Martedì, 24 Settembre 2013 03:05

Comitato "No biomasse", raccolte più di 2 mila firme. Si va verso manifestazione

di 

Sono più di 2 mila e 500 le firme raccolte dal comitato che si oppone alla realizzazione della centrale a biomasse della Futuris nel nucleo industriale di Monticchio-Bazzano.

Nella petizione i firmatari chiedono a Regione, Provincia e Comune dell'Aquila di contrastare la costruzione dell'impianto.

Tecnicamente si tratta di una sorta di impugnativa ad adiuvandum, un documento il cui scopo è quello di sostenere e rafforzare le motivazioni contenute nel ricorso al Tar presentato da una delle associazioni che aderiscono al comitato; ricorso che arriverà a sentenza il prossimo novembre.

I cittadini sono preoccupati, vogliono alzare il tiro della protesta, anche alla luce della recente decisione della Regione di prorogare di altri 21 mesi il provvedimento autorizzativo.

Mercoledì mattina, alcuni rappresentanti del comitato "no biomasse" terranno, a Casa Onna, una conferenza stampa nella quale spiegheranno, ancora una volta, le ragioni del “no” e illustreranno altre iniziative finalizzate alla sensibilizzazione della popolazione.

Tra queste potrebbe esserci una manifestazione cittadina aperta a istituzioni, partiti, sindaci, associazioni di categoria, sindacati, commercianti, imprenditori, università e mondo della scuola.

Nel frattempo, il consiglio comunale, su pressione di questo composito "fronte de no", si è impegnato a discutere in aula la vicenda entro la prima metà di ottobre mentre venerdì 27 settembre, sempre a Casa Onna, ci sarà un convegno al quale parteciperanno esperti e rappresentanti delle istituzioni locali.

Il documento redatto dal comitato (disponibile qui) afferma che il progetto dell'impianto a biomasse è illegittimo sia nella forma che nella sostanza. Tra i vizi formali riscontrati, ci sarebbe la mancata verifica di compatibilità ambientale con il piano paesistico e l'assenza della verifica di compatibilità dell'Autorità di Bacino.

Inoltre, sempre secondo il comitato, sarebbe mancato, durante la fase decisionale, un coinvolgimento degli altri comuni interessati (all'infuori di quello dell'Aquila) e delle amministrazioni separate che esercitano l'uso civico dei boschi dai quali l'azienda dovrebbe “estrarre” la biomassa da bruciare.  

Più che discutibile, secondo i firmatari della petizione, sarebbe anche il modo in cui il progetto è stato approvato a livello politico - con una delibera di giunta, senza nemmeno un passaggio in consiglio regionale – e autorizzato a livello amministrativo, con una certificazione unica emessa dall'Araen, l'agenzia regionale per l'energia.

I cittadini chiedono di azzerare tutto quanto l'iter e di ripartire da una nuova conferenza dei servizi (richiesta condivisa anche da Appello per L'Aquila). “Questo progetto” dicono “è stato approvato nel 2009, prima del terremoto. Da allora la realtà è completamente cambiata”.

Il comitato non esclude, peraltro, di chiedere l'intervento diretto del Parlamento. In tal senso sono stati già attivati contatti con alcuni deputati e senatori, tra cui la senatrice aquilana del M5S Enza Blundo. L'idea è quella di far inserire, in un atto normativo di prossima approvazione (preferibilmente un decreto legge), una sorta di moratoria ah hoc per L'Aquila, un articolo che stabilisca che all'Aquila non si potranno costruire, nei prossimi anni, centrali a biomasse nemmeno nelle aree e nei nuclei industriali, in ragione del fatto che questi ultimi, dopo il terremoto, sono diventati zone fortemente urbanizzate, vicino alle quali sono sorti quartieri abitati da migliaia di persone.

Ultima modifica il Martedì, 24 Settembre 2013 10:46

Articoli correlati (da tag)

Chiudi