Giovedì, 08 Dicembre 2016 13:38

Genio Civile al collasso, tra allarmi, 'oboli' delle imprese e responsabilità politiche

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"Il processo di ricostruzione della città dell’Aquila e dei Comuni del Cratere sismico non può essere arrestato".

A lanciare l'allarme è Agostino Del Re, direttore provinciale CNA, che sottolinea come al grave danno per l’economia del sistema dell’edilizia e del suo indotto generato, alle imprese di piccola e media entità in particolare, dai ritardi nel processo dei pagamenti, "si sta aggiungendo da mesi il drammatico risvolto burocratico a seguito della trasformazione in regime di semplice deposito delle pratiche al Genio Civile in regime autorizzativo. Stiamo assistendo, in questa fase, ad un rimpallo di responsabilità tra Amministrazione regionale e professionisti, che non porta ad alcuna soluzione", l'affondo di Del Re. 

Sono oltre 630 i progetti bloccati negli uffici del Genio Civile, di cui ben 350 non ancora visionati. "La preoccupazione, ancora più grave, è che qualora non si riesca ad utilizzare tutte le risorse stanziate per la Ricostruzione, si rischierebbe di giungere ad una riduzione dei finanziamenti statali che finirebbe solo per generare ulteriori ritardi nell’intero processo della Ricostruzione. Ne consegue, oltretutto, che il tentativo di reinsediare attività produttive nel centro storico cittadino verrebbe inesorabilmente arrestato, portando un grave danno a realtà produttive che hanno sempre rappresentato un’importante economia per tutto il territorio, causando, di conseguenza, gravi ripercussioni a livello occupazionale".

Dunque, l'appello affinchè i soggetti istituzionali rappresentati ai vari livelli si impegnino a trovare una soluzione definitiva ad un problema che si protrae da mesi. "Deve prevalere il senso di responsabilità di ognuno dei soggetti coinvolti a livello progettuale, amministrativo e politico", ha ribadito Agostino Del Re.

Dell'impasse del Genio civile ci siamo occupati nei giorni scorsi, con la pubblicazione di un intervento di Emilio Nusca, ingegnere, consigliere comunale di Rocca di Mezzo (L'Aquila) ed ex coordinatore dei sindaci delle aree omogenee del cratere sismico abruzzese. Nusca ha inteso discutere la decisione del Consiglio regionale che, con un proprio sub emendamento, nella seduta del 17 novembre ha approvato un provvedimento che dovrebbe snellire l'iter istruttorio dei progetti della ricostruzione attualmente in giacenza presso l'ufficio del genio civile.

"Il sub emendamento - ha spiegato - prevede che le imprese, che dovranno effettuare i lavori di recupero di un aggregato, si faranno carico di pagare alla Regione Abruzzo una cifra che varia fra i 200 e i 500 euro, a seconda della volumetria delle stesso aggregato. Questa cifra serve a costituire un fondo da cui si preleveranno le risorse necessarie per pagare stipendi di ingegneri a contratto che concorreranno a rafforzare, momentaneamente, l'organico del genio civile. Tali ingegneri serviranno ad accelerare l'esame istruttorio delle pratiche in modo da velocizzare il rilascio delle autorizzazioni sismiche. Le imprese, poi, se vogliono, potranno rivalersi per le cifre anticipate nei confronti dei propri committenti (i singoli cittadini) che, oltre ad avere la casa danneggiata o distrutta, dovranno anche pagare una 'tassa' che mai nessuno (la politica) ha voluto imporre "direttamente" per non gravare ulteriormente su una condizione già precaria a causa del terremoto".

Per Nusca, la Regione - così - ha provato a mettere una toppa ad una falla enorme che lo stesso Ente aveva creato "nel momento in cui, senza un minimo di attenta valutazione, aveva bloccato la proroga dell'entrata in vigore del nuovo regime autorizzatorio dei progetti. Se fosse stata effettuata una valutazione più approfondita della situazione da chi di competenza, quando si decise di non prorogare, probabilmente, ora, non avremmo dovuto assistere a questo triste spettacolo".

In effetti, dopo aver avuto dal Governo tutte le risorse necessarie per mettere in piedi le strutture degli uffici della ricostruzione della città dell'Aquila, del Cratere e delle otto aree omogenee per i quali sono stati assunti 300 giovani a tempo indeterminato e 25 a tempo determinato fra tecnici ed amministrativi, dopo aver creato due uffici speciali con a capo due direttori, dopo aver assunto personale per ogni comune del cratere, dopo aver stabilizzato il personale (121) di una società di ingegneria, ed altro personale ancora disperso fra la Provincia e qualche ufficio della Regione, "si arriva oggi al paradosso che le imprese si devono auto tassare per racimolare i soldi necessari per pagare i compensi ad altro personale aggiuntivo che dovrà fare le istruttorie dei progetti presso il genio civile (che verranno pagati secondo il numero di pratiche istruite). Come si può spiegare ai cittadini che, di fronte ad una simile quantità di denaro e di uomini, si deve fare ricorso ad una colletta camuffata da contributo?".

