Giovedì, 19 Settembre 2013 12:56

Centrale a biomasse, prorogato il provvedimento autorizzativo

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La notizia è destinata a far molto discutere. Il provvedimento autorizzativo che prevedeva la realizzazione della centrale a biomasse di Bazzano entro 3 anni, e che era in scadenza, è stato frettolosamente prorogato dal competente ufficio regionale per altri 21 mesi. Nonostante le iniziative del comitano No Biomasse che, in questi mesi, ha saputo costruire un fronte di opposizione al progetto sempre più allargato. Persino l'amministrazione comunale, con le parole dell'assessore alle Opere pubbliche Alfredo Moroni, si è detta contraria alla costruzione della centrale: “La mia posizione rispetto all’impianto a biomasse è chiara e coerente - ha dichiarato Moroni non più tardi di due settimane fa - soprattutto è in linea con quanto ho sempre sostenuto, sia pubblicamente e attraverso comunicazioni alla stampa, sia nel corso di riunioni interne. La vicenda della centrale – ha proseguito – ha avuto inizio nella precedente legislatura, quando ero titolare della delega all’Ambiente. La mia posizione è stata orientata fin da subito nel senso delle perplessità, se non delle contrarietà, che esprimo ancora oggi. Tanto è vero che, rispetto al ricorso al Tar presentato dai cittadini, il Comune non si è costituito in contraddittorio."

Continuano, però, a mancare le azioni conseguenti a tali dichiarazioni, come denuncia in una nota il gruppo consiliare di Appello per L'Aquila: "Fin dall’inizio della vicenda la Giunta, sia precedente che attuale, ha mantenuto una posizione tutt’altro che cristallina", si legge. "L’istanza era stata presentata proprio all’indomani del sisma e ha ottenuto l’assenso regionale con il parere positivo dell’amministrazione comunale espresso in conferenza di servizi. Inoltre alla presentazione organizzata dalla Futuris, Sindaco e Assessore Moroni esprimevano il loro compiacimento per per una iniziativa imprenditoriale che avrebbe portato sviluppo e occupazione, per giunta nel campo delle energie pulite".

In effetti proprio tre anni fa, il 22 settembre 2010, il sindaco Cialente e l'assessore Moroni erano ospiti graditi, con il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, alla conferenza stampa di presentazione della centrale: “Il Comune dell’Aquila è attento a tutte le iniziative che producano sviluppo e occupazione, in una fase così critica a livello economico, e che, nel contempo, consentano di investire nella produzione di energie pulite e alternative", disse quel giorno Moroni. "Le nuove politiche di investimento nel campo delle attività produttive devono quindi orientarsi verso progetti che garantiscano una sufficiente tutela del territorio e dell’ambiente, quindi della qualità della vita. In questo senso, indubbiamente, quello delle biomasse rappresenta un settore in cui innovazione e ricerca consentono opportunità sempre maggiori per uno sviluppo sostenibile".

Non si può negare che le parole pronunciate dall'assessore e la presenza, insieme al Sindaco, alla conferenza stampa di presentazione, siano state un esplicito avallo alla centrale a biomasse. Inoltre, il 3 maggio 2010 il Comune dette parere favorevole sia del servizio Ambiente che di quello Pianificazione. Insomma, quando il Comune poteva esprimere la propria opposizione nelle sedi opportune non l'ha fatto.

Nelle ultime settimane, l'amministrazione ha chiarito le ragioni della contrarietà al progetto, "dovute alla densità di abitanti nella zona e alla presenza di attività produttive, commerciali e artigianali, nonché di sedi istituzionali", ha spiegato Moroni. 

"Se ci si è accorti alla buon’ora che in tali zone, in totale e colpevole deregolamentazione, si sono insediate attività commerciali, sedi istituzionali e persino nuove comunità di abitanti, perchè non è stato chiesto con forza alla Regione di revocare il provvedimento autorizzatorio, ammettendo che il Comune abbia espresso una valutazione errata tre anni fa?", si chiede nella nota Appello per L'Aquila. "Ancora una volta, un’occasione persa da parte dell’amministrazione per dimostrare di voler davvero riconsiderare l’intervento e il parere positivo da essa stessa espresso al tempo del procedimento".

