Lunedì, 12 Settembre 2016 22:11

Zona rossa, niente varchi e niente 'pass'. Ora, si parla di "corridoi in sicurezza"

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Dell'ordinanza, abbiamo scritto: è la numero 133 del 1 settembre 2016, ad oggetto la "ridelimitazione della 'zona rossa' del centro storico cittadino". Mostrando la mappa aggiornata [in foto], il sindaco Massimo Cialente aveva sottolineato come il nuovo assetto fosse molto ridotto "rispetto alle precedenti versioni. Da domani - aggiunse -  richiudiamo varchi che erano non transitabili, ma nei quali i cittadini entravano". E ricordò che "violare la zona rossa è reato penale con ammenda sino a 500 euro". D'altra parte, per zona rossa si intende - e leggiamo dall'ordinanza - "un'area interdetta al pubblico transito ad eccezione dei soggetti debitamente autorizzati".

Sono passati dieci giorni, e nulla è cambiato. Varchi non se ne vedono, pass per autorizzare al transito in zona rossa neppure, contestazioni neanche a parlarne e aree teoricamente intedette come via Antinori o via Cascina continuano ad essere attraversate tranquillamente da cittadini, turisti e automobili.
E non poteva essere altrimenti. Sostanzialmente, in questi anni il Comune dell'Aquila non si è preoccupato più di aggiornare cosa fosse zona rossa e cosa no, non c'è stata alcuna gestione; poi, il terremoto che ha colpito il centro Italia, e l'imminente festa del jazz che avrebbe portato in centro 100 mila persone, stando alle stime, ha convinto il prefetto Francesco Alecci a dire basta, con l'invito - fragoroso - a dare corso immediatamente a interventi per la reale messa in sicurezza di vaste parti del centro cittadino.

A quel punto, l'amministrazione non ha potuto far altro che correre ai ripari, disegnando a matita - su una mappa - una zona rossa che, seppur limitata rispetto al passato, non è affatto chiaro come sia stata delimitata. Viviamo il paradosso di aree considerate agibili nel 2010 che oggi, sei anni dopo e con la ricostruzione avviata, non lo sono più.

Per questo, la V Commissione 'Garanzia e Controllo' convocata dal presidente Raffaele Daniele su richiesta del consigliere Ettore Di Cesare (Aplcv) ha chiesto all'assessore Pietro Di Stefano e all'ing. Giuseppe Galassi, del Servizio coordinamento ricostruzione, in base a quali verifiche sia stato stabilito che alcune zone agibili 6 anni non lo siano oggi, oltre ad informazioni più precise sulle modalità d'accesso in zona rossa. In realtà, erano stati invitati anche il sindaco Massimo Cialente e il vice Nicola Trifuoggi che non hanno partecipato alla riunione. E pure Di Stefano [abbiamo provato a contattarlo nel pomeriggio, senza fortuna ndr] e Galassi, sono arrivati un'ora e mezzo dopo l'orario di convocazione, con la sensazione che entrambi avrebbero preferito essere altrove.

Cosa è emerso? A dirla in breve, non è affatto chiaro come sia stato stabilito che alcune zone sono rosse e altre, invece, verdi. Ci sarebbero - si è detto - edifici non sicuri, intorno ai quali, tuttavia, è stata consentita la ricostruzione di altri palazzi dove si è tornato ad abitare. E c'è preoccupazione - si è detto anche questo - per assembramenti di persone in centro storico, seppure sia stata incentivata, in questi anni, la rinascita notturna che è passata, tra l'altro, per eventi come la maratona jazz dell'anno passato o Sharper, la Notte dei Ricercatori.

E quindi? La proposta è realizzare in zona rossa dei percorsi dedicati ai residenti e ai loro ospiti - corridoi di sicurezza, aree arancioni, né rosse né verdi - e alle attività, con i loro clienti. Se c'è un fondato interesse ad accedere, in altre parole, si potrà farlo, ma il consiglio, comunque, è di evitare. Viene da chiedersi: se i percorsi sono sicuri, di conseguenza, non sono più zona rossa e, dunque, perché riservarli ai soli residenti? E al contrario, se non lo sono, chi tutela i residenti? Chi controlla? E chi si assicura che i motivi per percorrere i corridoi siano fondati?

Almeno, Di Stefano ha promesso che la zona rossa verrà aggiornata con continuità, ogni due settimane, e gli edifici puntellati continueranno ad essere monitorati anche settimanalmente. In tempi brevi, si punterà a mettere in sicurezza gli edifici privati che non lo sono, così da rendere più vivibile il centro storico; il problema, tuttavia, e Di Stefano l'ha sottolineato, è l'edilizia pubblica: gli Enti proprietari, infatti, non si occupano della messa in sicurezza, seppure siano stati allertati dal Comune dell'Aquila.

Tutto qui. E' chiaro che l'amministrazione sta tentando di prendere tempo, per sciogliere i nodi di una vicenda sempre più intricata: nel frattempo, dovessero verificarsi incidenti in centro storico, con la riperimetrazione della zona rossa così come normata, non avrebbe alcuna responsabilità.

Ultima modifica il Martedì, 13 Settembre 2016 22:50

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