Giovedì, 07 Luglio 2016 12:08

La Transcom di Boggio al centro delle presunte tangenti nei ministeri

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Non solo gli oltre 200 dipendenti a rischio licenziamento in Globe Network, e non solo la notizia del licenziamento di altre 26 persone in E-Care, anticipata da questo giornale ieri pomeriggio.

Un'ombra ingombrante piomba anche sul terzo grande call center presente all'Aquila, la multinazionale svedese Transcom. Roberto Boggio, numero uno commerciale della compagnia, direttore generale dell'Europa continentale, amministratore delegato di Transcom Italia e nome noto nel capoluogo abruzzese, è indagato per associazione a delinquere, corruzione, riciclaggio e truffa ai danni dello Stato.

Il suo nome, assieme a quello di altre decine di indagati (24 gli arresti di tre giorni fa a Roma) è tra i principali emersi nell'Operazione labirinto, l'indagine sulle presunte tangenti per gli appalti dei servizi nei ministeri e nelle aziende pubbliche, che sta travolgendo, mediaticamente, la cosiddetta Area popolare (Nuovo Centrodestra e Udc), compreso il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

La Transcom è titolare di un mega appalto per la gestione del call center dell'Inps, dell'ammontare di 118 milioni di euro. E una delle dieci sedi del contact center Inps si trova proprio all'Aquila, nel quartiere di Pettino, e dà lavoro a circa 500 persone, di cui una parte (minoritaria) con contratti stabilizzati e una (maggioritaria) con contratti precari di breve o brevissima durata. Per loro, nell'ottobre scorso, la senatrice Stefania Pezzopane (Pd) aveva fatto anche un'interrogazione parlamentare, volta a chiedere nella gara di appalto Inps, "una clausola per salvaguardare sia i livelli occupazionali che la professionalità degli attuali impiegati".

Secondo gli inquirenti Boggio, in accordo con la "cricca" capeggiata dal faccendiere Raffaele "Lino" Pizza, avrebbe ottenuto l'appalto presso l'Inps, in cambio di "lavori", strettamente legati alle telecomunicazioni, per il gruppo presunto criminale: campagne elettorali telefoniche, ottenimento di posti di lavoro e finanche criptaggio delle telefonate, volte ad evitare intercettazioni.

transcomSecondo l'ordinanza firmata dai pm romani, lo stesso Pizza si era procurato un jammer - un disturbatore di frequenze che si utilizza per evitare le intercettazioni ambientali - per il suo ufficio, consegnatogli da un "esponente abruzzese dei servizi segreti", conosciuto anche dallo stesso Boggio.

E, come detto, il nome del 57enne manager fiorentino, entrato in Transcom appena dodici anni fa ma protagonista di una carriera fulminante, è noto alle cronache aquilane. In molti, infatti, ricorderanno il "colpo di spugna" della multinazionale dopo il terremoto del 2009: 270 licenziamenti poche settimane dopo il sisma, con centinaia di famiglie rimaste senza lavoro, oltre che già fortemente provate dall'evento sismico. Se ne parlò a lungo, anche perché al tempo la Transcom era l'azienda più grande della città, in quanto a numero di dipendenti.

Il licenziamento collettivo fu osteggiato da una settantina di lavoratori e da un unico sindacato (l'Ugl, gli altri non aprirono vertenze), che intentò una causa vittoriosa per i dipendenti in primo grado, ma perdente in seguito al ribaltamento della sentenza (nel 2011) in Appello e Cassazione, con la beffa del mancato risarcimento per i "lavoratori terremotati e licenziati".

Insomma, dopo quelli di Globe Network e E-Care, anche i dipendenti dell'insediamento aquilano di Transcom tremano, anche perché l'inchiesta giudiziaria potrebbe avere ricadute sul prossimo rinnovo della commessa Inps, previsto a breve, che coinvolge circa 200 lavoratori e lavoratrici.

Ultima modifica il Giovedì, 07 Luglio 2016 15:08

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