Con il risultato che il provvedimento è stato prorogato per altri 21 mesi. "Perchè non è stato attivato un percorso di vero confronto per raccogliere osservazioni e bisogni del territorio, valutando seriamente e serenamente tutte le possibili alternative, a partire dall’opzione zero, e considerando soluzioni in grado di minimizzare gli impatti ambientali e ottenere benefici per la collettività, come, per esempio l’utilizzo del calore prodotto dalla centrale?".

Il gruppo consiliare propone di aprire una riflessione partecipata sull'impiego di energia termica, "da convogliare attraverso reti di teleriscaldamento a utenze di vario tipo, porterebbe il rendimento della centrale dall’attuale 25% all’80% circa, attuando il perseguimento dell’efficienza energetica che non può disgiungersi dall’utilizzo di fonti rinnovabili in un progetto che si definisca davvero sostenibile". D'altra parte, si spiega, "è lo stesso D.Lgs. 28/2011 a prevedere che proprio in sede di pianificazione e ristrutturazione di aree residenziali, industriali o commerciali nonchè delle reti dei sottoservizi, i Comuni verifichino la disponibilità di soggetti terzi a integrare reti di teleriscaldamento. Abbiamo tanti centri da ricostruire e una rete di sottoservizi da rifare: facciamo il Piano di sviluppo del teleriscaldamento. Facciamola davvero questa smart city! E diamo finalmente modo alle cittadine e ai cittadini di conoscere, di intervenire e di determinare i processi di trasformazione del territorio in cui vivono". Anche perché, "se è vero che il ricorso alla biomassa per la produzione di energia, nell’ambito di un bilancio globale, non immette nuova CO2 in atmosfera, è anche vero che localmente, trattandosi di una combustione, rilascia comunque una certa dose di inquinanti (polveri, CO, NOx, SOx,..)". 

Avevamo già scritto che l'impatto della centrale a biomasse della Futuris sui livelli di inquinamento locali potrebbe essere molto più alto di quello indicato dalla stessa azienda nella valutazione presentata agli enti locali, soprattutto per quel che riguarda le emissioni di diossido d'azoto, un gas che ha effetti nocivi sull'apparato respiratorio. A dirlo, uno studio realizzato da un'équipe di docenti e ricercatori dell'Università dell'Aquila pubblicato nel 2012 sulla rivista Atmospheric Environment. “L'effetto del diossido d'azoto” ha spiegato a NewsTown Gabriele Curci, uno dei ricercatori che ha preso parte al lavoro “è limitato a una zona circoscritta, dopo un km e mezzo si può dire che diventi quasi trascurabile. Tuttavia dal nostro studio emerge in maniera abbastanza chiara come la Futuris abbia sottovalutato l'impatto delle emissioni”

“La centrale a biomasse, in sé, non è un male assoluto” ha sottolineato Curci. “Il problema è che sono progetti che andrebbero inseriti in un contesto più organico. Non possono essere i privati, che hanno interessi economici ben precisi, a presentare i progetti, devono essere le istituzioni. Queste ultime dovrebbero fare piani energetici generali individuando siti ottimali dove impiantare nuovi stabilimenti come quello di cui stiamo parlando”.

"Non è tardi", incalza Appello per L'Aquila. "La società ha recentemente cambiato progetto modificando la potenza dell’impianto e le caratteristiche del materiale combustibile. Vista la modifica del progetto autorizzato, il Comune chieda con forza alla Regione che si convochi una nuova conferenza di servizi per la valutazione. Si faccia questo, il resto sono solo chiacchiere".

Il gruppo consiliare, insieme ad altri, ha intanto richiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario sull’argomento: "Ci aspettiamo la sua convocazione entro i venti giorni previsti dall’art. 25 del regolamento del Consiglio comunale e che in quell’occasione venga data la parola ai comitati dei cittadini".

Ultima modifica il Giovedì, 19 Settembre 2013 13:41

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