civile. A seguito dell'entrata in vigore della legge regionale 28 del 2011, infatti, si è passati dal regime semplificato del deposito sismico a quello autorizzatorio, in base al quale, nelle zone ad alta e media sismicità, i lavori di costruzione non potranno cominciare senza il preventivo rilascio dell'autorizzazione sismica da parte degli uffici. "I tempi per l'apertura dei cantieri potrebbe slittare di molto", ha sottolineato l'assessore. "Non ci sono strutture e non c'è personale: dunque, rischiamo di dover attendere fino a 90 giorni per l'esame delle pratiche al Genio civile. Se aggiungiamo i ritardi di istruzione delle pratiche stesse, si rischia di dover aspettare anche un anno per aprire un cantiere".
La ricostruzione, insomma, rischia di rallentare invece che accelerare. "La politica, quello che doveva fare l'ha fatto: i fondi ci sono, e sono assicurati per il futuro. Ora, la città non può perdere la sfida: la nostra è una comunità operosa, che ha dimostrato di potercela fare, ma se ci sono degli incapaci vanno puniti duramente". Più chiaro di così. E non si tratta - come pure hanno lasciato intedere gli ordini professionali - di problemi legati - anche - alla complessità delle procedure: "Non sono affatto complicate", ha concluso Di Stefano. "Anzi, ci sono tecnici capaci che rispettano i tempi e istruiscono le pratiche secondo i dettami delle norme: è un problema di capacità professionale. Parliamo di pratiche edilizie, hanno dimenticato come si istruiscono?".