Giovedì, 13 Ottobre 2016 10:18

Ricostruzione, tangenti in cambio d'appalti: 7 arresti tra Umbria e Abruzzo

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Ricostruzione, smantellato un sistema corruttivo con centrale in Umbria.

70 unità del Corpo Forestale dello Stato dei Comandi Provinciali di Perugia e Pescara hanno dato esecuzione a 7 arresti domiciliari di pubblici ufficiali, tecnici, progettisti ed imprenditori residenti nei Comuni di Perugia, Gubbio, Assisi, Pescara, Popoli e Bussi sul Tirino: si tratta di Angelo Melchiorre, responsabile coordinatore dell'Utr 5 di Bussi nonché membro della commissione gara del Comune di Bugnara (Aq), Antonio D'Angelo, responsabile unico del procedimento di gara per la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori di ricostruzione della scuola elementare e materna "V.Clemente" di Bugnara, Emilio Di Carlo e Marino Scancella, tecnici originari di Bussi sul Tirino che lavoravano alla ricostruzione di alcuni aggregati di Bussi sul Tirino, e i professionisti umbri Stefano Roscini, Giampiero Piccotti, Angelo Riccardini. Sul registro degli indagati sono finiti anche Franco Colella, Marino Giangiulio, Franco Di Carlo e Roberto Di Tommaso. Le forze dell'ordine hanno provveduto, inoltre, al sequestro preventivo di 330.929,63 euro ritenuti profitto del reato di corruzione.

I reati per i quali si procede sono associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso in atto pubblico.

Mazzette in cambio degli appalti

Le indagini, coordinate dal Procuratore capo facente funzioni della Procura della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, e dai sostituti Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni rese alla Forestale da un imprenditore umbro, aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione del Comune di Bussi sul Tirino per un valore di 8 milioni di euro. Ha sostenuto che il direttore dei lavori gli aveva chiesto una tangente pari al 12% degli appalti, ossia 960.000 euro, da dividere con altri tecnici coinvolti.

Le indagini del Corpo Forestale dello Stato con intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso le sedi umbre delle società di costruzione e acquisizioni documentali negli uffici tecnici della ricostruzione del cratere aquilano, oltre a sommarie informazioni testimoniali, hanno svelato quello che per gli inquirenti è un vero e proprio piano Abruzzo - così definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni - per gestire in modo unitario e sistematizzato l'attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 nei comuni di Bussi sul Tirino e Bugnara.

Il metodo era l'aggiotaggio e la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali, e per imporre "condizioni contrattuali capestro" tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione. E' per questo che la Procura oltre ai reati di corruzione, induzione a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e falso ha contestato anche l'associazione per delinquere. 

Il buon esito dell'istruttoria per la richiesta del contributo pubblico sulla ricostruzione veniva garantito dal responsabile dell'Ufficio tecnico della ricostruzione (Utr) di Bussi sul Tirino, il quale - stando alle accuse - otteneva in cambio la promessa del versamento di importi pari al 5% del valore complessivo degli appalti, che superava i 29 milioni di euro solo considerando quelli già gestiti dal gruppo degli indagati.

Al funzionario inoltre venivano promessi 'benefit' come lavori edili gratuiti in un'abitazione di proprietà, la disponibilità di un'auto e l'assunzione di un familiare in una delle ditte affidatarie dei lavori.

Le dichiarazioni di un altro imprenditore umbro, che ha già presentato richiesta di patteggiamento della pena, hanno convalidato l'impianto accusatorio facendo emergere che lo stesso capo dell'Ufficio tecnico si era fatto distaccare presso l'ufficio del Comune di Bugnara (L'Aquila) per tentare di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo della scuola elementare e materna "V. Clemente". Per questo, il suo guadagno sarebbe stato di 10.000 euro in contanti con la promessa di ulteriori 130.000 euro, da erogarsi in base ai vari stati di avanzamento lavori (Sal). La somma sarebbe stata divisa con il responsabile unico di progetto della gara d'appalto, anche lui ora sottoposto agli arresti domiciliari.

Gli investigatori del Corpo Forestale dello Stato hanno sequestrato negli uffici dell'Usrc e dell'Usra tutto il carteggio relativo ad altri Comuni del cratere, per verificare se il sistema corruttivo si sia esteso altrove.

Ultima modifica il Giovedì, 13 Ottobre 2016 23:45

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