Un paradosso tutto nostrano. "Una storia tipica della mancanza di programmazione e soprattutto figlia di una gestione molto approssimativa di problematiche non affatto semplici", la presa di posizione di Emilio Nusca. "Un modo di agire che dimostra, ancora una volta, la scarsa conoscenza dei problemi. Stiamo parlando di ingenti risorse di denaro (pubblico) impiegato per dare lavoro a tanti giovani tecnici che si occupano, a vario titolo, di ricostruzione a cui si aggiunge ora la richiesta, fatta alle imprese (privati), di pagare altri stipendi ad altro personale che dovrà svolgere funzioni pubbliche. E' come gettare con un secchiello l'acqua nel mare e poi sedersi ad aspettare che cresca il livello del'’acqua. Come si può assistere con inerte silenzio di fronte a chi, nelle istituzioni e negli uffici preposti, dovrebbe intervenire per eliminare questa triste vicenda che, nata da una condizione di stringente necessità, rischia di mettere alla berlina del Paese la tanto declamata capacità della nostra classe politica nell'aver saputo affrontare i difficili problemi della ricostruzione? Dove sono gli ordini professionali che dovrebbero tutelare la dignità dei giovani tecnici evitando di metterli in condizioni di estrema precarietà lavorativa, non solo sotto il profilo della durata della loro prestazione, ma anche sotto l'aspetto psicologico nei confronti di chi (privati) mette a disposizione i propri denari? Dove è finita la grande voglia di battersi ed il grande impegno che da sempre hanno profuso i sindaci di tutto il cratere nell'affrontare i problemi della ricostruzione? Concorrere a creare i processi decisionali della politica (rispondenti alle reali necessità dei territori) non è forse anche compito loro?". 

Lasciare che questa stravagante idea possa trovare concreta attuazione nel silenzio generale è un'offesa per tutti, ha denunciato l'ex coordinatore dei sindaci. "E' un'offesa per la dignità dei tecnici ed è un'offesa per gli ordini professionali che devono tutelarne la dignità. E' un'offesa per i Sindaci, per il loro impegno quotidiano profuso in prima linea, ed è un'offesa per tutta la classe politica che non ha saputo valutare prima di agire. E' un'offesa alla dignità ed alla pazienza dei nostri cittadini. Ed è un' offesa alla memoria delle povere vittime del terremoto che di tutto hanno bisogno tranne che di questo obolo.

Alle parole di Nusca, si sono aggiunte quelle di Paolo De Santis, già presidente dell'Ordine degli Ingegneri, che ha affidato a NewsTown una sua riflessione. "Il Consiglio Regionale con la L.R. n. 38 del 24.11.2016 pubblicata sul Bura Speciale n. 148 del 25.11.2016 ha modificato la Legge Finanziaria Regionale n. 1 del 10.01.2012 prevedendo che per i Comuni abruzzesi colpiti dagli eventi sismici del 2009 e del 2016 gli oneri dovuti per interventi relativi all’attività di ricostruzione, ai sensi dell’art. 15 della L.R. n. 28 del 11.08.201, siano ridotti del 60%", ha spiegato. "Il successivo comma 1 bis prevede che il contributo sia corrisposto dalla ditta costruttrice al momento della presentazione delle nuove pratiche mentre per le pratiche in itinere il rilascio dell’autorizzazione o deposito sismico è subordinato alla trasmissione dell’attestazione di pagamento del contributo di cui sopra".

Ebbene, la norma - ha inteso sottolineare De Santis - se letta in modo disarticolato senza la conoscenza del corpo legislativo e normativo della ricostruzione del 2009 trae in inganno "perché sembra che la Regione sia magnifica verso i cittadini con la riduzione del contributo del 60%. Non è proprio così, però, in quanto la Legge Nazionale sulla Ricostruzione del 2009 (D.L. 28 aprile 2009 n. 39 trasformato in Legge 77/2009) all’art. 3 - riferito alla ricostruzione delle abitazioni private - precisa al comma 1 lett. d) “l’esenzione da ogni tributo, con esclusione dell’imposta sul valore aggiunto, e diritto degli atti e delle operazioni relativi ai finanziamenti ed agli acquisti di cui alla lett. a) inclusi quelli concernenti la prestazione delle eventuali garanzie personali o reali, nonché degli atti conseguenti e connessi e degli atti di cui alla lett.c), con la riduzione degli onorari e dei diritti notarili”".

Aggiunge De Santis che la conferma è arrivata da un parere dell’Agenzia delle Entrate del 26 ottobre 2009 prot. 915-22526/2009 "che richiesi quando rivestivo la carica di Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di L’Aquila. Analoga richiesta fu fatta alla Provincia di L’Aquila - Servizio del Genio Civile che con nota del 13 luglio 2010 prot. 44362 dispose l’esenzione dell’apposizione dei bolli per le opere di ricostruzione del sisma 2009. Sorprende che la Regione norma già anche gli eventi sismici del 2016 dove per le pratiche del sisma 2009 nessun contributo è dovuto. È possibile che nessun Consigliere Regionale di maggioranza o minoranza si sia posto il problema? Forse che il problema non è stata posto perché la legge in oggetto prevedeva altro che era più goloso e politicamente redditizio e cioè i finanziamenti alla cultura?".

De Santis si è detto sorpreso che un gruppo economico autorganizzato - l'Ance - subito dopo l'approvazione abbia sbandierato la notizia come se il contributo fosse “l’obolo” che veniva dato. "E ancora di più sorprende che il potere politico non abbia una visione strategica e sia solo in sudditanza dei gruppi organizzati credendo che il pagamento dell’obolo sia risolutore del problema", l'affondo. Tanto la paralisi negli Uffici è totale. "È il brutto segnale che si dà al cittadino che quanto si paga tutto è possibile, seppure lo Stato avesse esentato il pagamento di qualsiasi contributo Ma ai Sindaci questa notizia è sfuggita? Sono sempre pronti alle sfilate con le fasce tricolori ma se sfoggiano gli onori devono caricarsi anche degli oneri di rappresentare i cittadini. Tutti silenti: allora il dubbio risiede in due posizioni; non conoscono le norme della ricostruzione o, in alternativa, non vogliono disturbare il conduttore della Regione per scalare posizioni di rango".

E ancora, nessun Rappresentante aquilano della Regione conosce tale norma? "Aspettiamo una risposta. Pure chi ha la pretesa di voler rappresentare i Professionisti preferisce tacere, forse in nome di un collateralismo partitico, economico e di altro genere per trarne solo vantaggi personali (il silenzio è oro) e pure dovrebbero conoscere le norme. Peggio se hanno dato un preventivo assenso. In questi anni è possibile che a nessuno sia venuto in mente (o il silenzio è sempre oro) che la Regione, nell’approvare le modifiche alla L.R. n. 28/2011, potesse pensare ad una norma speciale per il cratere sismico?. Il problema dei rapporti delle istruttorie delle pratiche relative al sisma apparve difficoltoso sin dall’estate del 2009 e fu chiesta l’apertura di uno sportello unificato Genio Civile Reluiss, Consorzio che doveva esaminare da un punto di vista tecnico le pratiche. Tutti i tentativi messi in campo non hanno mai trovato una sinergia con la Provincia di L’Aquila, pur con gli auspici del Vice Commissario del D.P.C. De Bernardinis e dell’allora Prefetto Gabrielli. Si ritiene che per le pratiche del sisma valga ancora il deposito come previsto dall’art. 2 comma 8 dell’O.P.C.M. 3790/2009 e non può essere il parere di un anonimo ufficio della Protezione Civile a dare l’interpretazione autentica di una OPCM emessa dal Presidente del Consiglio pro tempore ma ciò è compito del Soggetto che l’ha emessa. In subordine, ammesso che si debba procedere con l’autorizzazione sismica, il comma 5 dell’art. 2 del Regolamento della legge 28/2011 prevede la presentazione dei progetti presso il S.U.E. (Sportello Unico per l’Edilizia) che dovrebbero essere presente in ogni Comune, e che di fatto sono inesistenti".

Le pratiche del sisma sono presentate oggi presso i Comuni e/o Ufficio Speciale che sono strutture operative dei Comuni e curano l’istruttoria le pratiche: quale migliore occasione prevedere una Norma Speciale nella L.R. 28/11 per il sisma unificando l’istruttoria delle pratiche ed effettuando un esame congiunto Ufficio Speciale-Genio Civile con risparmio di tempo e risorse e con la velocizzazione delle stesse pratiche? Nelle pratiche del sisma che sono complesse per loro natura, l’invio con il sistema telematico non è la panacea di tutti i problemi. Tra l'altro, la sinergia è già stata collaudata a L’Aquila e Comuni limitrofi in occasione del sisma del 1985, dove i danni furono limitati e minori. Quanto sopra dimostra la scarsa attenzione riservata sin dai primi giorni dal sisma dalla Regione nei confronti delle problematiche ancora presenti. Quindi è condivisibile la posizione espressa dall’Ing. Nusca riguardo l’obolo, con la speranza che l’obolo stesso non sia stato condiviso da altri soggetti. L’Ing. Nusca ha ben rappresentato le posizioni quando era Coordinatore dei Sindaci ed oggi con vigore fa rilevare le volute storture messe in atto da una classe dominante che non studia e dove conta solo l’obbedienza e mai l’intelligenza di chi non la pensa come loro".

Ultima modifica il Venerdì, 09 Dicembre 2016 23:49

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